La Roma si adegua al Napoli e regala il sorpasso alla Juventus

Redazione RN
14/12/2015 - 10:15

NAPOLI-ROMA, L’ANALISI TATTICA – La Roma continua la sua caduta libera scivolando al quinto posto, posizione con la quale terminerà probabilmente l’anno solare, e che consegnerà alla sosta natalizia le dovute riflessioni che andranno doverosamente sviluppate per capire come, e se, intervenire sul mercato di gennaio. Per tentare di non rendere fallimentare la stagione che doveva vederla sfruttare l’impasse della sua principale antagonista degli ultimi tre anni: la Juventus; e sono proprio i bianconeri a relegare i giallorossi al quinto posto in classifica, con il pari del San Paolo che consente agli uomini di Allegri il sorpasso a una Roma che, quantomeno, esce indenne proprio dal campo dove tutte le squadre che la precedono avevano segnato il passo. La condotta di gara degli uomini di Garcia è stata un adeguarsi all’avversario, ma soprattutto al momento che il gruppo sta vivendo, con un atteggiamento difensivo che non lasci spazi significativi all’avversario, e con alcuni accorgimenti che vedremo nello specifico più avanti nelle descrizioni della gara dei singoli. A centrocampo si assiste al gioco delle coppie, con Pjanic che va a prendere molto alto Jorginho, con De Rossi che pur giostrando molto davanti alla difesa di occupa di Hamsik, e Nainggolan di Allan. Questo adeguarsi all’avversario sortisce buoni effetti, perché i principali flussi di gioco del Napoli vengono contenuti e limitati, con il primo tempo che porta la Roma a non rischiare mai; ma questo atteggiamento, al quale si aggiunge la precarietà del momento, ha un suo rovescio della medaglia; perché i giallorossi non riescono quasi mai, eccetto alcuni brevissimi momenti della seconda parte del primo tempo, a gestire un palleggio che consenta di alzare il baricentro e congelare la gara impedendo al Napoli di andare in forcing, cosa che finirebbe per dare pericolosità e morale ad un Napoli che risente comunque della sconfitta di Bologna; per un ora di gioco la gara è molto brutta, con il Napoli che non trova le coordinate del suo gioco per via della gara per larghi tratti rinunciatario della Roma, che vuole rischiare il meno possibile. Nella ripresa il Napoli trova alcune situazioni favorevoli che nascono soprattutto quando Higuain, fino a quel momento stretto nella morsa dei centrali,cerca movimenti ad uscire che aprono un pericoloso corridoio dove Hamsik entra obbligando Szczesny agli straordinari; dal 4-3-3 del primo tempo, con il triangolo dei 3 centrocampisti a specchio sui corrispondenti avversario, i giallorossi concludono la seconda parte della ripresa con un 4-4-1-1 che con abnegazione e un pizzico di buona sorte consente il raggiungimento del risultato minimo sperato. Aldilà dell’importanza di non avere perso lo scontro diretto, deve essere chiaro che per arrivare allo scudetto la Roma dovrà non solo superare ben 4 squadre, ma dovrà mantenere altresì in ruolino di marcia imponente, continuo, e che peschi pochi punti per strada; probabilità che, al momento, appare alquanto remota per quanto i giallorossi hanno fatto vedere in questi 4 mesi.

I 90 MINUTI DEI GIOCATORI

SCZCESNY: Se la Roma torna da Napoli indenne, lo deve soprattutto alla sua attenzione e reattività sulle conclusioni dei partenopei, dove chiude lo specchio sempre perfettamente posizionato sulla bisettrice. Ma il capolavoro della sua gara è quando si distende a terra, un metro fuori dell’area piccola, sul radente di Ghoulam e dove anticipa l’intervento a colpo sicuro di Higuain, dopo pochi minuti del secondo tempo; gestisce con grande qualità tutti i palloni con i piedi.

FLORENZI: Insigne lo mette spesso in difficoltà, puntandolo ma senza incidere sulla gara, ma la notizia più preoccupante è la sua fase offensiva che va sempre più in esaurimento, cosi come la sua involuzione generale; prevedibile in fase di spinta, gestisce male il suo possesso della palla con imprecisioni soprattutto nel fondamentale attraverso il quale avrebbe dovuto raggiungere in area Dzeko, il cross. Ghoulam si prende la scena sulla corsia di destra giallorossa relegandolo ad una gara difensiva, con Hamsik che libero delle attenzioni di Pjanic (che si occupa soprattutto di Jorginho), e di alcuni ritardi nel ripiegamento di Falque, punta l’area tagliando e presentandosi due volte all’ appuntamento col gol.

