La Roma continua la sua marcia, scandita da qualità di gioco e ritmi importanti

Redazione RN
28/02/2016 - 10:26

EMPOLI-ROMA, L’ANALISI TATTICA – Sei vittorie consecutive e avviso ai naviganti: la Roma di Spalletti è in salute e l’ascesa comincia ad assumere sempre più i connotati di una marcia trionfale, scandita da ritmi importanti e qualità di gioco evidenti. I giallorossi vincono su un campo difficile, contro un avversario che mette in mostra organizzazione, conoscenza tattica, ma soprattutto personalità e venire a capo di una squadra che presenta certi requisiti e valori è sinonimo inequivocabile di una Roma per la quale chi la precede possa ora avere più di una preoccupazione in termini di classifica. Le due squadre si affrontano con moduli pressoché speculari, un 4-3-1-2, con la Roma che ruota intorno alla posizione di Perotti che funge più da trequartista che cuce il gioco, liberando lo spazio centrale che a turno El Shaarawy (come in occasione del gol) e Salah vanno ad occupare con movimenti sia con che senza palla. La manovra dei giallorossi è da subito fluida, la palla si muove veloce e con qualità, gli interscambi dei giocatori costanti, con molta ricerca del cosiddetto terzo uomo e anche nelle situazioni di pressing e in spazi stretti la facilità di palleggio della Roma è evidente. L’Empoli tenta di aggredire anche alto ma la qualità del palleggio dei giallorossi consente di superare la prima linea di pressing dei toscani aprendo in più di un occasione il fronte a spazi ampi suo quali distendere la velocità dei suoi attaccanti. Il vantaggio dei giallorossi sembra indirizzare la gara, quando un infortunio improvviso si pone come ostacolo sul cammino degli uomini di Spalletti, ma la qualità dei giallorossi porta ben presto alla costruzione di un nuovo vantaggio che, seppure su palla inattiva, premia la squadra che meglio sta in campo con più qualità. La Roma non rischia nulla praticamente per un ora di gioco, ma quando si trovano di fronte due squadre che professano comunque sempre l idea di fare la gara, non appena una delle due tira il fiato l’altra prende il sopravvento. Nella parte centrale della ripresa l’Empoli serra i tempi e prende campo con veemenza, acuendo le difficoltà nella fase difensiva della catena di destra giallorossa, con Maicon che viene messo in mezzo dai movimenti di Mario Rui, con Maccarone e Croce che sfruttano i tempi di pressione e il non dinamismo non eccelsi di Pjanic (unito al non sempre puntuale ripiegamento di Salah che non può essere sempre perfetto se deve anche attaccare). Attraverso questa situazione tattica i toscani mettono in gioco tutta la loro nobile idea di calcio, arrivando attraverso un fraseggio ben orchestrato anche dietro le linee, ad aprirsi un fronte d attacco (quello sinistro appunto) propizio, che i giallorossi non riescono ad arginare in molti momenti. Ma la Roma sta bene e appena riesce a ripartire sui suoi giocatori dotati di capacità di corsa costruisce i presupposti per arrivare al terzo gol che chiude la partita.

M.R.

SCZCESNY: In occasione del pari momentaneo è tratto in inganno e preoccupato del possibile intervento di Maccarone che prova ad intercettare di piede la traiettoria aerea e pertanto sceglie di respingere di pugno la palla anziché tentare di bloccarla, cosa che sarebbe comunque stata possibile. Ne viene fuori una carambola beffarda con Zukanovic che rimette in gara un Empoli fino a quel momento innocuo in fase offensiva. Poi si allunga su Maccarone, ma per il resto la sua serata lo vede praticamente mai impegnato, forse più preoccupato per come dalla corsia di Maicon piovano in area traversoni e radenti molto pericolosi.

MAICON: Un’ora di gioco con una fase di spinta presente,soprattutto ad allargare il campo e a sostegno dell’azione di Salah. In fase difensiva Mario Rui già nel primo tempo gli manda avvisaglie precise, che nel secondo tempo si materializzano in maniera veemente e preoccupante quando l’Empoli prende in mano la gara nella parte centrale del tempo. Maccarone capisce che muoversi dalle sue parti può dargli qualche vantaggio, ma il brasiliano è opportunamente sostituito prima che possa incidere negativamente sul risultato.

RUDIGER: Lavora col compagno di reparto gestendo il 2 contro 2 centrale dove Maccarone e Pucciarelli ballano tra il corridoio dell’imbuto centrale e quello tra centrale ed esterno, ma i pericoli alla fine saranno veramente minimi, perché lavora bene sia nell’anticipo che nelle situazioni di corpo a corpo. Conclude la gara opportunamente sulla corsia esterna sigillando la fascia in fase difensiva, senza disdegnare più di una sortita offensiva.

ZUKANOVIC: Vedi Rudiger, anche se molto lo deve alla vicinanza di Digne che è molto attento a stringere e a dargli compattezza e copertura vista la scarsa spinta a destra dell Empoli. Non ha il passo di Pucciarelli o Maccarone e le difficoltà di certi momenti sono dovute a questa differenza di passo.

