Lite Mourinho-Serra, ora l’arbitro rischia: lo scenario
Dopo aver concluso le indagini, la procura Figc ha notificato il deferimento per il direttore di gara torinese: ecco gli ultimi sviluppi
foto Tedeschi

SERRA MOURINHO LITE – Nella giornata di ieri è stata segnata una svolta importante in merito alla lite scoppiata tra Mourinho e Marco Serra, il IV uomo di Cremonese–Roma. Dopo aver concluso le indagini, infatti, la procura Figc ha notificato il deferimento per il direttore di gara torinese. Prevista oggi la sentenza della Corte Sportiva d’Appello.
Serra, cinque giorni di tempo per preparare la difesa
Mourinho spera, Serra invece rischia grosso. Come riporta il Corriere dello Sport, questo pomeriggio alle 14.30 la Corte Sportiva d’Appello si riunirà per decidere della squalifica del tecnico della Roma, sospesa sabato scorso prima della gara contro la Juventus per ulteriori indagini. La Procura Federale ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini annunciando il deferimento per violazione dell’articolo 4 del Codice di Giustizia Sportiva e del Codice deontologico degli associati Aia.
L’articolo 4 infatti recita: “I soggetti […] sono tenuti all’osservanza dello Statuto, del Codice, delle Norme Organizzative Interne FIGC (NOIF) nonché delle altre norme federali e osservano i principi della lealtà, della correttezza e della probità in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva.
Serra adesso avrà cinque giorni di tempo per preparare una linea difensiva. Una situazione difficile per lui, inchiodato dal labiale ripreso dalle televisioni e trasmesso anche dal servizio de Le Iene richiesto sia dalla Procura federale, sia dalla Roma. L’arbitro in questi cinque giorni potrà chiedere il patteggiamento che comporterà a uno sconto della sanzione del 50%.
L’arbitro torinese può anche decidere di non presentarlo. In ogni caso il deferimento, il primo a un arbitro dopo Calciopoli, arriverà davanti al Tribunale federale nazionale visto che dopo il caso D’Onofrio a giudicare gli arbitri sarà la giustizia sportiva della Federcalcio e non già quella Aia.