Mourinho: “Voglio rimanere qui 3 anni. Smalling e Mkhitaryan non sono pronti per il Torino, Spinazzola può giocare a destra”

Giacomo Emanuele Di Giulio
18/05/2022 - 12:47

Mourinho: “Voglio rimanere qui 3 anni. Smalling e Mkhitaryan non sono pronti per il Torino, Spinazzola può giocare a destra”

MOURINHO CONFERENZA STAMPA – Torna a parlare Josè Mourinho. Il tecnico giallorosso partecipa al Media day dell’Uefa. Il tutto fa parte del programma per la finale di Conference League che si giocherà tra la Roma ed il Feyenoord il 25 maggio a Tirana alle ore 21. Queste le parole dello Special One al centro sportivo Fulvio Bernardini di Trigoria.

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Josè Mourinho in conferenza stampa

Si è stupito anche lei del rapporto con i tifosi. Le piacerebbe essere il “Ferguson” della Roma?
“Ferguson è stato più di 20 anni allo United e io dovrei rimanere fino a 79 anni difficile. A me piace tanto stare qui, e questo si sente. Ho accettato questo progetto che dura 3 anni, dopo che finisce vediamo cosa accadrà. Penso di rimanere qui questo tempo, non sto neanche pensando di partire prima. Dopo si vede la direzione del progetto. Il calcio è oggi al massimo domani. Ora voglio stare qui, questo mi sento di dire.”

All’orizzonte la sua ennesima finale. Cosa sente di aver già vinto a Roma e cosa deve crescere ancora nel progetto?
“Difficile per me fare un bilancio, molto difficile. Questa è una domanda complicata. Non voglio rispondere”.

C’è grande entusiasmo in Albania in attesa di lei e della Roma a Tirana. Ci sono preoccupazioni per i tifosi che arriveranno in uno stadio con solo 20mila spettatori. Kumbulla torna in città e i tifosi lo aspettano, giocherà?
“Mi aspetto dai tifosi albanesi che con Kumbulla o senza devono tifare per noi che lui è l’unico punto di congiunzione tra l’Albania e la finale. Se la Roma vince la coppa c’è un albanese che alza la coppa a Tirana. Questo è più che sufficiente per il popolo albanese per essere più vicino a noi che al Feyenoord. Senza questo è squilibrato perchè c’è una squadra già in vacanza e una che venerdì avrà un’altra finale. La connessione Kumbulla-Albania-Tirana può ridare equilibrio a questa finale. Un piacere per me andare in uno dei pochi paesi in Europa dove non ho mai giocato, bello perchè ho qualche amico importante lì nella società albanese. Il fatto del campo con pochi spettatori con due club della dimensione di Roma e Feyenoord è l’unico punto negativo che si può trovare. Uno stadio di 50mila sarebbe piccolo così come quello di 70mila. Questa partita riempirebbe il Bernabeu ma penso che paesi come l’Albania meritano questa opportunità. Ho giocato una Supercoppa Europea in Macedonia del Nord ed è stato un evento fantastico. Un peccato per i romanisti che saranno pochi ma sarà bello soprattutto se Kumbulla alza la coppa”.

Lei e Ancelotti finalisti. Qualcuno vi ha dato per morti molto presto?
“Penso che il problema con Carlo è che quando tu alleni l’Everton sicuramente non vinci la Champions. Il problema mio è anche che la gente ha guardato qualche lavoro mio come per vincere anche se non lo era. Quando abbiamo una storia di successo regolare e quasi ciclico si può dire questa cosa e non è un problema. Non sono uno che pensa alle nuove generazioni o alle altre, ma penso solo in base alla qualità che non c’entra con l’età. Ci sono giocatori bravissimi di 20 o di 40 anni. Il gol di Quagliarella di lunedì mi piacerebbe vederlo da qualcuno dei miei giovani. Quagliarella avrebbe segnato contro il Venezia. Per gli allenatori non c’è età ma motivazione e passione. Se questa manca sei si finito, se non senti pressione prima di queste partite vuol dire che sei finito. Mi conosco bene e anche Carletto (Ancelotti) ma ci sono tanti altri esempi. Quando c’è la passione siamo noi a dire basta. La mia fine non sarà vicina, chi vuole che smetto deve aspettare molto”.