DIGNE: Detto sopra dell’assistenza a Zukanovic, la sua fase difensiva è ordinata, mentre in quella offensiva la sua è una spinta accademica, che nonostante i tempi,gli interscambi e il gioco a 3 con i compagni della catena (El Shaarawy e Nainggolan), si conclude troppo spesso con assistenze poco utili verso il centro dell area, con traversoni fuori misura e con poca intensità.

NAINGGOLAN: In 35 minuti agisce da mezzala sinistra con compiti espletati egregiamente su Zielinski in fase difensiva e con accompagnamento costante in fase offensiva prima di arrendersi ad un contrattempo muscolare.

PJANIC: Per 90 minuti prova a mettere ordine, ma se la manovra dei giallorossi prende quota è più per meriti altrui che delle sue geometrie ancora troppo alterne e discontinue, che porta dentro alla gara. Ha comunque il merito di riportare la squadra in vantaggio. Nel secondo tempo è dalla sua parte dove l Empoli trova spazi e tempi di gioco importanti, ma che il suo apporto in fase difensiva sia non sempre eccelso è conclamato. A parziale attenuante di certe prestazioni resta l’equivoco della sua posizione in campo, che non tende a valorizzare pienamente le sue caratteristiche, perché il potenziale del giocatore è indiscusso. Si riprende nella seconda parte del secondo tempo dove contribuisce al congelamento del risultato.

KEITA: Non è certo lo spessore del carneade Krunic a potergli dare preoccupazioni inattese, ma il maliano si posiziona comunque sul trequartista prestandogli le attenzioni necessarie per limitarne ulteriormente il già esiguo repertorio. Ancora una volta tanto lavoro oscuro e gioco di posizione.

PEROTTI: Tra le linee non lo prendono mai, nell’uno contro uno trova sempre il guizzo e le superiorità numeriche per la squadra, gioca sempre ai tocchi richiesti, a tutto campo ma principalmente a cucire il gioco alternandosi tra la posizione di falso nove e trequartista. Imbuca per El Shaarawy mandandolo in gol, si guadagna il calcio di punizione del secondo. Manca qualcosa? Si, si gioca il giallo con un fallo tattico molto prezioso su Pucciarelli, scherma le linee di passaggio per Paredes che gioca una gara anonima faticando a prendere in mano il palleggio della sua squadra, tanto da obbligare Croce ad abbassarsi per sostituirsi al mancato palleggio dell’argentino, togliendo una situazione pericolosa in più ai toscani sul fronte offensivo.

EL SHAARAWY: Al posto giusto al momento giusto in entrambi i gol, si sacrifica per tutta la gara in una fase difensiva puntuale che gli toglie qualche energia di troppo in quella offensiva, dove viene dentro al campo lo stretto necessario per incidere sulla gara,stazionano molto in ampiezza. Spalletti lo vorrebbe più bravo nel leggere i movimenti ad entrare dentro al campo per incidere di più in fase di ripartenza e glielo spiega al momento della sostituzione.

SALAH: Si posiziona in fase difensiva sulla parte di centrodestra per dare subito la prima possibilità di passaggio dopo la fase di riconquista da parte della squadra, ma nel complesso gioca una gara dove risalta più per la maniera in cui entra nell’azione del terzo gol che chiude definitivamente l’incontro.

FALQUE: Per Spalletti è una mezzala, ma oggettivamente resta un giocatore polivalente (jolly classico) che sa entrare immediatamente in partita e gestire con grande abnegazione, dedizione ed equilibrio l’economia di gioco della squadra. Si sistema sul centrosinistra dando il suo apporto in entrambe le fasi. Spalletti sceglie per l avvicendamento di Nainggolan più lui di Vainqueur, rispetto al quale garantisce più dinamismo in fase di pressing difensivo e intraprendenza in fase offensiva.

MANOLAS: Sempre rischioso cambiare a gara in corso uno della coppia di centrali difensivi, ma la contingenza del momento rendeva necessario intervenire. 20 minuti sono alla sua portata nonostante lo stato febbricitante in atto.

DZEKO: Entra e fa respirare la squadra, tiene palla e concorre a congelare il risultato.

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  1. Per Essa? Mah… Cara Redazione, mi spiegate perche’ a volte anche se metti il codice di verifica giustissimo ti da’ sempre errore? Oppure scrivo due parole tipo FORZA ROMA e basta e arriva la risposta STAI SCRIVENDO COMMENTI TROPPO IN FRETTA, RALLENTA? Grazie

      1. Gentile redazione, la segnalazione del signor Giovanni è esatta, purtroppo succede molto di frequente. Per scrivere un post è diventato difficoltoso e dopo alcuni tentativi si rinuncia a farlo, inoltre spesso non si viene pubblicati ed allora la disaffezione verso voi è automatica. Grazie per l’eventuale risposta. Anche adesso è il ventesimo tentativo…

  2. Confermo quanto rilevato sul codice di verifica. Sulla gara grande soddisfazione finalmente nel vedere una squadra equilibrata, propositiva e continua. L’analisi tattica risulta puntuale e senz’altro condivisibile. In particolare concordo nel rilevare la posizione inadeguata di Pjanic che sa fare goals e li fa fare, ma non regge ritmi e possanza da centrocampista. Maicon mi sembra alla frutta e ancora si è visto un convincente Ruediger a destra (il poverino soffre a sinistra). Grande Spalletti e smettetela di evocare l’eterno capitano: ora è solo una figurina, sgualcita per colpa sua!

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