13 Novembre 2023

Lazio-Roma, l’analisi tattica: partita bloccata. Dybala e Lukaku poco pericolosi

Getty Images

Spinazzola Guendouzi Lazio Roma

LAZIO ROMA ANALISI TATTICA – Il primo dei 3 derby stagionali previsti (molto probabile che ai due di campionato si aggiunga il Quarto di finale di Coppa Italia) finisce con un salomonico 0 a 0, con emozioni racchiuse in un palo di Luis Alberto, un gol annullato a Cristante e con l’impressione che alla fine il pari venisse accettato di buon grado da entrambe le contendenti. Con 48 ore in più a disposizione a favore dei biancocelesti, in funzione degli impegni di Coppa infrasettimanali, il divario fisico previsto non è mai emerso nei 90 minuti di gara, con una Roma che ha anzi finito in crescendo la gara senza rischiare nulla complessivamente.

Moduli e sviluppi di gioco

Mourinho attende risposte e reazione all’orribile prestazione di Praga disegnando il consueto 3-5-2 con Mancini, Llorente, N’Dicka davanti a Rui Patricio, con ritorno dall’inizio di Karsdorp e Spinazzola. In mezzo c è Paredes con Bove e Cristante ai lati, a supporto dei due tenori offensivi Dybala e Lukaku. Sarri, con due giorni in più di riposo, propone il suo istituzionale 4-3-3 con Lazzari e Marusic terzini, Patric e Romagnoli centrali davanti a Provedel. In mezzo c è Cataldi, con Guendouzi e Luis Alberto mezzali propositive, a supporto del tridente composto da Anderson e Pedro ai lati di Immobile.

Primo tempo bloccato, con poche emozioni

Si comincia con l’attenzione iniziale rivolta alle coreografie sugli spalti, che finiranno per essere l’unico momento da ricordare di questa sfida sentita, per poi trasportare tutto in campo, con alcuni duelli significativi in mezzo al campo, dove c’è Bove che attenziona Cataldi e Cristante e Luis Alberto che incrociano spesso i tacchetti. Sulla costruzione bassa della Roma i 3 attaccanti biancocelesti escono sui 3 difensori centrali giallorossi, chiudendo le linee di passaggio per Paredes e Cristante, che si alternano nella regia. La Roma trova inizialmente più di una difficoltà in costruzione perché molti giocatori tendono a ricevere palla con la postura sbagliata, di spalle e l’aggressività avversaria li porta a scaricare sempre indietro

La Roma sulla costruzione bassa degli uomini di Sarri attende a trequarti, con un baricentro medio, con Lukaku e Dybala che marcano la linea di passaggio da Patric e Romagnoli verso Cataldi. In funzione dei due moduli per i giallorossi diventa subito importante sollecitare la spinta dei quinti sui quali la Lazio scivola inevitabilmente in ritardo e proprio la situazione da quinto a quinto risulterà nell’arco dei 90 minuti la più efficace, con Spinazzola che pesca Karsdorp sul secondo palo. Gli sviluppi di gioco odierni della Lazio non prevedono interscambio e rotazione delle catene esterne, ma risultano più lineari e pratici del solito, mentre c’è organizzazione nell’andare a riaggredire sempre nella zona dove viene perso il pallone.

Altro aspetto decisivo favorevole alla Lazio è che riesce sempre a chiudere il passaggio dal quinto giallorosso alla zona centrale dei 2 attaccanti Lukaku e Dybala, inibendo l’innesco delle combinazioni nello stretto, cosa che invece non avviene nell’altra metacampo, dove Paredes non fa filtro, costringendo Cristante e Bove a stringere bene. Un primo tempo così senza emozioni, dai ritmi spesso bassi, va a concludersi con Mancini e Ndicka ammoniti, nonché Lukaku che per un fallo di frustrazione nel non essere nelle incidenza della partita.

Ripresa più vivace nella supremazia alternata

Si riparte con gli stessi 22 e con la Roma che alza il baricentro. E proprio dall’incapacità riscontrata nel primo tempo di raggiungere Lukaku che diventa decisivo per la Roma l’entrare ad occupare l’area di Bove e Cristante quando Spinazzola va al cross. L’avere spostato e alzato il baricentro diventa pericoloso per i giallorossi nel momento in cui perdono palla ed equilibrio, perché la Lazio riparte subito sulla velocità di Immobile e Anderson, ma ancora una volta la gara non si rianima, neanche con i cambi. Comincia Sarri con Isaksen e Vecino per Pedro e Cataldi, Hisai e Kamada per Anderson e Marusic, a cui si aggiungono Renato Sanchez e Azmoun per Dybala e Bove, Celik e Kristensen (che va a sinistra) per Spinazzola e Karsdorp. La Roma prova a serrare i tempi nella parte centrale della ripresa, alzando i ritmi e lavorando sul recupero palla alto, ma “la montagna partorisce un topolino”, così come finisce scemando un derby stanco.

Maurizio Rafaiani

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1 commento

  1. Vega Vincent ha detto:

    Ditemi che lo specialone non è un mago: in una manciata di partite ha trasformato Dybala nel fratello scarso di Under e Lukaku nel gemello bolso di Belotti.