La Serie A boccia Mediapro

Redazione RN
29/05/2018 - 8:09

La Serie A boccia Mediapro

IL MESSAGGERO (E. Bernardini, S. Riggio) – Questa volta vince la linea Micciché-MalagòMediapro messa alla porta. Dopo una notte passata a contare alleanze, tradimenti e voti, al quarto piano di via Rosellini si è registrata una rivoluzionaria e inedita comunità di intenti che si è manifestata nel tardo pomeriggio con il voto unanime (17 su 17, le tre retrocesse non votano) dell’assemblea della Lega serie A che ha deciso per la risoluzione del contratto con l’agenzia spagnola e si riserva di quantificare il danno. L’ad della Roma Baldissoni prospetta cause non solo a Mediapro ma anche a chi avrebbe impedito alla Lega di poter di nuovo disporre dei diritti per tutto questo tempo. Nel ruolo di intermediari indipendenti i catalani si erano aggiudicati i diritti televisivi della serie A del triennio 2018-2021 offrendo 1050 milioni di euro senza mai, però, presentare la tanto attesa fideiussione (come garanzia) di 1,2 miliardi di euro iva compresa. In questi cinque giorni di telefonate e accordi, c’è stato un patto d’acciaio. L’accordo sulle nomine in cambio del voto unanime per mandare fuori dai giochi Mediapro. E la missione,nei fatti, è riuscita completamente.

TRATTATIVE PRIVATE Adesso cosa succederà? Oggi ci sarà l’invito, da parte della Lega serie A, alla trattativa privata. Allo stato attuale è «solo» un invito perché l’apertura ufficiale, secondo i dettami della Legge Melandri, può essere fatta solo il giorno della scadenza ufficiale del contratto, ossia lunedì 4 giugno (i legali di via Rosellini si riuniranno per definire le condizioni normative che servono come informativa per il mercato). Fino a quel giorno Mediapro – glielo consente il contratto e la legge art 12.2 dell’invito – ha il tempo di versare la fideiussione (mai versata) di 1,2 miliardi di euro. «Apriremo le trattative private con tutti i broadcaster interessati», le parole di Giovanni Malagò. «Si conta nel più breve tempo possibile di ricevere offerte interessanti che possano soddisfare le esigenze delle aziende». Concetto ribadito poi da Paolo Nicoletti: «Decorsi tre bandi senza la cessione definitiva dei diritti, in casi di urgenza è previsto di andare a trattativa privata diretta».

STAGIONE DA LEADER Ieri il gruppo spagnolo ha presentato una garanzia di 186 milioni, chiedendo però l’attivazione dell’iter per arrivare al lancio del canale tematico (in quanto pende ancora il ricorso al Tribunale di Milano). «Riteniamo che tale soluzione non debba esserci preclusa, in quanto è diventata oggi una alternativa necessaria a commercializzare in modo efficace e proficuo i diritti audio visivi oltre a consentire di evitar e ulteriori attacchi di Sky. Quest’ultima sta evidentemente perseguendo una propria discutibile strategia basata sulla preservazione della propria posizione sul mercato all’interno di un paventato accordo con Mediaset Premium e Perform. Il tutto a salvataggio del club e del calcio italiano», la lettera di Mediapro. Tutto questo ai club non è bastato. Così la Lega serie A si è ripresa la titolarità dei diritti 2018-2021 e farà appunto partire le trattative private per la vendita diretta agli operatori. A questo, per assurdo, potrebbe partecipare la stessa Mediapro ma nel ruolo di broadcaster. Secondo le ultime indiscrezioni, Sky e Perform arriverebbero a un miliardo tondo, sbaragliando la concorrenza (offerta più volte assicurata da Malagò). Se Sky dovesse spuntarla per la pay tv di Murdoch si annuncia una stagione record, visto che per tre anni ha anche i diritti di Champions ed Europa League. Ma che fine faranno quei 64 milioni di euro (iva compresa) versati dai catalani come caparra il 26 marzo? Sulla carta, saranno soldi persi nel caso entro una settimana non verrà presentata la fideiussione. Gli spagnoli hanno due strade: intraprendere le vie legali o – la mossa più intelligente – tra una settimana risolvere il contratto con la Lega serie A cercando di trovare un accordo e salvare la rata da 64 milioni.

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