Il Mondo: Unicredit allerta i Sensi

02/10/2009 - 0:00

 
Il Mondo – La telenovela Italpetroli sta per arricchirsi di una nuova puntata. I pignoramenti richiesti da Unicredit, l’istituto più esposto con oltre il 70% dei 403 milioni di euro dovuti dalla holding della famiglia Sensi alle banche, puntano a due dei tre comparti della capogruppo, cioè i depositi petroliferi e l’immobiliare, mentre l’As Roma resta fuori. Ma il recupero forzato, un anno dopo l’accordo del 18 luglio 2008 non rispettato da Italpetroli, si scontrerà con una situazione patrimoniale deteriorata e con l’altro creditore bancario, il Montepaschi, che ha incominciato a chiedere garanzie.Immobiliare Patetta, la subholding che riunisce terreni e fabbricati e che aveva sempre portato utili ai Sensi, ha chiuso il 2008 con un risultato negativo per 11,2 milioni di euro. Patetta deve questo passivo alle perdite di valore durevole dovute in massima parte (7 milioni di euro) alla controllata Fondiaria Lasa. Queste somme hanno avuto un impatto pesante sul conto economico e, di conseguenza, sul patrimonio netto, sceso da 12,8 milioni di euro a 1,6 milioni di euro. Sui conti del 2009, invece, andrà a gravare il debito con il Mef relativo al concordato fallimentare del gruppo Genghini. Nel 2002 il ministero aveva chiesto un rimborso di 9,6 milioni di euro.Per adesso i Sensi hanno accettato di versare 7 milioni. La riorganizzazione ha portato in capo a Patetta una serie di partecipazioni che prima erano di pertinenza diretta di Italpetroli (Villino Pacelli, Frama, Campo dei Fiori, Santa Rosa, Riviera del Tirreno  e Veronese). Nei vari passaggi, ha subholding ha maturato un debito verso la controllante pari a 74,1 milioni di euro. L’operazione mirava a fare emergere valore da cespiti appostati a costo storico. L’obiettivo è stato raggiunto con la Compagnia Fondiaria Romana, che ha in portafoglio i terreni della Cittadella dello sport di Torrevecchia il cui valore di carico è salito da 3 a 49 milioni di euro, e con Infisser, cresciuta da 4,6 a 25,3 milioni di euro.
 
Queste due valutazioni, basate su perizie di terzi indipendenti, hanno portato una plusvalenza complessiva di 66,8 milioni di euro nei conti della società amministrata da Maria Cristina Sensi, la seconda delle tre figlie di Franco e Maria Sensi. Al termine della partita delle rivalutazioni dentro Patetta rimangono partecipazioni immobiliari per un valore di 137,8 milioni di euro. Il mercato in crisi, però, potrebbe stimarle molto meno. Su Torrevecchia, per esempio, sarebbero arrivate offerte pari a un terzo dei 100 milioni di euro attesi dai Sensi. Uno degli interessati sarebbe Francesco Gaetano Caltagirone, azionista del Mps.
 

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