C’è tanta attesa che è già una cosa bella. Una stagione che però deve vedere incastrarsi alcuni risultati. Riterrebbe beffardo rimanere fuori dall’Europa dopo 15 partite di Conference League? In questo caso sarebbe comunque una stagione positiva?
“Questo rischio esiste. Non è che possiamo dire che questo è uno scenario impossibile. Il rischio esiste, ci sono due finali da giocare ed ipoteticamente si possono perdere tutte e due e rimanere fuori. Io questo lo so, i giocatori lo sanno e ti dico che non è una situazione facile da gestire. Io sono capace di pensare solo a venerdì, infatti non sono contento di stare qui oggi a parlare per gli italiani e per gli stranieri in una conferenza e in un giorno dedicato alla finale di mercoledì. Non sono contento di fare un “non allenamento” aperto dove non potevo fare nulla e sperare che tutto finisse presto. Questo è stato un allenamento “fake” per voi. Questo rischio comunque c’è e ci sono diversi modi per affrontare questo. C’è gente che pensa dimentica venerdì e andiamo tutti a mercoledì perchè ci interessa il titolo. Ci sarà gente invece che pensa che ci sarà rischio di perdere e di puntare tutto a venerdì così che ci qualifichiamo per l’Europa League. Alcuni sono a metà di questo pensiero. Se tu mi chiedi quale delle tre è la filosofia che mi piace di più è quella di pensare tutto a venerdì. Il problema è che lo devono pensare così anche i giocatori, i miei assistenti e lo staff medico. Non posso nascondere che ci sono dubbi su questo. Non abbiamo nascosto nessun giocatore oggi nascosto per farvi pensare che non possono giocare. Chi mancava oggi, Smalling, Karsdorp, Zaniolo e Mkhitaryan non sono disponibili per venerdì al momento. Sarebbe più facile essere qualificati o fuori dalla corsa. Siamo in questa situazione e dobbiamo affrontarla. Io penso solo a venerdì.”

Ceferin ha rivelato la sua telefonata dove lei ha detto di essere felice in Conference League. Un allenatore come lei è uno spot per questa nuova Coppa? Mkhitaryan e Zaniolo come stanno?
“Mkhitaryan ha avuto quell’infortunio contro il Leicester ed ha bisogno di tempo. Non si è ancora mai allenato con la squadra. Nessuna possibilità per venerdì e poche per mercoledì. Zaniolo poche per venerdì e penso di più per la finale. Se le poche possibilità si trasformano in tante giocherà contro il Torino. Smalling è infortunato, penso che non giocherà in campionato ed è in dubbio per mercoledì. Karsdorp è quello dei quattro che sta meglio e che potrebbe recuperare ma è in dubbio. Io mi sono emozionato contro il Leicester perchè più di me io ho pensato ai giocatori e alla gente più che a me stesso. Voglio il trofeo per me stesso però è più importante la gente che non vive un momento così da tempo. Per i calciatori è un primo passo per una bella carriera. Sono molto meno egocentrico e più uomo di gruppo e del club. Mi piacerebbe vincere per loro, vorrei aiutare il club e i tifosi a vincere. Per l’Uefa io ti dico che quando c’è un cambio c’è sempre dello scetticismo. La gente che fa il rischio ha bisogno di aiuto. Questa è una nuova competizione che quando è iniziata la gente ha visto i play-off. Quando vedi le squadre di campionati minori, la gente pensa che la competizione è di livello inferiore. Bisogna che le squadre più importanti la prendono sul serio come la Roma, il Marsiglia e il Leicester che sono arrivati dopo la prendono seriamente se no vengono estromessi. Se in semifinale arrivano poi squadre poco conosciute, la competizione perde valore. Penso che noi, il Feyenoord, il Leicester ed il Marsiglia abbiamo dato valore. Stadi pieni per le semifinali hanno dato importanza alla competizione. Gente come noi ha aiutato l’Uefa a fare una bella competizione. La prossima edizione sarà guardata con altri occhi”.

C’è qualcosa di diverso tra Roma e le altre piazze?
“Si. La sento più difficile di avere la gente concentrata su quello da fare prima della finale. Ho dato degli esempi interni, per esempio con l’Inter ho vinto lo scudetto la partita prima della finale di Champions. La gente pensava solo a quello e non a quella dopo. Anche al Porto la stessa cosa. Sento qua un’euforia generale che si sente e che non aiuta a direzionare un focus per una partita che per me è sempre la più importante la prossima. Confesso che non è facile. Abbiamo fatto tutto anche con Tiago per sistemare le cose per tranquillizzare i calciatori anche per i biglietti per la finale. Questo si sente anche fuori quando vai a ristorante o al supermercato. La gente non ti dice mai andiamo a Torino. Pare che questa partita non ci sia. Questo è un tipo di situazione che nasce dalla gioia di giocare una finale ed avere il 50% di vincere un trofeo. La mentalità mi porta a dire che venerdì è fondamentale. Quello che mi fa un po’ di frustrazione è che noi meritavamo di stare già quinti con tanti punti di vantaggio. Fra arbitri e Var contro di noi o a favore dei nostri avversari, gli errori nostri e miei più la sfortuna, noi dovevamo stare già quinti tranquilli. Ma non è così e venerdì dobbiamo giocare seriamente.”

