La Roma surclassa la Lazio nella supremazia territoriale, ma produce poche azioni pericolose
L’ANALISI TATTICA – La Roma surclassa la Lazio nel derby e consolida la terza posizione con vista sul secondo posto, dopo una gara raramente in discussione, ma che a fronte di una supremazia territoriale, di possesso palla e del risultato finale non fotografa pienamente la prestazione che presenta qualche indicazione contrastante. Perchè la pericolosità della squadra, nonostante le premesse sopra descritte, ha finito per produrre poche situazioni pericolose, con un primo tempo dove la squadra riusciva a trovare agevolmente le linee di passaggio fino a trequarti di campo, ma trovava successivamente difficoltà ad entrare dentro all’area avversaria per rendersi pericolosa. Questa difficoltà aveva origine principalmente dalla posizione di Nainggolan, che aveva il compito di dare il primo pressing ultra-offensivo alla fase iniziale di palleggio della Lazio, obbligando un impostazione deficitaria, e in se la scelta si rivelerà azzeccata, vista la mancanza di continuità nella manovra dei biancocelesti che per tutto il primo tempo,molto attendisti, non davano mai l’idea di potere riuscire ad alzare il baricentro e le percentuali del loro possesso. Ma era proprio la posizione di Nainggolan che andava a creare difficoltà di movimento al falso nove Perotti, che trovava i suoi spazi, già angusti per la presenza dei 3 mediani avversari, occupati dal belga che non gli consentivano di operare come consuetudine, condizionando molto la manovra dei giallorossi obbligando successivamente l’argentino a ricavarsi spazi sulle corsie esterne,specie la sinistra. Il primo tempo dei giallorossi è un dominio sotto l’aspetto della supremazia e possesso (come già espresso sopra), ma racchiuso tutto nel gol di El Sharaawy e nella conclusione di Pjanic che si stampa sul palo. Il fraseggio e gli interscambi sono poco brillanti, ma la squadra dimostra sempre di avere il controllo della gara e il modulo trova i suoi sviluppi sul campo grazie alla posizione di Keita e Pjanic che da dietro aprono il palleggio, con Salah e El Sharaawy sulle corsie esterne con Perotti e Nainggolan nelle posizioni tali da fare sembrare un 4-2-3-1. La ripresa vede la Roma serrare i tempi alla ricerca del gol della sicurezza, ma la mancanza di un attaccante centrale che obblighi attenzioni alla linea difensiva avversaria, specie ai due centrali, si fa sempre più necessaria e l’innesto di Dzeko diventa fondamentale per trovare questo aspetto tattico che diventerà decisivo. Infatti sia in occasione del raddoppio (proprio di Dzeko) che del quarto gol è evidente come la sua presenza ritardi la lettura dei due centrali difensivi (che quindi non escono incontro al portatore di palla) che in entrambi i casi consentono a Perotti di battere a rete. Sul doppio vantaggio dei giallorossi la gara vive un momento di stallo nella parte centrale della ripresa, nel quale si inserisce la Lazio, che grazie all ingresso di Keità e Klose trova, contemporaneamente, sia una pericolosità importante sulla corsia di destra della Roma, dove il duello di 1 contro 1 con Florenzi diventa decisivo ,sia un occupazione dell’area di rigore avversaria più idonea alle caratteristiche della gara. Il tedesco infatti conosce alla perfezione tutti i pertugi dell’area di rigore e sa sempre dove trovare le posizioni dove potersi rendere pericoloso e nella fattispecie comincia a fluttuare nella zona tra il centrale di sinistra (Rudiger) e l’esterno (Digne). Questo breve tentativo di forcing dei biancocelesti produce alcuni calci d’angolo, sui quali la Roma si fa sempre sorprendere concedendo all avversario di colpire, ed è la buona sorte a correre in soccorso dei giallorossi con due legni colpiti nello spazio di pochi minuti da Parolo. Spalletti corre opportunamente ai ripari dando solidità alla catena in sofferenza spostando Rudiger sulla strada di Keita, con Florenzi a supporto, inserendo Zukanovic a centro area mantenendo inalterati i centimetri a centro area. Il terzo gol di Florenzi regala una seconda parte di ripresa rassicurante, dove la squadra trova gol ed entusiasmo, con la certezza che guardare davanti sia ora il prossimo obiettivo più imminente.
M.R.
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Complimenti. Devo dire che la vosta analisi e’ sempre di altissimo livello, estremamente precisa e competente. Sono totalmente d’accordo, aggiungerei che a volte la squadra eccede in palleggio ai limiti dell’area quando invece potrebbe provare la soluzione dalla distanza, visto gli ottimi tiratori.
Saro’ sbaglioto io, ma non vi capisco, si è vinto il derby 4 a 1, si sono fatti 4 gol, preso un palo, sbagliato con Salhà un gol fatto e si dice che le occasioni sono state poche, andateve a vede le partite de Krichet.