Il caso Zaniolo: dal gol della Conference agli stracci in appena otto mesi
Dalla finale di Conference League a Tirana del 25 maggio fino allo strappo con la Roma: quali sono stati gli errori più grandi del caso Zaniolo
Foto Tedeschi

Oltre alla fragorosa eliminazione della Roma in Coppa Italia contro la Cremonese, la giornata di ieri è stata contraddistinta anche dalla lettera di Nicolò Zaniolo. Il classe ’99, rimasto in giallorosso dopo la chiusura del mercato invernale, si trova per il momento fuori dal progetto tecnico della squadra. Il numero 22, però, ha fatto un timido passo in avanti. “Mi metto a completa disposizione della famiglia della Roma” – ha scritto nel messaggio indirizzato alla società. Dall’altra parte, Mourinho non ha voluto approfondire la questione. “Zaniolo? La società è stata chiara…” .
Il caso Zaniolo, quali sono stati gli errori
“Ma quindi chi ha sbagliato? – si chiede Piero Torri su Repubblica – Stavolta neppure la contagiosa simpatia dell’indimenticabile Boskov, potrebbe rispondere Pagliuca. Perché nel pasticciaccio brutto che è stata, è e sarà, la vicenda di Zaniolo, non vediamo innocenti. Hanno sbagliato tutti.”
“Confezionando una storia oltre i confini della realtà, conclusa con il giocatore “fuori dal progetto tecnico della Roma”. Ha sbagliato, tanto per cominciare – scrive Torri – il procuratore del ragazzo, il pur navigato Claudio Vigorelli che ha suggerito al suo assistito di sbattere in faccia alla Roma la sua intenzione di non voler vestire più la maglia giallorossa senza avere in mano un club in grado di soddisfare le richieste da star del giocatore, tanto meno quelle economiche per il cartellino […].”
“Ha sbagliato Tiago Pinto che l’estate scorsa fece trapelare una valutazione del cartellino tra i cinquanta e i sessanta milioni, legittimando l’ingiustificato ego dell’entourage zanoliano. Ha sbagliato la Roma, ce lo ha detto Mourinho, che non ha avuto la sufficiente “personalità per prendere una decisione e in base a quella tirare dritta per la sua strada”.
“Ha sbagliato lo stesso Mou – aggiunge il quotidiano – usando un linguaggio un tantinello eccessivo ufficializzando il rifiuto del giocatore a scendere in campo, linguaggio che è stato l’autentica pietra tombale sulla questione rendendola irreversibile. Hanno sbagliato quei delinquenti (ma quali tifosi?) che sono andati sotto casa del ragazzo per insultarlo e minacciarlo, spingendolo a rifugiarsi nella sua La Spezia, peraltro con un consenso solo temporaneo da parte della Roma.”
“Il risultato ora, a mercato chiuso, con mezza stagione ancora da giocare, è che Zaniolo è fuori rosa. Che, come ci ha fatto sapere la proprietà giallorossa, non giocherà più almeno fino a giugno. Che il ct Mancini difficilmente lo convocherà per i prossimi impegni azzurri. Che il valore del cartellino già calato di suo, a giugno prossimo varrà ancora di meno con un deprezzamento di valore e plusvalenza (regolare) che è un danno patrimoniale enorme per una Roma alle prese con conti che non sono un inno all’opulenza. E che il rischio di veder svanire del tutto un (presunto) talento che sembrava destinato a garantire effetti speciali, è adesso molto più che un sospetto.”
“Il tutto – conclude – in appena otto mesi. Dal venticinque maggio, Tirana, gol decisivo per la Conference, a questo gennaio in cui sono volati gli stracci. Una follia. Tutti colpevoli. E che nessuno provi a invocare le attenuanti generiche.”