Il Comune chiede i danni alla Roma: 331 milioni per la chiusura del progetto Tor di Valle. Fonti Campidoglio: “Memoria difensiva atto dovuto”
Foto Tedeschi

STADIO DELLA ROMA – Si apre un nuovo capitolo per la questione Stadio della Roma. Al Tar è stato presentato il controricorso del Comune contro la società giallorossa e i suoi due ex soci.
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Chiesti 276 milioni per le opere pubbliche perse dalla città
L’amministrazione, come riporta La Repubblica, chiede un maxi-risarcimento alla società giallorossa. Il comune chiede 331 milioni di euro al club e ai suoi due ex partner Eurnova e Cpi. Nel conteggio c’è sia un danno d’immagine incassato da Roma Capitale così come i soldi dovuti a dirigenti e funzionari che hanno lavorato a vuoto e le opere pubbliche che la città ha poi perso. Il tutto è stato firmato dall’avvocatura capitolina che ha depositato il controricorso al Tar del Lazio lunedì con delle accuse lunghe 30 pagine. Il danno d’immagine è valutato per circa 23,8 milioni di euro ed è stato calcolato dai risultati prodotti immettendo su Google la chiave di ricerca “Lo Stadio della Roma non si farà”. Segue il danno per le ore ‘perse’ dai manager così come quelle dei funzionari e degli impiegati. Il capitolo più pesante è quello delle opere pubbliche, lì il risarcimento sale a 276 milioni in un colpo solo.
Fonti Campidoglio: “Memoria difensiva atto dovuto”
In merito a quanto riportato su alcuni organi di stampa relativamente al progetto dello stadio della Roma a Tor di Valle fonti del Campidoglio precisano che “la memoria difensiva presentata dall’Avvocatura capitolina in risposta al ricorso promosso dalle Società Eurnova e Cpi per l’annullamento della delibera votata dal Consiglio comunale nella scorsa consiliatura (che ha ritirato la pubblica utilità del progetto) è un atto dovuto. L’obiettivo della memoria è respingere il ricorso di Eurnova e Cpi anche in considerazione delle astronomiche somme risarcitorie richieste dalle due società nei confronti dell’amministrazione capitolina ed è dunque a tutela di tutta la cittadinanza”. Inoltre, sottolineano le stesse fonti, “le caratteristiche della memoria, incluso il parziale coinvolgimento dell’As Roma, sono la diretta conseguenza della delibera consiliare del 21 luglio 2021”.