Il Pagellone di Paolo Franci: **Rosetti maggiordomo cattivo, **Menez mariuolo francese

Redazione RN
19/10/2009 - 0:00

 
10 a Edgar RosettiRicorda da vicino il perfido Edgar, maggiordomo cattivo de “Gli Aristogatti”, quello con l’andatura così traballante e incerta da sembrare alticcio. Sia chiaro, la perfida allusione è per l’icona dei cattivacci del mondo Cartoon, mentre il Nostro ahinoi è in carne, ossa e soprattutto fischietto. S’aggira per il campo con l’aria di chi ha appiccicato il chewing gum sotto al tavolo, lo sguardo di un merluzzo allamato e le sopracciglie perennemente alzate neanche fosse rimasto chiuso nell’ascensore. E fischiazza a vanvera anzi, fischionza, gettando lo scompiglio tra gli armigeri d’acciaio di Ranieri che, via via, vengono travolto senza pietà. Gli orrori di Edgar Rosetti sono grandguignoleschi, agghiaccianti e se questo è il miglior arbitro al mondo, io sono Edgar Allan Poe. A tal proposito recito la media voto degli arbitri stilata dal Corriere dello Sport: Rosetti con 5,16 è al 25° posto. Su 29.  Una cosa buona l’ha fatta però: ha riabilitato Antonio Cassano… Perché il 10 in pagella? Semplice, è un genio.
 
9 a Mimì MenezIl mariuolo francese si piazza là davanti apre il tavolino, ci mette i tre bicchieri, la noce e chiama Thiago Silva, un farloccone brasiliano alto e fregnone, come si dice a Roma. “Indovina dov’è?” gli fa, spostando veloce i bicchieri e il sallucchione carioca non ne azzecca una che è una. Il perculeggiamento è al limite della denuncia fin dal passaggio indietro per Dida, che per il Nostro è pane caldo e fragrante. E’ talmente cattivo e maleducato con il farloccone (l’ho già detto?),  Mimì Menez, che alla fine mamma Rosetti molla l’arrosto sui fornelli, scende in strada e gli rifila lo scapaccione giusto, negando quel rigore che pare abbiano visto anche due turisti lussemburghesi in gita a Pechino.  Lui però non si incupisce e, anzi, da vero monello  si pulisce il naso sulla manica della maglia, tira fuori la mazzafionda  e continua a tormentare le povere vecchiette di rossonero vestite.
 
8 a LeonardoPare uno di quei fighetti alla Franco Gasparri, divo dei fotoromanzi degli anni 80. Il capello è perfetto, il sorriso smagliante, la camicia aderente e l’impermeabile è in tinta. E in tribuna le ragazzine sospirano adoranti, sognando amorazzi sudici e peccaminosi. L’equivoco è grosso. Il Padrone gli aveva chiesto, intendendo evidentemente altro: “Leo, cribbio, fammi vedere il bello del Milan!”, sciorinando i soliti sondaggi: “Il 232% dei tifosi rossoneri è perfettamente, cribbio, d’accordo con me cribbio e anche il 211% di quelli interisti! (cribbio)”. Un vecchio adagio dice: “Attacca il somaro dove vuole il padrone”, Leo però non c’è riuscito e così Thiago Silva continua a corricchiare libero per i prati del Meazza.  Originale il suo credo tattico: più che un 4-4-2 o 4-3-3 il suo è un 1-2-3 stella. La partita? Mi piacerebbe molto giudicarne le gesta da allenatore, un vero peccato che non lo sia.
7 a Stefano GubertiSparito al punto che avevamo iniziato a seguire le puntate di Csi per ritrovarne le tracce. Ranieri nel finale lo sbatte là davanti, prima a destra poi a sinistra e  lui si fa beffe delle muccone rossonere passandogli in mezzo alle gambe svelto come un ermellino. Bentornato ragazzotto.
5 a RonaldinhoIl  ciondolare della riccioluta coda è la cosa più svelta che gli rimane. E’ lento come Lotito nel rinnovare i contratti, inconcludente  e irritante. E’ raccomandato da Lui in persona, avete presente no? Quel bassotto che dice sempre cribbio. E gioca titolare perché in panchina al Milan ci hanno messo un modello di Vogue che fa tutto quello che gli dice lo stilista (cribbio). Nel secondo tempo segna il rigore e inventa il lancio per Pato. Tutta roba che non doveva essere della partita se Rosetti l’altra sera se ne fosse andato al cinema con la moglie a vedere il tarantiniano Bastardi senza Gloria. Pare fossero finiti i biglietti però, per questo s’è presentato al Meazza. E da lì, è iniziato Pulp Fiction. 
 
4 a Nicolas BurdissoIl rigore su Nesta, alla fine pare esserci, ma per vederlo abbiamo dovuto sorbirci 1232 moviole. Evabbè, ci sta. A Zanna Bianca però, pur a malincuore, non possiamo non rinfacciare quanto sia stato pollastro nell’azione maledetta che cambia la partita. Nesta è di spalle, è laziale e questo c’è sempre da tenerlo in conto e pure discretamente furfante da svenire al primo tocco. Uno come te, vecchio lupo argentino, certe sciocchezze non le può proprio commettere.
 
Paolo Franci
Quotidiano nazionale

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