Marco Liguori a Romanews.eu: ´Dovessero cedere la Roma, esisterebbero investitori interessati?´

Redazione RN
15/11/2008 - 0:00

Profumo ha creato apprensione. L’amministratore delegato di Unicredit oggi nel corso di un’assemblea straordinaria dei soci si è soffermato sul futuro di Italpetroli, quindi anche della A.S. Roma. Il gruppo petrolifero ha circa 365 milioni di euro di debito nei confronti dell’istituito bancario. Una parte di questa cifra — circa 130 milioni — dovrà essere restituita dalla famiglia Sensi entro il 31 dicembre prossimo. Altrimenti? Profumo ha fatto sapere che dovrà «dare mandato per vendere asset non strategici» (Leggi le dichiarazioni di Profumo). Dunque, l’A.S. Roma.Romanews.eu ha fatto il punto della situazione con Marco Liguori, giornalista, ex collaboratore di Libero Mercato e proprietario di un quotidiano telematico, ‘Il pallone in confusione’, che tratta le storie del mondo del calcio con un occhio ai conti economici delle società.Liguori, ha letto le dichiarazioni dell’amministratore delegato di Unicredit?”Sì e credo che quanto detto da Profumo sia condivisibile. Si è trattato di un ragionamento logico: lui sa che Italpetroli può dare garanzie adeguate”.Profumo però ha anche aggiunto che, nel caso i Sensi non riuscissero a pagare la prima rata del debito di Italpetroli, si troverebbe costretto a dar mandato per vendere asset non strategici.”Che potrebbe significare anche la Roma: Rosella Sensi aveva dichiarato che c’era un piano di dismissioni di società immobiliari non strategiche. L’esito delle due o tre trattative avviate, al momento, non si conosce. Sotto questo aspetto, se tutto andrà avanti, non ci saranno problemi. Qualora non si dovesse procedere, la Roma rischierebbe di entrare nel lotto delle società in vendita”.La valorizzazione dei terreni di Torrevecchia poteva essere un passo importante in questo senso?”Assolutamente sì. Il progetto prevedeva il sorgere della ‘Cittadella dello Sport’, con un centro residenziale per una valorizzazione che ammontava a 100 milioni di Euro: la giunta Veltroni aveva dato il via all’iter di modifica del piano regolatore”.Poi cosa è successo?”Il percorso doveva essere completato dalla giunta Alemanno: ma al momento è tutto fermo”.Negli ultimi giorni si è parlato di un interessamento, puntualmente smentito dalla AS Roma, da parte del fondo sovrano del Qatar.”Non mi faccia commentare queste voci, che lasciano il tempo che trovano: come nel caso di Soros, finiscono sempre in una bolla di sapone. Piuttosto spenderei due parole per spiegare come funziona una trattativa ‘corretta’ per l’acquisto di una società quotata in borsa: un meccanismo semplice che tuttavia la gente ignora, in quanto fuorviata da un certo tipo di comunicazione. Facciamo un esempio: un soggetto è interessato alla Roma. Si organizza un incontro alla luce del sole con Rosella Sensi e si instaura una trattativa che può andare a buon fine come non. La Roma a quel punto fa un comunicato in cui rende nota la trattativa in corso. Questo dovrebbe accadere in un mercato ‘civile’. La Roma ha ragione di minacciare querele: anche per rispetto dei suoi azionisti”.I tifosi legati alla famiglia Sensi possono stare tranquilli?”Si dovesse procedere alla vendita di asset non strategici, ipotesi considerata da Profumo, la Roma potrebbe essere ceduta. Il rischio di un commissariamento, viceversa, non esiste: anche se Italpetroli è in difficoltà, provvedimenti simili non possono essere presi nei confronti della Roma perché è una “controllata” e non ha debiti bancari. Certo, la società di Trigoria può essere venduta, ma non commissariata. Il problema, piuttosto, sarebbe un altro: a chi venderla? Un bel rebus…”.Ovvero?”La Roma, come del resto le altre società di calcio italiane, non è appetibile: per carità, ha un parco giocatori importante, ma, con tutto il rispetto per squadra e tifosi, manca un’adeguata patrimonializzazione sugli immobili. In sostanza un investitore, perchè dovrebbe nutrire interesse? In Italia le società stanno tentando, senza successo, di trasformarsi in aziende commerciali e immobiliari. Il Tottenham, che pure si è indebitato, ha messo in piedi, ad esempio, un grande progetto: il nuovo stadio, il centro commerciale, la zona residenziale intorno. Nel nostro paese, invece, tutto ruota attorno alle prestazioni della squadra: i ricavi dalla biglietteria, gli sponsor, i diritti televisivi. Il sistema richiede che la macchina giri alla perfezione: se si inceppa, sono guai…”.

Simone Di Segni

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