MANOLAS: Insormontabile e imbattibile su tutte le traiettorie aeree che transitano in area di rigore, con Rudiger si gestisce Higuain, mandando il tedesco in prima battuta e lavorando sulla copertura, annullando completamente il terminale argentino.

RUDIGER: Detto sopra di come si gestisce con Manolas lo spauracchio Higuain, è sempre pronto a posizionarsi in area sui fendenti radenti dalle corsie esterne; denota in molti frangenti un evidente nervosismo nei confronti dei compagni, anche se non sono chiari i destinatari; confeziona l’inutile assistenza per il gol di De Rossi.

DIGNE: Hysaj lo sovrasta sotto l’aspetto della corsa in entrambe le fasi, concedendosi il lusso di stravincere nettamente la gara dei cross effettuati, ma quando Nainggolan corre in soccorso riesce a limitare i danni; in fase difensiva Callejon prova a tagliare il campo ma difficilmente lo sorprende, tanto che il suo duello in tal caso è in attivo.

DE ROSSI: Sempre puntuale sulle linee di passaggio per Higuain, limita i fraseggi avversari davanti alla linea difensiva, lineare nella poca gestione del palleggio che la squadra opera dalle retrovie.

NAINGGOLAN: Lotta per due mantenendo equilibri importanti per la squadra e la sua compattezza, con Allan che comunque non gli da grattacapi particolari sotto l’aspetto dei movimenti senza palla; meno preciso del solito nella gestione della palla, con larghi tratti di gara dove il pressing immediato dei centrocampisti partenopei lo limitano nelle transizioni.

PJANIC: Cerca di giostrare il più possibile vicino a Dzeko per evitare che se isoli davanti, ma così facendo non può essere 15 metri più indietro a gestire il palleggio dalle retrovie, del quale necessita la squadra per non farsi schiacciare eccessivamente dietro; il suo compito principale in fase difensiva è quello di limitare Jorginho, cosa che altresì gli toglie energie importanti che nella ripresa pesano su più di una sua gestione di palla.

FALQUE: La sua posizione serve principalmente per dare equilibrio sulla corsia dove il Napoli produce le fonti di gioco migliori, e dove Pjanic avrebbe comunque pagato dazio; in fase di possesso si perde in mezzo alle maglie avversarie.

SALAH: Definitivamente recuperato a livello articolare, il mancato palleggio della squadra lo obbliga a venirsi a prendere la palla troppo lontano dalla porta per potere rivelarsi pericoloso per gli avversari; giostra sulla posizione per lui finora anomala di sinistra dove non sempre assiste Digne e obbligando Nainggolan al doppio lavoro sopra descritto.

DZEKO: Se Pjanic non arriva ad assisterlo lo si trova isolato in mezzo ai 2 reparti (difesa e centrocampo) del Napoli che ripiegano con organizzazione e tempistica appena persa palla; gestisce come meglio può i palloni sporchi che gli giungono, ora guadagnando punizioni o falli laterali, o finendo per perdere palla sugli avversari che spesso lo triplicano. Il suo apporto resta sempre da leggere tra le righe,mentre quando conclude di testa ad inizio gara la conclusione non è all’ altezza della sua fama; nella ripresa va a cercarsi palla a sinistra.

ITURBE:  Al suo ingresso la squadra si sistema con un 4-4-1-1, con l’argentino che scala a sinistra; due consuete percussioni nelle quali riesce a guadagnare calci di punizione che fanno respirare la squadra,e che certificano la sua voglia di rimanere in vita (sportivamente parlando), giusto fino all’apertura della sessione del mercato di gennaio dove andrà a ricostruirsi altrove.

GYOMBER: Entra per avanzare Florenzi consolidando il 4-4-1-1 che la squadra stava sviluppando in campo nella conservazione del risultato finale; spinge e trova il tempo anche di mettere un cross interessante, ma conclude la sua prestazione concedendo a Mertens l’ultimo brivido finale.

VAINQUER: Completa le operazioni di consolidamento del risultato finale operando dove aveva concluso Florenzi la sua gara e gestisce bene i disimpegni.

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