• La Roma occupa bene il campo e Pjanic fluttua tra le linee, dopo un’ora Udinese k.o.

    Redazione RN
    29/10/2015 - 10:45

    ROMA-UDINESE, L’ANALISI TATTICA – Un’ora di gioco figlia dell’autostima acquisita nella serata vittoriosa di Firenze e la Roma si conferma capolista solitaria. Dopo un turno di campionato interlocutorio con vista sul secondo big match della settimana in programma sabato a Milano, si è vista una gara scarna di contenuti tattici, con un Udinese dimessa e per larghi tratti con un atteggiamento passivo, contrariamente al temperamento del proprio allenatore.  Temperamento che al contrario i giallorossi mettono in campo sin dai primi minuti sfruttando l’impasse iniziale dei friulani e scavando un doppio vantaggio rassicurante, scosso qua e la da qualche sortita di Pasquale, Badu e Thereau: gli unici che provano a smuovere i compagni. Il 4-3-3 dei giallorossi entra bene dentro al campo occupandolo ottimamente con movimenti di interscambio tra i 3 attaccanti e i 3 centrocampisti. Ritmo alto e flussi di gioco facilitati dalla passività avversaria e in un’ora di gioco il risultato è in cassaforte, con Pjanic a fluttuare tra le linee, Florenzi a equilibrare e con Falque il 4-4-2 col quale i capitolini scalano a difendere nella fase di non possesso. Le uniche difficoltà che i friulani avrebbero potuto portare alla fase difensiva nascono da una comunicazione e collaborazione tra Thereau e Perica che di fatto non avviene, risparmiando grattacapi indesiderati alla squadra di Garcia. Unico neo della serata la parte centrale della ripresa, dove la Roma si è insinuata pericolosamente nelle sabbie mobili di un possesso palla sterile e stucchevole che somigliava in maniera sinistra a quello che troppo spesso aveva contraddistinto e avvelenato il piano tattico della passata stagione. Importante infine la possibilità di aver potuto far rifiatare giocatori importanti grazie al risultato ben presto acquisito.

    R.F.

    I 90 MINUTI DEI GIOCATORI

    SZCZESNY: sempre attento tra i pali, puntuale sulle traiettorie aeree, gestisce la palla scaricata con grande qualità, consentendo ai compagni un palleggio agevole e giostrando ogni minimo accenno o tentativo di pressione degli attaccanti di Colantuono

    MAICON: assiste Pjanic per il vantaggio iniziale, penetra dall’esterno al centro per il raddoppio che indirizza la gara e batte la corsia destra come ai tempi migliori con puntualità e peso specifico. Diventa fondamentale anche il suo recupero affinché Florenzi possa rifiatare ogni qualvolta ce ne sia il bisogno senza far pagare dazio alla squadra. Pasqual lo sollecita molto in fase difensiva mandandolo fuori fase in qualche frangente di troppo, ma attendersi la prestazione perfetta dopo un lungo inutilizzo sarebbe stato troppo

    MANOLAS: il palleggio è delegato al centrocampista che a turno si abbassa, sicché risparmia energie preziose che gli tornano utili nei duelli a centro area e nella percussione con la quale apre la difesa friulana conclusa con l’assist per Gervinho

    RUDIGER: finche la sua gara si gioca su duelli fisici con Thereau e Perica può dare il suo apporto adeguato, ma troppe variabili concorrono ad una fase difensiva efficace e quando le letture diventano situazionali i suoi adeguamenti lasciano qualche perplessità. Lenti, ma comunque chiari miglioramenti

    DIGNE: prova ad assorbire il taglio di Aguirre, ma il ritardo è decisivo nel non riuscire nell’intento di contrastare la conclusione. Spinge sempre senza risparmiarsi ma incide meno del previsto sulla fase offensiva, nonostante vada anche a concludere. Una certa stanchezza gli regala qualche sbavatura in fase difensiva, con Widmer che trova qualche guizzo di troppo

    PJANIC: come per Gervinho, i sentori sono positivi, l’ispirazione ai massimi livelli, la palla non scotta mai e viene spostata con qualità. Quando trova palla dietro le linee diventa difficilmente leggibile nelle intenzioni per gli avversari

    NAINGGOLAN: gara in ascesa, dove nella parte iniziale sembra tirare ancora il fiato per gli straordinari a tutto campo di Firenze, salvo ritrovare energie e geometrie col passare dei minuti. Con le prime annichilisce i centrocampisti friulani, con le seconde palleggia dietro alle linee scambiando con Pjanic

    FLORENZI: ricomincia da dove aveva finito a Firenze, mezzala di centrodestra ma di fatto a tutto campo nel continuo interscambio sopra citato coi compagni. Incrocia spesso Marquinho, uno degli ex di turno, senza ricevere attenzioni particolari, permettendosi di risparmiare energie preziose. Precipitoso in alcuni frangenti e conclusioni, graziato da Russo al 38′ che non lo ammonisce nonostante l’intervento ostruzionistico

    GERVINHO: anche nella gara meno brillante del suo ultimo periodo trova modo di lasciare la propria firma nel tabellino marcatori e ciò è sicuramente di buon auspicio perché le annate di grazia nascono sempre dai moniti che gli eventi lasciano come segnali propizi. Inizia girando intorno a Dzeko ,salvo scegliere successivamente gli spazi sulla profondità. Non sempre riesce a cucire il suo gioco con quello della squadra risultando spesso isolato nelle letture

    DZEKO: nonostante rimanga a secco il suo apporto, che al momento può dare,rimane prezioso. Riferimento costante per il primo passaggio dopo la transizione che si trasforma in ripartenza, meno presente in area di quanto potrebbe. Non sempre deciso in più di una conclusione, ha l’attenuante che più di un assistenza gli giunge sporcata nella traiettoria di arrivo; come a Firenze smista palloni importanti

    FALQUE: il meno brillante della serata, molto compassato e poco intraprendente,comincia a soffrire la mancanza di un impiego con continuità che possa dargli certezze e la voglia di incidere di più con le sue giocate e colpi che finora rimangono dormienti. Resta comunque un prezioso equilibratore nella fase difensiva

    VAINQUER: col suo ingresso finisce l’interscambio in mezzo al campo, si posiziona davanti alla difesa gestendo con semplicità e linearità le situazioni

    GYOMBER: entra e fa in tempo a partecipare al buco centrale che porta alla rete dei friulani

    ITURBE: sempre generoso e voglioso di scuotersi, si posiziona sul centrodestra per ripartire e fare respirare la linea difensiva, conclude con decisione costringendo Karnezis agli straordinari

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