• Losi: “Crisi Roma? Non dipende solo da Garcia. Il silenzio di Totti è incomprensibile”

    Redazione RN
    02/12/2015 - 16:40

    ESCLUSIVA ROMANEWS.EU – Con Giacomo Losi in campo la Roma ha vissuto alcune delle parentesi più felici ma anche più tristi della sua storia. Spesso le ha ricordate, ad anni di distanza, con il sorriso e la maturità di un vecchio saggio. E da queste ha imparato, per il bene di “Mamma Roma”, come ama chiamare la squadra che per cui ha giocato e che tuttora tifa, da ragazzino quale ancora è. Queste le parole di ‘Core de Roma’, in esclusiva a Romanews.eu, sul momento attuale dei giallorossi:

    Le sono piaciute le carote a Trigoria?
    “Per i tifosi la Roma è come una mamma, quando la vedono soffrire reagiscono sempre. La rassegnazione della squadra ha indotto la gente a esprimersi in questa maniera, ma io sono contrario a queste dimostrazioni. È vero, la Roma non sta ricambiando l’amore dei suoi tifosi, ma così non si risolve niente”.

    Perché si è arrivati a questa crisi?
    “La squadra non crede nelle capacità che ha, che eppure sono grandi. La Roma è una delle migliori squadre in Italia per come è stata creata. In campo, però, vediamo spesso il contrario. Ci sono momenti in cui l’atteggiamento è inspiegabile, e questo porta delusione. Si cambia molto, ma i risultati restano gli stessi. Al momento non abbiamo la maturità per diventare una squadra competitiva al massimo in tutte le occasioni”.

    Out Salah e Gervinho, dove si inceppa il giocattolo di Garcia?
    “Loro due sono importantissimi. Sono gli uomini di fascia che saltano l’uomo in velocità dando un apporto fondamentale alla squadra. Magari sbagliano anche i gol più semplici, ma il lavoro svolto è importante. Oggi il gioco del calcio è molto ampio, se vuoi concludere devi giocare al limite del campo. Le squadre avversarie si coprono benissimo, si studia tutto; persino l’avversario più scarso conosce alla perfezione l’avversaria. Noi manchiamo di incisività, coi singoli che giocano a corrente alterna”.

    Il silenzio di Totti?
    “Non riesco a capirlo. Francesco per noi è la squadra. Nonostante l’età, illumina la squadra e con quelle 3 o 4 giocate eccezionali può anche farti vincere. Da quando non gioca non so cosa gli sia successo. Si è messo da parte. Ma deve capire che è ancora importante, è l’anima di questa squadra pur non giocando. Deve spronare i compagni nello spogliatoio, deve ricordargli cos’è la Roma nel mondo”.

    Se lei fosse il capitano di questa Roma, cosa farebbe?
    “Da capitano mi è capitato centinaia di volte di entrare nello spogliatoio, all’intervallo, e di urlare come un pazzo, lanciando pure le cose al muro. Mi sentivo in dovere di dire la mia. Poi la reazione in campo si vedeva eccome, a prescindere dal risultato. L’impegno, in ogni partita, è la prima cosa. Non ci si deve mai accontentare. Ed è questo il messaggio che lancerei oggi, avessi ancora la fascia da capitano al braccio”.

    Szczesny o De Sanctis?
    “Io, allenatore, faccio giocare chi è più in forma cambiando il meno possibile. Il titolare è Szczesny, ma l’esperienza e la pressione di De Sanctis deve spronarlo per il bene di una competizione sana e leale. L’errore per un portiere ci sta, è l’ultimo baluardo della difesa. Anche Buffon commette errori, eppure è Buffon. Avere un portiere che dia delle garanzie è fondamentale. Se si cambia troppo spesso è finita”.

    Dzeko è davvero inadatto al gioco di Garcia?
    “Su Dzeko vedo molta confusione. Ha capacità enormi ma non le sfrutta. Non posso sapere se è mancanza di fiducia o maldisposizione tattica, ma lui è il centravanti che deve buttarla dentro, non deve girare alla larga. Questo deve ricordarselo sempre. Pensavo fosse l’uomo mancante in questa Roma, ma anche lui ha sbagliato troppo”.

    Castan può ricoprire il ruolo da titolare?
    “Sembra un ottimo difensore, poi commette errori enormi nelle marcature. Non è il Castan che conoscevo. Se il problema è fisico deve essere onesto con se stesso e prenderne coscienza, per poi decidere insieme alla società”.

    Condivide lo sciopero della curva Sud?
    “No, non condivido mai. Il tifoso deve andare allo stadio per sostenere la squadra fino in fondo, a prescindere. Sono dimostrazioni improduttive”.

    L’assenza di Pallotta?
    “Non fa bene per niente. Il presidente deve stare vicino alla squadra, anche più dell’allenatore. se il presidente entra nello spogliatoio a dire la sua si sente eccome. Quello di Pallotta è un ruolo importantissimo, è il numero uno della società. se non è presente vuol dire che gliene frega poco. saranno americani, la pensino gli come pare. Ma io sono italiano e la vedo così”.

    A maggio, sempre su Romanews, definì Garcia un “guascone”. Ancelotti, Capello, Lippi, Spalletti, Conte o Mazzarri, chi è il sostituto ideale sulla panchina della Roma?
    “Sono tutti bravi, all’altezza. Non saprei sceglierne uno. Tecnicamente gli italiani sono i migliori al mondo. Garcia o no, l’allenatore dipende sempre dalla squadra. Il tecnico può dare un certo impulso, una certa disposizione tattica, ma dipende sempre dai giocatori che ha a disposizione. Sono i singoli che vanno in campo la domenica, sono loro che decidono”.

    Chi vince lo Scudetto?
    “L’Inter è la squadra che mi dà più da pensare. Pensavo avesse solo fortuna, invece l’ho vista giocare da grande squadra. Occhio anche alle altre, la Fiorentina gioca un buon calcio, la Juve si sta riprendendo tirando fuori gli attributi. Ma con queste provinciali non si sa mai come può finire un campionato. Un tempo gli segnavi 5 gol e via, oggi non è così”.

    Riccardo Cotumaccio

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    1. Il silenzio di Totti è comprensibilissimo; c’è in ballo il rinnovo del contratto. Pallotta e Sabatini non vedono l’ora che Francesco faccia qualche dichiarazione “scomoda” per avere il pretesto di non rinnovarglielo. Occhio….

      1. Una dichiarazione “scomoda” è già stata fatta: ha detto di voler continuare per due o tre anni…..più chiaro di così……

    2. Si fanno solo chiacchere ma, se non togli subito Garzia la Roma non solo diventa Rometta ma rischia di andare in serie B. Ormai non si può aspettare uno ex Juventino quando Spalletti anni fa allenava la Roma ha fatto benissimo. Sempre forza Roma forza lupi stanno per tornare i tempi cupi. Ma scusate ma l’Americano ci tiene a questa squadra?

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