L’incubo di Dzeko, il sogno di Dionisi: Roma-Frosinone, per ripartire serve il gol

Redazione RN
30/01/2016 - 16:15

ROMA-FROSINONE, IL FACCIA A FACCIA – Dalla Serie B alla Premier League, per ritrovarsi – un anno dopo – di fronte l’uno contro l’altro con il dovere di segnare. Chi l’avrebbe mai detto: Roma e Frosinone, per tornare a combattere in vista dei propri obiettivi, devono affidarsi ai piedi di Edin Dzeko e Federico Dionisi, due che mai, in anni di carriera, avrebbero immaginato di scontrarsi su un campo di Serie A.

DUE MESI A SECCO: L’INCUBO DI EDIN – La grande scommessa estiva di Walter Sabatini, da molti ritenuta erroneamente una certezza, si rivela il grande caso dell’attuale stagione giallorossa. Dzeko non segna da due mesi: l’ultima rete, siglata dal dischetto al Bologna, risale al 21 novembre dello scorso anno. La quarta perla consecutiva, se contiamo anche le due firme su azione in Champions League, sembra sintomo di un rendimento ritrovato, eppure il bosniaco si perde in un bicchier d’acqua: errori a porta vuota, pali, sfortuna, poca concentrazione e tanto sconforto lo trascinano in un vortice senza sosta, affatto ridimensionato dalle prestazioni di una squadra che non gira. Contro il Frosinone, ma occhio a dirlo ad alta voce, l’occasione di ritrovare la marcatura è a portata di mano. Sta all’ex Manchester City coglierla al volo.

IL VIZIO DEL GOL, TRA SERIE A E B – Tra le migliori sorprese di un Frosinone affatto arrendevole c’è senz’altro il rendimento di Dionisi. Il centravanti reatino ha dimostrato di non soffrire il salto di categoria dalla B alla A, segnando già sei reti nell’attuale stagione (una in più rispetto a Dzeko). Mister Stellone lo ha capito fin da subito, schierandolo quasi sempre da titolare tanto da renderlo il terzo giocatore per minutaggio all’interno della rosa gialloblu (dietro solo a Leali e Diakité). Il gol gli manca dal 6 gennaio scorso, avversaria il Sassuolo: far male all’Olimpico, a pochi km da casa sua, sarebbe il coronamento di una stagione al di sopra delle aspettative. Spalletti, in un modo o nell’altro, ha il dovere di negargli la gioia.

Riccardo Cotumaccio

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