Luca Di Bartolomei racconta suo padre attraverso Roma: “Tutte le strade portano ad Ago”

Marco Guerriero
18/11/2022 - 10:45

Roma non dimentica il suo capitano. In un articolo su Leggo, il figlio di Agostino Di Bartolomei racconta suo padre e la città

Luca Di Bartolomei racconta suo padre attraverso Roma: “Tutte le strade portano ad Ago”

In un bellissimo pezzo pubblicato su Leggo, Luca Di Bartolomei, figlio della bandiera giallorossa ed ex capitano Agostino Di Bartolomei, ha raccontato come la città di Roma mantenga intatto il ricordo di suo padre ancora oggi. Dalle foto e i murales, fino ad arrivare alle magliette oppure spettacoli teatrali. Ecco come la Capitale lo ha “liberato”.

Di Bartolomei: “Tutte le strade portano ad Ago”

“Mi capita con regolarità, praticamente non c’è settimana che non succeda, di ricevere via chat da amici e conoscenti di Facebook alcune foto di Agostino in giro per la città. Oggi al Tufello, la settimana prima a Testaccio, nel poster di Laika, o quella successiva dietro al Dribbling a Tor Marancia. Non sarà un caso se queste poi sono anche le strade dove Agostino girava fin da ragazzino. Le case, i campetti di questa città. Ma non si ferma qui, arriva nelle periferie più lontane. In questi anni sono stato abituato a saperlo sulle magliette di Francesco (De Gregori) e Antonello (Venditti) in giro per concerti o negli spettacoli di Ariele nei teatri di quartiere. Insomma Agostino non smette di girare per Roma, instancabile sulle gambe di giovani e meno giovani. E anche fra i laziali, mi sento di dire, è guardato con affetto e dolcezza.

A qualcuno può sembrare scontato, ma così non è. C’è stato un tempo diverso: di quel calciatore di poche parole, dall’aria imbronciata e malinconica, che poi era morto suicida, per diversi anni non si voleva o si faceva fatica a parlare. Non ne faccio una colpa a nessuno di quegli anni di silenzio e di oblio. Perché parlare del malessere non è semplice. Eppure, come dimostrano i tanti problemi psicologici che inseguono i campioni, non solo nel momento del tramonto sportivo, talvolta persino nel pieno di un successo così difficile da gestire, parlarne  e ricordare è doveroso.

Per questo – oggi che Ago corre sui muri e sulle magliette, fino alle agendine con gli sticker ovunque proteggi – mi sento di ricordare che sottrarsi all’amore non è mai la scelta giusta. Negli anni più difficili credevo che il dovere del ricordo appartenesse solo alla famiglia, a chi gli stava più vicino. Oggi invece mi viene da dire a tutti voi, che con questo sentimento lo avete liberato e fatto correre in giro per Roma, un infinito grazie.”

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