L’attendismo della Roma, il riscatto di Abraham e un consiglio non richiesto a Mourinho
Sei minuti che cambiano una partita. Sei minuti - dall'87' al 93' - che gettano nello sconforto il Milan. Ibanez e Abraham regalano un punto prezioso e importante per il proseguo del campionato.

Aspettando il 90esimo. Si candidava ad essere questo il sottotitolo di Milan-Roma per la sponda giallorossa. Fino all’87 quando Ibanez, alla sua seconda marcatura in questo campionato, ha riaperto una partita che sembrava ormai chiusa. La squadra di Mourinho a San Siro era chiamata a vincere per continuare a inseguire un piazzamento in Champions League e a riuscire in quello che solo una volta nelle ultime cinque stagioni è successo, ovvero fare sei punti nelle prime due gare della Serie A del nuovo anno.
A Josè non è riuscito né di emulare il risultato ottenuto dal conterraneo Paulo Fonseca nel 2020-21, né di battere i campion d’Italia. E’ riuscito però nell’impresa di rimettere in careggiata una gara che ha visto la Roma al palo per 85’ prima di un pareggio clamoroso che sa quasi di vittoria dopo quella che si stava apparecchiando come una sconfitta certa.
LEGGI ANCHE
SEGUI ROMANEWS ANCHE SU TWITTER
Si fa presto a dire “Fab four”
Da “Fab four” a “Sad four”. Il quartetto delle meraviglie romanista – o quello che prometteva di essere in estate – è sembrato a San Siro più un quartetto triste che favoloso. Zaniolo evanescente, Dybala con poche fiammate che non bruciano, Pellegrini a centrocampo che non riesce a dare qualità alle ripartenze. Abraham, uno dei migliori anche prima della zampata nei minuti di recupero che ha regalato il 2-2, è stato generoso ma anche molto impegnato a far ammonire gli avversari tanto da arrivare spompato sotto porta.
Finché i “fab four” sono rimasti in campo tutti insieme, non hanno prodotto valore aggiunto, pochissime trame di gioco, pedine statiche di un attacco disunito e mai pericoloso. Mourinho con la sua mossa voleva sorprendere Pioli, ma ha incagliato la sua squadra costretta a soffrire in mezzo al campo e senza “riserve auree” in panchina per poter cambiare la partita. Consiglio non richiesto allo Special One: la Roma, in questo momento, non può reggere il “peso” dei quattro suoi gioielli in campo tutti insieme.
L’attendismo non può essere un mantra
La Roma dell’imbattuto Foti, guadagna un punticino e aggancia la Lazio in classica a 31 punti trovando l’episodio in grado di scardinare la difesa del Diavolo. Una palla inattiva che rompe l’equilibrio e che dovrà per forza cambiare la stagione fin qui deludente dei giallorossi. Rimontare due gol in casa del Milan (al primo pareggio interno in campionato) non è da tutti, ai rossoneri di beccarne due dall’85’ non succedeva dal 2009 quando a beneficiarne fu il Napoli.
Crederci sempre e crederci fino all’ultimo va benissimo. Ma una grande squadra non può fare dell’attendismo un mantra. Può essere un exit strategy, però per arrivare in Champions serve di più, molto di più. Mourinho faccia ora quadrato intorno al ritrovato Abraham e chiuda i suoi uomini nello spogliatoio di Trigoria per capire i motivi di una reazione così tardiva. Il doppio gol di Ibanez e Abraham non cancellano 80 minuti di una Roma modesta e attendista.