Il Pagellone di Paolo Franci: **Rosetti maggiordomo cattivo, **Menez mariuolo francese
10 a Edgar RosettiRicorda da vicino il perfido Edgar, maggiordomo cattivo de Gli Aristogatti, quello con landatura così traballante e incerta da sembrare alticcio. Sia chiaro, la perfida allusione è per licona dei cattivacci del mondo Cartoon, mentre il Nostro ahinoi è in carne, ossa e soprattutto fischietto. Saggira per il campo con laria di chi ha appiccicato il chewing gum sotto al tavolo, lo sguardo di un merluzzo allamato e le sopracciglie perennemente alzate neanche fosse rimasto chiuso nellascensore. E fischiazza a vanvera anzi, fischionza, gettando lo scompiglio tra gli armigeri dacciaio di Ranieri che, via via, vengono travolto senza pietà. Gli orrori di Edgar Rosetti sono grandguignoleschi, agghiaccianti e se questo è il miglior arbitro al mondo, io sono Edgar Allan Poe. A tal proposito recito la media voto degli arbitri stilata dal Corriere dello Sport: Rosetti con 5,16 è al 25° posto. Su 29. Una cosa buona lha fatta però: ha riabilitato Antonio Cassano
Perché il 10 in pagella? Semplice, è un genio.
9 a Mimì MenezIl mariuolo francese si piazza là davanti apre il tavolino, ci mette i tre bicchieri, la noce e chiama Thiago Silva, un farloccone brasiliano alto e fregnone, come si dice a Roma. Indovina dovè? gli fa, spostando veloce i bicchieri e il sallucchione carioca non ne azzecca una che è una. Il perculeggiamento è al limite della denuncia fin dal passaggio indietro per Dida, che per il Nostro è pane caldo e fragrante. E talmente cattivo e maleducato con il farloccone (lho già detto?), Mimì Menez, che alla fine mamma Rosetti molla larrosto sui fornelli, scende in strada e gli rifila lo scapaccione giusto, negando quel rigore che pare abbiano visto anche due turisti lussemburghesi in gita a Pechino. Lui però non si incupisce e, anzi, da vero monello si pulisce il naso sulla manica della maglia, tira fuori la mazzafionda e continua a tormentare le povere vecchiette di rossonero vestite.
8 a LeonardoPare uno di quei fighetti alla Franco Gasparri, divo dei fotoromanzi degli anni 80. Il capello è perfetto, il sorriso smagliante, la camicia aderente e limpermeabile è in tinta. E in tribuna le ragazzine sospirano adoranti, sognando amorazzi sudici e peccaminosi. Lequivoco è grosso. Il Padrone gli aveva chiesto, intendendo evidentemente altro: Leo, cribbio, fammi vedere il bello del Milan!, sciorinando i soliti sondaggi: Il 232% dei tifosi rossoneri è perfettamente, cribbio, daccordo con me cribbio e anche il 211% di quelli interisti! (cribbio). Un vecchio adagio dice: Attacca il somaro dove vuole il padrone, Leo però non cè riuscito e così Thiago Silva continua a corricchiare libero per i prati del Meazza. Originale il suo credo tattico: più che un 4-4-2 o 4-3-3 il suo è un 1-2-3 stella. La partita? Mi piacerebbe molto giudicarne le gesta da allenatore, un vero peccato che non lo sia.
7 a Stefano GubertiSparito al punto che avevamo iniziato a seguire le puntate di Csi per ritrovarne le tracce. Ranieri nel finale lo sbatte là davanti, prima a destra poi a sinistra e lui si fa beffe delle muccone rossonere passandogli in mezzo alle gambe svelto come un ermellino. Bentornato ragazzotto.
5 a RonaldinhoIl ciondolare della riccioluta coda è la cosa più svelta che gli rimane. E lento come Lotito nel rinnovare i contratti, inconcludente e irritante. E raccomandato da Lui in persona, avete presente no? Quel bassotto che dice sempre cribbio. E gioca titolare perché in panchina al Milan ci hanno messo un modello di Vogue che fa tutto quello che gli dice lo stilista (cribbio). Nel secondo tempo segna il rigore e inventa il lancio per Pato. Tutta roba che non doveva essere della partita se Rosetti laltra sera se ne fosse andato al cinema con la moglie a vedere il tarantiniano Bastardi senza Gloria. Pare fossero finiti i biglietti però, per questo sè presentato al Meazza. E da lì, è iniziato Pulp Fiction.
4 a Nicolas BurdissoIl rigore su Nesta, alla fine pare esserci, ma per vederlo abbiamo dovuto sorbirci 1232 moviole. Evabbè, ci sta. A Zanna Bianca però, pur a malincuore, non possiamo non rinfacciare quanto sia stato pollastro nellazione maledetta che cambia la partita. Nesta è di spalle, è laziale e questo cè sempre da tenerlo in conto e pure discretamente furfante da svenire al primo tocco. Uno come te, vecchio lupo argentino, certe sciocchezze non le può proprio commettere.
Paolo Franci
Quotidiano nazionale