La Roma si diverte senza brillare contro un Palermo incapace di reagire

Redazione RN
22/02/2016 - 11:35

ROMA-PALERMO, L’ANALISI TATTICA – La quinta vittoria consecutiva della nuova Roma di Spalletti non ruba l’occhio per quasi un ora di gioco, limitandosi a trovare sviluppi di gioco sul campo più per la pochezza degli avversari che per una reale supremazia voluta e cercata con ossessione sin dai primi minuti di gioco, con un Palermo che tenta opposizione non solo mettendosi sottopalla con tutti gli effettivi, ma occupando addirittura la linea a ridosso della propria area di rigore nel tentativo di fare una densità che in certi momenti riesce anche a sortire gli effetti sperati. La gara dei giallorossi ha un impatto iniziale confusionario e molto simile alla prima gara col Verona di un mese fa, con qualche posizione dei giocatori troppo approssimativa e un occupazione del campo non omogenea. Nei primi 15 minuti si assiste ad uno sbilanciamento a destra, con la corsia di sinistra colpevolmente ignorata, salvo correre ai ripari con lo spostamento di Florenzi che (a sinistra) finirà per giocare più di posizione che incidere più di tanto in fase di possesso. Il modulo dei giallorossi vede, davanti ad una difesa a 4, Keita che opera da regista, con 4 giocatori che si muovono alle spalle di Dzeko che funge da terminale offensivo. Qualche trama di gioco i giallorossi la sviluppano anche agevolati dall’inconsistenza del centrocampo rosanero, che lavora più di posizione che di pressione, ma finché Dzeko non sblocca la gara la manovra non è fluida. Il gol ha il potere taumaturgico di sbloccare i giallorossi e, complice l’incapacità di reagire degli avversari, la gara fila via liscia senza rischi e patemi in fase difensiva. Questo permette ai giallorossi di mantenere comunque possesso e supremazia territoriale e quando Keita raddoppia la gara è praticamente finita, perché i rosanero non hanno la forza di rimetterla in piedi, e per i giallorossi diventa un bivaccare negli spazi che si creano dal tentativo velleitario di riscossa degli uomini di Iachini. La Roma si diverte, ma veramente poca cosa il Palermo di questa sera, una squadra incapace di reagire e costantemente in balìa di avversari che con il minimo sindacale trovano la maniera di arrotondare il risultato pur senza brillare particolarmente come nelle precedenti uscite.

Maurizio Rafaiani

SCZCESNY: praticamente inoperoso, col Palermo che non lo stuzzica mai.

MAICON: lavora in ampiezza per tutta la gara, inibendo e costringendo l avversario diretto (il giovane Pezzella) ad una gara difensiva e di contenimento. Davanti a lui Salah muove le sue leve sulla profondità, ma finché la gara non si sblocca il brasiliano deve impegnarsi per creare la superiorità numerica che schiaccia da subito la linea difensiva avversaria dentro all area, andando sia all assistenza ai compagni che alla conclusione.

FLORENZI: comincia a destra, dove forma una catena con Maicon, e dove si interscambia con Salah nell entrare senza palla dentro all area avversaria. Dopo 15 minuti trasloca a sinistra dove prosegue la sua gara fino al fischio finale, fatta più di assistenza a Digne in fase difensiva che di spinta in una zona dove non ha capacità di incidere, essendo di piede opposto.

MANOLAS: nonostante la pochezza offensiva del Palermo sia evidente, a scanso di equivoci cancella dal campo tutte le traiettorie aeree per Gilardino, al quale concede solo lo scarico della palla e copre con la sua corsa di recupero devastante ogni pericolosità nell imbuto centrale.

RUDIGER: la linea difensiva dei giallorossi è scarsamente sollecitata, ma i due centrali lavorano con buona intesa e comunicazione, tenendo la linea difensiva sempre molto alta che opera un elastico difensivo sempre adeguato.