C’è ancora in ballo il 5o posto ed arrivare davanti alla Lazio ma Sarri ha detto che è da provinciali. Lei lo guarda?
“Di solito non commento le parole dei colleghi. Quando sono d’accordo è più facile e io lo sono con lui. Non bisogna guardare a destra o a sinistra per dire chi è avanti. Quando ho vinto e perso un derby ho capito cosa significa. Qui è troppo anche se il calcio è cultura popolare ed io come allenatore straniero devo imparare la cultura popolare. L’ho sempre fatto dove sono andato e quando sei a Roma come nel mio caso diventi romanista e queste cose hanno la sua importanza. Il fatto che quinto o sesto è la stessa cosa penso sia uguale. Quarto o quinto è una differenza o sesto-settimo. Così invece diminuirebbe la differenza. La finale cambia tutto perchè può significare un trofeo e quindi di più”.

Sembra che lei stia allenando adesso la città. Spinazzola titolare con il Venezia significa qualcosa?
“Ibanez jolly significa che lui è fantastico in tanti aspetti del suo gioco ma non ancora nei passaggi e nella visione. Giocando da jolly ha questa possibilità di avere palla in situazioni di gioco anche in zone dove ha più pressione intorno a lui e non solo davanti e questo lo aiuta ad avere più velocità. Cristante lo fa da qualche mese e mi sembra che sia molto migliorato come posizione. Spinazzola con il Venezia ha fatto bene e le sensazioni sono state positive. Peccato per il giallo che gli poteva creare difficoltà nel secondo tempo. Quei 45 minuti li ha giocati senza problemi. Il fatto che sia stato a destra è perchè non c’è Karsdorp ed a sinistra abbiamo molte più opzioni. In difficoltà dobbiamo giocare con quello che abbiamo e lui può giocare a destra.

(Continua)

Le parole di Mourinho a Sky

Conosce bene l’atmosfera delle finali, questa che significato avrà?
“Per me è sempre lo stesso, non cambia. Anche se storia e prestigio delle competizioni è diverso, questa per me è la più importante. Le altre le ho già giocate, questa va ancora giocata e voglio vincerla”

Il suo primo anno alla Roma e il suo percorso?
Penso al percorso fatto in Europa, arriveremo a 15 partite. Abbiamo iniziato ad agosto, abbiamo viaggiato tanto, giocando partite difficili specie in trasferta. Poi l’emozione della fase a eliminazione diretta, poi ci sono state conseguenze in Serie A. Giocare in Europa e giocare poi in campionato quasi sempre contro squadre che si preparavamo in una settimana significa pagare in punti. Guardando la classifica rivedo subito le partite di giovedì e gli errori arbitrali. Questa competizione è stata dura, se hai una compensazione vincendo un trofeo e facendo la storia bene. Ma bisogna vincerla.

Da Trebisonda a Tirana. Se torna alla prima partita ufficiale, si aspettava così questo lungo viaggio?
Come ho già detto, in quel momento il Trabzonspor era un avversario difficile e dopo dovevamo aspettarci le squadre che arrivavano dall’Europa League. La semifinale è un esempio, affrontare il Leicester è stata dura. Ma abbiamo sempre pensato che la partita successiva fosse la più importante, abbiamo giocato con serietà e ambizione. Poi ci sono state le conseguenze negative e bisogna fare di tutto per avere questa compensazione e vincere la coppa.

Il Feyenoord si prepara con una settimana più.
non è un piccolo vantaggio, ma un grande vantaggio. Noi dobbiamo affrontare il Torino ed è una partita importante, difficile far riposare tutti. Loro avranno una settimana in più con il ritiro in Portogallo, ma arriva una finale e bisogna dimenticare i piccoli problemi. E’ una partita unica e dobbiamo dimenticarci di questo vantaggio. Se mi rifà la domanda prima del 25, risponderò che il Feyenoord non ha alcun vantaggio

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  1. Se il problema è la stanchezza a Torino mandi in campo la primavera più Diwara, ma la coppa bisogna portarla a Trigoria

  2. Non farei giocare a Torino nessuno dei titolari della finale, si può mettere una squadra di rincalzi che però darà il 100% e non risparmierà energie, quindi avrebbe più probabilità di vincere a Torino della squadra titolare, schierando i titolari a Torino si correrebbe il serio rischio di non vincere a Torino e neanche in conference.

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