21 Maggio 2023

Possesso palla? Quando Mourinho diceva: “Tenetevi il pallone, io porto a casa la vittoria…”

La trasferta contro il Bayer Leverkusen è solo l'ultimo degli esempi di una filosofia che mister Mourinho ha adottato nel corso della sua carriera...

Getty Images

MOURINHO ROMA – Due finali europee consecutive centrate nelle ultime due stagioni. A distanza di un anno da Tirana, i tifosi romanisti si preparano a rivivere le stesse emozioni. Questa volta la location è diversa: si va a Budapest alla Puskas Arena. E davanti alla squadra giallorossa si presenta il club che ha fatto dell’Europa League il suo personale territorio di conquista: il Siviglia.

L’artefice di tutto questo ha un nome e cognome, che anche lui in quanto a finali di competizioni europee non è da meno: José Mourinho. Dopo la trasferta di Leverkusen, lo Special One ha parlato di un gruppo in grado di “nascondere i problemi” e “stare nella partita”. Uno spirito di abnegazione divenuto il vero marchio di fabbrica della Roma.  

Nella strenua resistenza messa in mostra alla BayArena sono emerse alcune statistiche piuttosto singolari. Il dato sui tiri (26 per il Leverkusen e 1 per la Roma), il numero di passaggi (621 rispetto ai 253 dei giallorossi) oppure dei cross tentati (29 a 4). Oltre a questo, ciò che probabilmente risalta più all’occhio è la percentuale relativa al possesso palla: circa il 72% per i padroni casa.

Una situazione simile si era verificata anche marzo, quando la Real Sociedad, così come il Bayer Leverkusen, doveva rimontare la sconfitta dell’andata. Se si vanno a recuperare i dati di quella partita, ecco che gli spagnoli hanno tenuto il pallino del gioco addirittura per il 76,4%. Insomma, si tratta della filosofia di Mourinho, che ha adottato nel corso degli anni e non solo da quando è sbarcato nella Capitale.

Mourinho: “Tiki taka, taka tiki…” e non solo

L’esempio più famoso è sicuramente quello del 2010. Dopo aver vinto 3-1 nell’andata della semifinale di Champions League contro il Barcellona, l’Inter fa visita al Camp Nou e spegne sul nascere qualsiasi tentativo di remuntada. Alla fine, i nerazzurri perderanno 1-0, lasciando ai catalani il 73% di possesso palla. Al termine del match lo Special One si presenta davanti ai microfoni visibilmente compiaciuto.

“Era una partita in cui io non volevo la palla – dichiara Mou – Se noi non abbiamo la palla, come possono venire a pressarci? Il famoso tiki taka, taka tiki…”. In quel periodo, l’allenatore del Barcellona è Pep Guardiola. E sarà ancora lui, alcuni anni dopo in Inghilterra, a farne le spese con una sconfitta.

Alla nona giornata del campionato 2020-2021 di Premier League, il Tottenham di Mourinho supera 2-0 il Manchester City grazie alle reti di Son e Lo Celso, con il 67% di possesso palla a favore dei citizens e 22 tiri totali, di cui 5 verso lo specchio della porta. Dall’altra parte, invece, 4 tentativi per gli Spurs di cui 2 in rete.

“Il Man City ha avuto l’80% del possesso palla, cosa ne pensa?”, gli chiede un giornalista nel post-partita. Questa la risposta del tecnico portoghese: “Se vogliono possono portarsi a casa il pallone…io mi porto a casa i tre punti”. Special One dixit.

Marco Guerriero

SEGUI ROMANEWS.EU ANCHE SU INSTAGRAM!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

3 commenti

  1. Mau ha detto:

    Fantastico…

  2. Vincent Vega ha detto:

    In effeti di punti ne ha portati a casa, per la precisione 4 nelle ultime 6 partite, roba che manco la Cremonese mi sa…In generale abbiamo fatto peggio di Napoli (-26), Juve (-9), Lazio (-8), Inter (-6), Milan (-4), Atalanta (-1). Però abbiamo fatto meglio di Monza, Fiorentina, Bologna e Torino…

  3. giovannib ha detto:

    Hai perso un altra formidabile occasione per stare zitto Vincent, o almeno per non propinarci le tue critiche non sense. Parla pure quando vuoi, democrazia è anche diritto fondamentale di ciascun individuo di dire sciocchezze. Se preferisci i punti della Lanzio ma non giocarti una finale europea fai pure, se mollavamo Europa saremmo terzi o giù di lì, come eravamo un mese fa, non è un concetto difficile in linea di massima