• Il monologo giallorosso è un piacere per gli occhi. Le 8 vittorie spaventano tutti

    Redazione RN
    14/03/2016 - 10:25

    UDINESE-ROMA, L’ANALISI TATTICA – E ora diventano 8 le gare con cui la Roma tenta di spaventare chi la precede e, contemporaneamente, di inibire il tentativo di rimonta di chi ora la rincorre affannosamente; vittoria legittima e pressoché mai in discussione se si eccettua il frangente di 10 minuti della ripresa, culminato col palo di Zapata, in cui i friulani hanno provato ad andare in forcing, trovando più una casualità nella costruzione delle azioni pericolose, che una reale orchestrazione della manovra; l’inizio della gara (sin dal fischio d’inizio, come rilevato già nella gara con la Fiorentina durante la cronaca con il nostro direttore Fabrizio Aspri) è ben presto un monologo giallorosso, con Dzeko che funge da terminale offensivo liberando spazi dove gli interscambi con i 3 trequartisti creano delle linee di passaggio che portano alla rifinitura, come in occasione del vantaggio iniziale; di fronte a Dzeko l’Udinese è una difesa a 3 più Widmer a destra che cerca di equilibrare la linea, con Fernandes e Widmer che vanno a prendere alti Digne e Florenzi cercando di inibire la manovra avvolgente dei giallorossi; in mezzo al campo i friulani avrebbero la superiorità numerica, ma la Roma è sempre corta, e muove molto bene la palla dall’esterno al centro, e viceversa, trovando modo di spezzare e variare le linee di passaggio, che unite ai movimenti armoniosi senza palla negli ultimi 30 metri, creano i presupposti sia di una fase di possesso importante nelle percentuali, che di una supremazia territoriale che la vedono andare al riposo meritatamente in vantaggio; l’impressione è che la squadra trovi piacere nel giocare, così come ormai sia in possesso di una cultura e conoscenze calcistiche che le consentono sviluppi di gioco ariosi e piacevoli; questa Roma è ormai sempre più in grado di sviluppare, in maniera uguale, sul campo, sia il 4-2-3-1 che il 4-3-3 col falso nove mascherato, perché le caratteristiche dei giocatori si sposano alla perfezione, e consentono di poterlo variare anche a gara in corso; e quando Pjanic subentra ad El Shaarawy, opportunamente, il palleggio riprende quota, e la squadra può riprendere la sua qualità e gioco che la rimettono prontamente in carreggiata.

    SZCZESNY: Sempre attento, respinge un po’ goffamente il sinistro di Lodi, si allunga con tutti i centimetri sia su un radente a centro area dall’esterno di Widmer, così come si allunga sulla deviazione che lo coglie in controtempo; osserva sul palo di Zapata (ma non avrebbe potuto nulla), così come non può nulla sul diagonale sottomisura di Matos; bene nella gestione coi piedi e nelle traiettorie aeree.

    FLORENZI: Tralasciando l’enfasi per la magia in occasione del gol del raddoppio,la sua gara è encomiabile per l’attenzione che mette nella fase difensiva nonostante dalla sua parte l’Udinese giochi le sue catene più accentuate, con Adnan che appoggia e spinge, con Halfredsson che sovrappone in zona palla e Fernandes che taglia dentro; nonostante i friulani riescano a pungere e ad affondare a sinistra,i pericoli in mezzo all’ area sono poi minimi; in fase di spinta è sempre puntuale e legge molto bene gli interscambi con Perotti che gli taglia spesso davanti.

    MANOLAS: Cancella dapprima Thereau e successivamente Zapata,dal campo,ma nel momento centrale della ripresa in cui comincia il 2 contro 2 nel cuore della difesa giallorossa tra lui, Zukanovic e i due corazzieri friulani la linea difensiva soffre la situazione; recuperi e diagonali opportune, anticipo di testa e di piede.

    ZUKANOVIC: Vedi Manolas, al quale si fa preferire quando deve uscire in palleggio da dietro; presente e di peso in area, con sofferenza, come sopra descritto, regge il vantaggio minimo fino a quando Florenzi non chiude la contesa.

    DIGNE: Stimolo poco brillante anche se continua, specie nella parte iniziale della gara, in occasione del gol avversario rimane a metà strada; troppo spesso il suo è un difendere più di posizione che in maniera attiva.

    NAINGGOLAN: Per tutta la gara è un duello sotto la aspetto della fisicità con Halfredsson, dove non sempre ha alla meglio, e la situazione gli toglie più di un’energia che finisce per condizionargli la fase di possesso, dove non sempre è lucido nelle letture; nonostante il giallo sul groppone sin dai primi minuti riesce a terminare indenne la gara.

    KEITA: Anche lui gravato del giallo già nel primo tempo,cerca di delegare la sua fase difensiva limitandosi al raddoppio al centrale difensivo alle sue spalle e alla chiusura della linee di passaggio per la punta centrale avversaria; palleggio e sicuro riferimento nel primo tempo notevole della squadra.

    SALAH: Rifinisce per il vantaggio di Dzeko e dall’impressione che quando viaggia per vie centrali trovi le fortune migliori, laddove sull’esterno la corsa di Adnan riesce a contrastare la sua prepotenza in percussione conclamata; alle sue spalle, troppo spesso, lascia colpevolmente che si consumi il”dramma”dell’inferiorità numerica di Florenzi contro la catena di sinistra friulana; prova ulteriori assistenze in avanti ma con scarsa fortuna.

    PEROTTI: A fasi alterne, ma più per merito di Badu che spesso ne incrocia la corsa in fase d’inizio azione; quando la squadra sviluppa trame ariose, è però sempre presente all’interno di esse.

    EL SHARAAWY: Molto bravo ad aiutare Digne in fase difensiva, si propone in ampiezza sul campo cercando gli spazi alle spalle di Widmer che va sempre a prendere alto Digne; si muove molto portando spesso Danilo a prendere decisioni approssimative che liberano l’imbuto centrale, dove s’infila Dzeko per il primo gol.

    DZEKO: riferimento avanzato sul quale ruota tutta la fase offensiva giallorossa, con movimenti a uscire che liberano il corridoio centrale, così come è lui bravo a percorrerlo quando la manovra si sviluppa dall’esterno; la squadra riesce sempre a raggiungerlo dimostrando come sia completa nella lettura offensiva degli interpreti, anche quando differiscono tra loro per caratteristiche.

    PJANIC: il suo ingresso rimette ordine nella manovra giallorosse che stava soffocando sul tentativo di rimonta dei friulani, il palleggio si innalza e, come con la Fiorentina, la giocata in verticale (per la quale sta cominciando, finalmente, a fare valere le sue qualità) manda in gloria le sorti della gara, con l’assistenza per Florenzi che chiude l’incontro.

    STROOTMAN: Ingresso irrilevante.

    M.R.

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