31 Marzo 2023

Occhio alla penna – Pellegrini, se non ora quando?

Torna l'appuntamento con la rubrica "Occhio alla penna"! Il tema che Paolo Marcacci propone ai lettori oggi riguarda Lorenzo Pellegrini.

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OCCHIO ALLA PENNA MARCACCI – Torna l’appuntamento con la rubrica “Occhio alla penna”! Il tema che Paolo Marcacci propone ai lettori di Romanews.eu oggi riguarda il capitano della Roma, Lorenzo Pellegrini.

Pellegrini, se non ora quando?

Trentatré presenze complessivamente, cinque gol otto assist, quest’anno. Tanti, pochi? Di certo non abbastanza, se ci basiamo sulle aspettative di partenza e questa espressione va intesa sia in assoluto, con riferimento alle stagioni che vanno dal 2017 – 2018 a oggi, sia per quanto riguarda la stagione in corso. 
Non dovremmo nemmeno fare il nome, per far capire che stiamo parlando di Lorenzo Pellegrini

Forse il dibattito su di lui è destinato a non finire mai, il che dipende da una serie di fattori che hanno alimentato in partenza le aspettative circa il suo status tecnico e il suo carisma. In primis le sue origini lo hanno collocato, in maniera semplicistica, sulla linea ideale che comincia con Agostino Di Bartolomei, continua con Giuseppe Giannini e prosegue con Francesco Totti e, quasi in coabitazione, Daniele De Rossi.

Le stagioni al Sassuolo, l’atteggiamento da antidivo e ovviamente la sua romanità, anche se “low profile”, gli hanno consegnato il più pesante dei  lasciti, visti i nomi dei predecessori con la fascia al braccio. Non ha certo cavalcato, lui, tutta la ovvia letteratura che ne è scaturita. 

“Informazione, non opinione”

Dice sempre il Direttore di Romanews che bisogna produrre “informazione, non opinione”, anche perché abbiamo già sottolineato che su Lorenzo Pellegrini le opinioni saranno molto probabilmente destinate a non andare in direzione univoca. È toccato a Peppe Giannini, a Totti per una buona metà di carriera, a De Rossi per un lungo periodo, del resto. 

Restiamo dunque ancorati ai fatti, a cominciare dall’anagrafe: il prossimo 19 giugno Pellegrini compirà ventisette anni. Un’età importante, che corrisponde alla piena maturità calcistica; una fase di carriera giunto alla quale un calciatore che voglia definirsi grande e importante a livello internazionale deve dimostrare, dopo aver promesso così bene come lui aveva fatto prima nelle giovanili giallorosse poi con la maglia dei neroverdi emiliani. 

La “linea d’ombra” per il passaggio alla maturità, per dirla con Joseph Conrad, è alle sue spalle da un pezzo. In questi casi, forse spietatamente, si fa caso anche ai quattro milioni più bonus facili che prevede il suo contratto, con scadenza al 30 giugno 2026. E si fa caso anche alla similitudine con quello che tanti altri giocatori nati nello stesso anno e considerati grandi prospetti hanno realizzato nel frattempo. 

Nel corso di quest’anno, non sempre la piena efficienza fisica lo ha assistito. Anzi, dovremmo dire quasi mai. Non è un alibi ma un dato di fatto, che però non finisce sugli almanacchi, come invece i numeri che abbiamo citato sopra. Non ci finisce nemmeno la elevata soglia di sacrificio con la quale Pellegrini è sceso in campo, ogni volta che Mourinho glielo ha chiesto. 

Se non ora, quando?

Il calcio è crudele ovunque, parlando di grandi piazze dove non ci si può permettere di aspettare nessuno. Dopo la vittoria della Conference lo scorso anno, quella in corso avrebbe dovuto essere la stagione della consacrazione definitiva, per il capitano della Roma. Fino a ora non possiamo dire che sia accaduto. Però ciò che conta davvero per gli esiti stagionali, in Serie A come in Europa League, è di là da venire, a cominciare da Roma – Sampdoria.

Il primo a non voler più attendere Pellegrini dovrebbe essere Pellegrini stesso e il modo per trovare le conferme sul giocatore decisivo e sul leader che in lui avevamo intravisto già qualche stagione fa, è uno soltanto: risultare decisivo, con continuità, per il cammino europeo e per il raggiungimento del quarto posto in campionato. Aumentando il numero delle giocate decisive e delle realizzazioni, perché Pellegrini con i fondamentali che ha segna ancira poco e in assoluto prende poco la porta.

Se non ora, quando?

di Paolo Marcacci

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