Giuly: ´Spero che sia una sfida di successo´

02/08/2007 - 0:00

Dopo queste prime settimane un bilancio iniziale di questa avventura nella Roma.Sono stato accolto molto bene sia dai giocatori che dallo staff tecnico, sono molto felice di essere qui, per me è una nuova sfida e spero che sarà una sfida di successo. La settimana che ho passato qui è andata molto bene, quindi ci dovrebbero essere tutti presupposti per riuscire a farlo.Inizio in salita nel calendario della Roma.All’inizio non sarà semplice, bisognerà incontrare tutte le squadre principali. La preparazione è importante perché già il primo incontro sarà importante. Non sono sorpreso del calendario, bisognerà lavorare duro da subito.I derby di mercoledì. Cosa ne pensa? In Spagna sarebbe stato possibile?Lo trovo un po’ strano. Credo abbia deluso un po’ tutti. I derby in Francia e in Spagna si giocano di Sabato sera. E’ un peccato perché magari molti tifosi non saranno in grado di venire perché lavorano. Non so se stanno pianificando di modificare la data. Spero che siano fatti tutti gli sforzi per trovare una soluzione.Che potenzialità ha questa squadra che l’anno scorso in Champions è arrivata ai quarti di finale.Ho avuto la fortuna di vincere la Champions. L’anno scorso ho seguito il cammino della Roma. Ci sono tutte le qualità per arrivare fino in fondo, dipenderà anche dai sorteggi. Staremo a vedere.Hai giocato con grandi campioni, oggi ti trovi a giocare con De Rossi e Totti. Ci sono delle differenze?Ogni giocatore è diverso. Oggi sono qui per imparare a conoscere le qualità di Totti, Mancini, Perrotta. Ora sta a me imparare a giocare con i miei compagni. Vedo che c’è molto lavoro di squadra, si vede che si conoscono molto bene. Voglio portare il mio apporto in termini di esperienza. Ogni squadra ha il suo stile di gioco.La prima cosa che hai detto è “Io vengo qui per vincere”. E’ una frase di rito o già avevi visto la Roma all’opera?Sono assolutamente convinto che si possano vincere dei titoli. E’ da molto che la Roma non vince il campionato. Penso che la squadra abbia tutte le caratteristiche per arrivare alla vittoria. Credo che sarà un anno molto importante e lo dimostreremo sul campo.Hai voluto fortemente venire a Roma. Quali sono i motivi principali?Per lo staff tecnico, per il presidente e per l’allenatore che mi volevano. Per il gioco, molto veloce e profondo. Ne per i soldi, ne per il mare e ne per la bella città. L’obbiettivo primario per me sono i giocatori e lo staff tecnico.Spalletti nell’allenamento di ieri ti ha provato alle spalle di Totti. E’ una posizione che ti piace o preferisci giocare da esterno?In genere gioco sulla destra. Da quando sono qui ho provato un po’ tutti i ruoli. E’ una posizione che già avevo a Lione, ma non ci sono molto abituato. Ho bisogno di allenamento per ricreare tutti gli automatismi necessari. Sono qui per identificare il mio ruolo, per imparare ad inserirmi bene nella squadra.Hai visto Cicinho dal vivo in Spagna. Può far fare il salto di qualità alla Roma?Non lo conosco troppo bene, perché si è fatto male quasi subito. Gran giocatore, ma sta allo staff tecnico poi decidere, Se verrà, sicuramente sarà il benvenuto.Ha stupito molto il fatto che hai preso un aereo privato per venire subito a Roma. Come è andata la trattativa?Sono partito da Barcellona. Volevo chiudere subito la trattativa per iniziare subito gli allenamenti. Quando ho incontrato il presidente gli ho chiesto di darmi subito una risposta, così da potermi organizzare. Il pomeriggio mi hanno risposto e così a mezzanotte ero a Roma.La cosa più difficile che hai riscontrato nel gioco di Spalletti?Ci vuole tanto lavoro. Non ero più abituato a questo tipo di allenamento, molto fisico. Da tre anni in Spagna ero abituato a un allenamento diverso, già in Francia ero più abituato. Il suo gioco mi piace molto. Anche l’aspetto tattico l’avevo approfondito poco. Anche qui bisogna riprendere tutto dalle basi.Le differenze tattiche tra Spalletti e Rijkaard?Ci sono delle differenze. C’era più libertà ai giocatori. Ci si concentrava più sul pallone che sulla tattica. Oggi è molto diverso. Ripetiamo spesso fasi di gioco come i calci d’angolo. Sono due stili diversi che mi piacciono entrambi.Ritrovi un tuo ex compagno di squadra come Nonda, che è stato capocannoniere in Francia. Come lo trovi fisicamente e dal punto di vista mentale?E’ un giocatore molto forte. Lo trovo ancora più potente e più sicuro. Ha fatto dei miglioramenti.Cosa è successo tra te e Domenech? Perché non hai avuto tanta fortuna in nazionale?La domanda dovrebbe essere fatta a lui. Ho fatto tutto il possibile per meritarmi la nazionale, forse non rientravo nei suoi piani.E’ vero che da piccolo avevi il poster di Micheal Jordan? Segui il basket, conosci la squadra di Roma?Da giovane il mio idolo era Jordan. Non conosco il basket italiano. Conosco Parker, voglio imparare a conoscerlo e se la Roma ha una buona squadra la seguirò.C’è ancora qualcosa da imparare sotto l’aspetto della mentalità qui a Roma?C’è sicuramente da migliorare. Tutti noi vogliamo vincere dei titoli, i giocatori sono competitivi. Ho ritrovato qui lo stesso spirito e la voglia di vincere. Quello che manca qui è il titolo, si sente questa voglia di vincere il titolo. Vedo i giocatori motivati, anche perché quest’anno è l’anniversario della Roma.C’è il rischio che tu possa partire dalla panchina, visto che al momento i titolari sembrano essere Taddei e Mancini, visto che conoscono meglio i schemi di Spalletti?Il motivo per cui ho lasciato il Barcellona è perché la concorrenza non era sana. Voglio battermi per il posto, ecco perché sono venuto a Roma. So che qui c’è una situazione già formata, il posto quindi va conquistato.Che significa concorrenza non molto sana a Barcellona?Ho passato tre stagioni a Barcellona. Vorrei che questa cosa restasse privata per il rispetto che ho verso i miei ex compagni.Si dice che tu abbia mandato un sms alla moglie di Domenech. E’ vero?Non sono qui per parlare di questo. Se non sarò convocato avrò più tempo per la Roma. Ho anche scritto un libro in cui parlo di tutta la questione.

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