• Il retroscena. La Roma e un sogno chiamato ´punta´

    02/02/2008 - 0:00

     
    Attaccante. Un ruolo spesso in voga dalle parti di Trigoria. Si è spesso detto: la Roma non lo cerca, non lo vuole, non rientra nei suoi piani. Eppure, al rompete le righe di ogni calciomercato, punte e goleador vengono sempre accostati al club giallorosso. Oggi Spalletti è stato chiaro: prima e dopo la conferenza stampa. Davanti ai microfoni ha ammesso: “E’ vero, non abbiamo una punta fisicamente importante. Manca nella rosa. Se arrivasse un attaccante di questo tipo, ci darebbe più consistenza…”. Un input da decifrare. Anche perché, ad inizio stagione, lo stesso tecnico toscano rivelò che in estate la Roma aveva provato a prendere Boghdani. Allo “stop” del recente mercato di gennaio Stefano Antonelli, amministratore delegato del Torino, ha confessato candidamente che la società giallorossa gli ha chiesto Di Michele e Bjelanovic. Dunque, tutto porta a pensare che a Trigoria, tra smentite di rito e dichiarazioni di ordinanza, si stia preparando l’assalto ad un attaccante. Anche perché Spalletti ha rivelato i tentativi fatti per portare alla Roma, Caracciolo e Rolando Bianchi. Due attaccanti di peso e dalle spiccate qualità realizzative. Sondaggi e nulla più. Mai trasformatisi in accordi. Il motivo: la squadra capitolina, alla resa dei conti, non può garantire a nessuno un posto da titolare o un’adeguata quantità di gettoni di presenza. Ma il tema resta: cercasi punta. E pensare che in estate, nella cornice dell’estenuante trattativa che portò Chivu all’Inter, la Roma tentò di regalare a Spalletti proprio quel giovane Balotelli, artefice di una notte magica, in Coppa Italia, contro la Juventus. Ruolo? Attaccante.

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