EDITORIALE | Defibrillatore per favore… ma che bella la Roma in finale
La Roma si è difesa con tutte le sue forze a Leverkusen. Sofferenza tanta, gioia di più perché questa Roma sa lottare e sa resistere. Perché il gol di Bove all'andata è una favola e alla fine pesa più di tutti in questa stagione.
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La Roma si qualifica per la finale di Europa League. La seconda finale in una delle maggiori competizioni europee in due anni, con Mourinho al timone. Tante quante il club giallorosso ne ha giocate nella sua storia (Coppa dei Campioni 1983/84 e Coppa Uefa 1990/91). Ecco, appunto: con Mourinho al timone. Quello che davano per bollito quando un giorno di maggio di poco più di due anni fa la società ne annunciava l’annuncio. Per il tecnico portoghese è la nona finale europea in carriera e per la seconda volta riesce a portare una squadra a due finali di fila dopo il Porto. Special Mou!
Era la partita di Mourinho
Quella di Budapest del 31 maggio sarà la quinta finale europea per la Roma su sette semifinali giocate. Un risultato eroico, ottenuto con il sacrificio, lo spirito di squadra e un tifo emozionante che ha letteralmente trascinato la squadra all’Olimpico e lontano dall’Olimpico. Gruppo unito e mentalità figlia del suo allenatore. Quella contro il Bayer Leverkusen in fondo era proprio la partita di Josè. Tutti a difendere con le unghie e con i denti per respingere l’assalto dei tedeschi, compatti, un pezzo di marmo unico, reparti senza soluzione di continuità.
Era difficile, e difficile è stato proteggere l’1-0 dell’andata con una squadra falcidiata dagli infortuni, che alla BayArena sono andati incrementandosi anziché diminuire. Nei 98 minuti di assedio Bayer, i giallorossi hanno perso prima Spinazzola, uscito dopo 34’, e poi Celik, in campo fino al 78’. Tuttavia la macchina da guerra messa a punto dal lusitano ha funzionato alla perfezione concedendo agli uomini di Xabi Alonso soltanto una traversa. Si è difesa con tutte le sue forze: non serve fare i nomi, chi è sceso in campo questa semifinale voleva superarla e sono stati tutti commoventi. Sofferenza tanta, gioia di più perché questa Roma sa lottare e sa resistere. Perché il gol di Bove all’andata è una favola e alla fine pesa più di tutti in questa stagione.
La Roma in finale, adesso sta a Mourino completare l’opera
La Roma ha vinto solo una delle ultime otto trasferte europee, il 2-1 in casa dell’HJK alla quinta giornata di questa stagione e non è riuscita a segnare in nessuna delle ultime tre. Ma è comunque in finale, per giunta senza di fatto impiegare la sua stella più brillante, Paulo Dybala. Proprio lui che se fosse rimasto alla Juventus questa finale l’avrebbe solo sfiorata. Era destino, visto che la squadra di Allegri si è arresa ai supplementari al Siviglia e al gol decisivo dell’ex giallorosso Lamela.
Adesso sta a mister Finale Josè Mourinho completare l’opera. E trovare le motivazioni per scrivere nuove pagine di poesia anche nella prossima stagione. Perché questo tifo è in completa simbiosi con lui. E lui lo ha capito. Non manca che citofonare a Trigoria.
GSpin