• La Roma abbassa il baricentro e regala il pareggio ai tedeschi

    Redazione RN
    21/10/2015 - 9:53

    BAYER LEVERKUSEN-ROMA, L’ANALISI TATTICAAll’inferno e ritorno, e ancora all’inferno, in un turbinio di emozioni che ancora una volta lasciano l’amaro in bocca alla Roma nel suo mai banale cammino in Champions League, che non perde mai occasione per regalarsi complicazioni sistematiche delle quali farebbe molto volentieri a meno. Le 2 squadre si presentano con due moduli opposti che creano vantaggi e svantaggi a entrambi: il 4-4-2 dei tedeschi consente una fase difensiva compatta, con i reparti corti e vicini, che consente un recupero di palla ottimale in mezzo al campo e ripartenza sulle corse in diagonale dei 2 attaccanti alle spalle della linea difensiva dei giallorossi. La preoccupazione principale dei primi portatori di pressing tedeschi è di chiudere le linee di passaggio per Pjanic; di contro, il 4-3-3 della Roma consente di occupare in maniera omogenea il campo in fase di possesso, trovando triangoli di gioco che ogni volta che superano le linee di pressing mettono in condizione per la rifinitura in campo aperto il possessore di palla. I primi 20 minuti i giallorossi non occupano male il campo, ma sono sufficienti 2 palle scoperte per farsi prendere d’infilata, con la prima che trova impreparata la corsia di destra e la seconda i 2 centrali difensivi. Lo schiaffo subito pungola l’orgoglio degli uomini di Garcia, che incrociano molto i movimenti dei 3 attaccanti, ma nonostante una manovra che trova sbocchi alle spalle dei 2 lenti centrali difensivi tedeschi ci vogliono 2 calci piazzati per raggiungere la parità. E’ sempre un calcio piazzato a legittimare il sorpasso, meritato perché il secondo tempo vede i giallorossi molto presenti nella metacampo avversaria sfruttando la velocità di Gervinho e Salah che allungano la squadra ogni volta che si presenta l’occasione creando i presupposti per l’allungo che può sembrare decisivo; ma la gara vive di equilibri labili, con i giallorossi che danno si l’impressione di potere colpire in contropiede, così come capitolare da un momento all’altro e, il ritorno furente dei tedeschi, rimette in piedi  una gara che solo all’apparenza sembra chiusa visto che i giallorossi abbassano troppo il baricentro difendendo più di posizione che di pressione, con l’incredibile pari beffardo che si materializza nel rocambolesco finale di gara.

    M.R.

    SZCZESNY: ogni retropassaggio che riceve viene pressato dagli attaccanti tedeschi che lo obbligano al rilancio immediato impedendone la gestione palla e la possibilità di impostazione; sui gol può fare veramente poco.

    TOROSIDIS: sfortunato in occasione del rigore procurato, un’altra gara che lo vede sempre a metà strada nella lettura delle situazioni, con troppe assenze sulle diagonali da operare sulla sua zona; tale errore è una costante della sua gara e culmina nell azione del pari, con il corridoio tra lui e il centrale che viene spesso ricercato dalle traiettorie dei rifinitori avversari.

    MANOLAS: non chiude la traiettoria della palla che manda Hernandez al 2 a 0,facendosi sorprendere dall imbucata, ma è l unica sbavatura di una gara che lo vede reggere spesso da solo tutte le incursioni centrali degli avanti tedeschi.

    RUDIGER: tiene in gioco Hernandez in occasione del secondo gol e gioca una gara personale, perseverando nella lettura personale e mai di reparto delle situazioni. Non marca o non copre e non assorbe i movimenti degli avversari.

    DIGNE: nella sua gara si trovano anche cose buone, come una spinta apprezzabile e una fase difensiva attenta quando la palla viaggia a ridosso della linea laterale. Ma quando viene dentro al campo diventa meno efficace, palleggia male con un passaggio orizzontale in occasione del secondo gol e perde l uomo in occasione del quarto.

    DE ROSSI: 2 gol e la consueta protezione ai centrali, con un palleggio lineare e un attenzione alle seconde palle decisiva, ma non può essere ovunque quando filtra in area il radente del definitivo pari.

    NAINGGOLAN: discreto in entrambe le fasi, ma eccessivamente temporeggiatore nella seconda metà della ripresa, con la squadra che abbassa il baricentro colpevolmente.

    PJANIC: gol a parte,riesce a disegnare molte traiettorie ficcanti e rifiniture decisive, ma nonostante molti palloni recuperati in fase difensiva pesa sugli equilibri della squadra quando abbassa il baricentro.

    SALAH: mette il corpo e prende posizione,sposta palla e prende velocità, fluttua da destra a sinistra tagliando il campo trasversalmente, ma al lato pratico la sua pericolosità è limitata rispetto alle premesse, con un essere troppo slegato dalla manovra dei compagni.

    GERVINHO:  l’attaccante più pericoloso della serata, svaria su tutto il fronte d attacco ballando alle spalle della linea difensiva avversaria rappresentando una minaccia costante in termini di occasioni gol e assist; pare definitivamente ritrovato e il suo apporto diventa fondamentale per aumentare le variabili inerenti alla pericolosità della squadra.

    FLORENZI: non troppo presente in entrambe le fasi, va fuori tempo sull avversario che manda sul fondo la rifinitura per il radente a centro area finale.

    FALQUE: gol a parte entra bene in gara nella fase di possesso, mentre concorre alle difficoltà nel disequilibrio della seconda metà della ripresa.

    DZEKO: 10 minuti per fargli riassaporare il campo in vista di Firenze, e per fare salire la squadra allentando il forcing avversario.

    ITURBE: ingresso non giudicabile.

    Vedi tutti i commenti (4)

    Scrivi un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


    *

      Tutti i commenti

      1. Sicuro che con un altro allenatore in panchina Toro non avrebbe colpito il pallone col braccio, Rudinger e compagnia cantando non si sarebbero addormentati sul secondo gol credendo in fuorigioco Hernandez e sul terzo del Bayer il portiere, con un altro mister, non si sarebbe fatto scavalcare dal tiro e sul pareggio non ci sarebbero stati tutti quegli errori individuali.

    1. Sì, aripiateve Zeman! Il problema della Roma è la Società, che non riesce a dare equilibri a tutto l’ambiente e definire le gerarchie. Garcia ha i suoi limiti, ma non mi pare che in giro ci siano -in Italia – tanti fenomeni! Il problema della Roma, da Liedholm a Eriksson, a Spalletti, A Capello, a Ranieri, a Bianchi… è sempre il solito: manca l’umiltà che ti fa soffrire con intelligenza e difendere il risultato! Non è colpa degli allenatori se la squadra manca le partite importanti (Liverpool, Lecce, Sampdoria, Bayern…) Spero che la prossima non sia a Firenze, ma già so come andrà a finire…

    2. D’accordo su tutto, ma Nainggolan temporeggia perché è ammonito e rischia il rosso. Sul 4-2, con due cambi a disposizione, un allenatore italiano(più tattico) lo toglie e mette Vanquer a fare legna o Castan.
      Al limite lo fa sul 4-3 e non mette Dzeko, non ancora al meglio, quando c’è da fare battaglia.

    Seguici in diretta su Twitch!

  • Leggi anche...