La dura legge di Lukaku: radiografia di una pazza domenica
Il ribaltone durante il recupero del secondo tempo. Due minuti e 17 secondi e due gol di Azmoun, il primo per lui in Serie A, e di Lukaku che scacciano l’incubo della seconda sconfitta consecutiva a una settimana dal derby
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C’è una Roma fino al 91esimo della partita con il Lecce e c’è una Roma dal 91esimo in poi. Chiamatela pure pazza Roma, squadra che non muore mai, grazie ai 9 gol segnati nei minuti di recupero. Fatto sta che questo gruppo, con tutti i suoi difetti, continua ad essere maledettamente viva. Lo avevamo scritto dopo la brutta sconfitta con l’Inter, lo ribadiamo oggi, dopo una gara che se Lukaku avesse segnato il rigore al 4’ sarebbe stata di tutt’altro tenore. Le prove non le abbiamo, ma per come si era messa è lecito immaginarsi qualcosa di diverso.
Con il Lecce le scorie dei fischi di San Siro per Lukaku
Nel giorno del rientro di Dybala va in scena, in un Olimpico grande protagonista, una partita-batticuore. L’onda lunga dei fischi di San Siro avrà condizionato il bomberone belga che si fa parare il penalty dal romano e romanista Falcone (a proposito, un consiglio per gli acquisti non richiesto a Pinto). Fatto sta che dopo l’erroraccio sotto Curva Nord, sullo stadio cala l’ombra dell’incubo del 1986: non c’era in ballo uno scudetto, ma la Roma stava di nuovo per perdere in casa contro un Lecce generoso e gagliardo sì, ma mai più vittorioso all’Olimpico contro i giallorossi dopo quel giorno di 37 anni fa.
Poi il ribaltone durante il recupero del secondo tempo. Due minuti e 17 secondi e due gol di Azmoun, il primo per lui in Serie A, e di Lukaku (a quota 6 marcature in campionato come Osimhen e Giroud) che scacciano l’incubo della seconda sconfitta consecutiva a una settimana dal derby. Al fischio finale le lacrime dell’ariete Romelu abbracciato a Mourinho sono l’immagine più bella della serata e di un successo in cui ormai nessuno più sperava. Nel suo pianto tutta l’emozione per una partita giocata probabilmente condizionato dall’errore sul dischetto, lui che non sbagliava un rigore da 6 anni e che neanche avrebbe dovuto calciarlo.
Dybala e le magie sotto gli occhi della promessa sposa
Sì, perché il titolare della mansione è Dybala, ma l’argentino, reduce dall’infortunio, aveva scelto di non tirare calci da fermo. Da demone a eroe di giornata dunque. Il numero 90 giallorosso manda così in visibilio gli oltre 60.000 dell’Olimpico su assist proprio di Paulo, spettacolare anche quando non al meglio tra ‘rabone’ e ‘sombreri’ sotto gli occhi della promessa sposa Oriana a tifare dalla tribuna. I ragazzi di Mourinho quindi restano incollati alla zona Europa e si presentano nel migliore dei modi al derby del prossimo weekend con la Lazio, scavalcata in classifica al termine di 90 minuti.