DIGNE: comincia timido, preoccupato di dovere coprire la fascia da solo in entrambi le fasi, si libera di ogni titubanza quando Florenzi gli va a giocare davanti dandogli assistenza. Il risultato è che comincia a spingere con costanza, con più di un cross che effettua dalla corsia esterna pur non sempre precisi

KEITA: il consueto lavoro oscuro di posizione, soprattutto in fase di avvio di manovra, non deve preoccuparsi della fase difensiva come farebbe De Rossi nel suo ruolo perché il Palermo non prende mai campo in maniera significativa. Sicché il maliano si dedica al palleggio, trovando anche la maniera di occupare l’area avversaria in occasione del gol che tranquillizza lo score della gara. Nel tourbillon di movimenti e spazi che si creano alle spalle di Dzeko trova la maniera di infilarsi andando alla conclusione dalla distanza. L’efficace tocco di punta col quale batte Alastra è un gesto classico del futsal.

PJANIC: gara in crescendo, libero da marcature e attenzioni asfissianti, si muove a tutto campo ma con preferenza per le zone a ridosso di Dzeko, nella posizione di trequartista, e la sua vicinanza valorizza sia la sua gara che quella del compagno bisognoso di assistenze qualitative. Colpisce il palo e trova spesso linee di passaggio che consentono di superare immediatamente e senza difficoltà le timide linee di pressing dei rosanero. Nella parte iniziale di gara cerca più interscambi di posizione con Nainggolan, salvo collocarsi definitivamente nei 30 metri finali col passare del tempo di gara, distribuendo bene i palloni,specie quelli sulla profondità.

NAINGGOLAN: comincia nella zona di centro sinistra, molto accentrato e preposto ai movimenti di interscambio con Pjanic, salvo lasciare il compito di raccordo con Dzeko al suo connazionale Pjanic. Alla fine si muove a tutto campo, sradicando palloni agli avversari e trovando in più di un occasione sia la transizione che la possibilità di distendersi in contropiede, dove trova la maniera di confezionare anche l assist per il quarto gol (il secondo di Salah).

SALAH: per quasi un ora di gioco è più un correre a vuoto il suo, che un reale apporto positivo alla causa offensiva,ma quando trova il gol (assistito da un tocco delicato di Dzeko) la sua gara ha un impennata importante, che culmina con il capolavoro del secondo gol. Praticamente i 30 minuti finali della ripresa lo vedono battere con devastante intraprendenza gli spazi che un Palermo sbilanciato alla ricerca di rimettere in sesto la gara lascia e ripiegare con puntualità sulla linea dei centrocampisti in fase di non possesso. In troppe occasioni è troppo impreciso quando sceglie la conclusione dalla distanza.

DZEKO: per tutta la parte iniziale della gara la squadra raramente riesce a trovare le coordinate per raggiungerlo con qualità e il bosniaco risente di tale atteggiamento. Tanto che quando fallisce incredibilmente davanti alla porta spalancata sembrano riapparire certi fantasmi del passato. Ma la maniera in cui riceve, successivamente,il pallone in area addomesticandolo e scaravendolo alle spalle di Alastra restituisce ai giallorossi un giocatore definitivamente ritrovato, che unisce  alla capacità di gestione della palla giocata addosso, anche una capacità di palleggio coi compagni e un occupazione dell area che nel secondo gol torna finalmente a risaltare prepotentemente con lo stacco dal timing perfetto col quale sovrasta Gonzales. Per 90 minuti gestisce e muove la profondità offensiva della Roma,trovando anche due assist per i compagni.

FALQUE: ingresso non giudicabile, si sistema a sinistra

PEROTTI: subentra in mezzo al campo al posto di Pjanic, gli basta un secondo per entrare in partita, pennellata artistica la traiettoria con la quale manda Dzeko all appuntamento con la sua prima doppietta italiana.

STROOTMAN: l’evento della serata, che mitiga l’aria greve dell ambiente ancora scosso dalla querelle Totti-Spalletti, 18 minuti utili a restituire fiducia ad un giocatore che può tornare utile nello sprint finale del campionato dei giallorossi non appena avrà ritrovato ritmo partita, distanze e tempi di gioco.

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  1. bella e completa questa analisi del match da parte di M. R. .. interpreta in breve ma con attenzione il rientro di Strootman .. complimenti ..

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