3 Novembre 2023

Gigi Garzya: “Solo chi ha giocato nella Roma sa cos’è il tifo”

Le parole del doppio ex in vista della sfida dello Stadio Olimpico di domenica prossima

GARZYA ROMA LECCE – Gigi Garzya, uno che Roma-Lecce ce l’ha incisa nel dna, non solo segnata sul calendario; eppure, non svicola quando gli chiedo per chi farà il tifo domenica: se la cava con sentimento, più che con diplomazia.

Le parole di Garzya su Roma-Lecce

“Il mio cuore come canta Venditti è “mezzo giallo e mezzo rosso” ma moltiplicato per due, visti i colori. A Lecce sono nato due volte, come uomo e come calciatore, ma una parte abbondante del mio cuore sarà a Roma per sempre. Peraltro, Roma – Lecce per me è iniziata da ragazzino, a sedici anni, perché ero in panchina durante la incredibile partita del 1986, quel 2 – 3 che nessuno avrebbe mai pronosticato e costò alla Roma lo scudetto, molto probabilmente perché ci prese sotto gamba in un clima da festa annunciata. Quel giorno cominciai a capire quanto immenso sia il pubblico della Roma: pur in un pomeriggio di assoluto dolore, calcisticamente parlando, ricordo come fosse oggi gli applausi che ci tributarono. Ho risposto?”.

Hai risposto. Roma e Lecce, per te, vogliono dire anche le due piazze dove sei stato un giocatore di Carlo Mazzone. Il tuo ricordo del maestro?
“Hai detto bene, un maestro. Sono stato fortunato a essere stato lanciato definitivamente da lui, a Lecce. Ha curato e protetto il mio esordio; con me come con i miei compagni, i vari Conte, Moriero e tanti altri, sapeva dosare bastone e carota: i rimproveri direttamente, in faccia, per farci crescere, i complimenti magari non ce li faceva nello stesso modo ma parlava bene di noi ad altri, quando lo facevamo contento e inevitabilmente lo venivamo a sapere. L’immagine che aveva, così schietta e genuina, non rendeva l’idea di ciò che era veramente: un maestro di calcio, appunto; pignolo, meticoloso e molto preparato; uno che si aggiornava ed era sempre all’avanguardia, altrimenti tanti fuoriclasse non avrebbero avuto così tanta stima per lui. Per quanto riguarda il lato umano, poi, una bella persona, con tutti. Generoso sia da punto di vista spirituale che materiale, ricordo per esempio a Natale i suoi regali a noi e alle nostre famiglie. Ho provato un grande dolore quando ho appreso della sua scomparsa, ma poi mi son detto: il Mister ha avuto una gran vita, ha riscosso stima ovunque, ha vissuto come voleva e come meritava”.

Roma e Lecce oggi, qualche problema da entrambe le parti…
“Sì, il Lecce sta facendo fatica, ma a tredici punti la classifica è ancora più che decorosa, un buon cuscinetto di riserva per raggiungere la salvezza, quando torneranno i risultati; l’anomalia è la posizione della Roma, con soltanto un punto in più”.

Come te lo spieghi?
“Con i problemi di formazione innanzitutto, perché i giocatori più forti, a cominciare da un fuoriclasse come Dybala, Mourinho non sempre li può schierare, anzi…poi con il rendimento iniziale della difesa, che l’anno scorso era il punto di forza e quest’anno invece quasi il tallone d’Achille, senza Smalling, che ha iniziato male e poi si è fermato e con la cessione di Ibanez, secondo me sottovalutata come perdita in seno all’organico. Ricordiamoci poi che la rincorsa a un piazzamento per la Champions resta difficile anche se hai Lukaku, perché secondo me altri organici sono più ricchi e più forti di quello della Roma”.

Dopo il Lecce, tra l’altro, il derby; tu come lo preparavi e come lo vivevi?
Chi ha giocato a Roma, sa. Per me è il vero derby d’Italia, perché non finisce mai e, anzi, in città ricomincia ogni mattina”.

Una curiosità: perché ora sullo stato di whatsapp ti definisci “pensionato”?
“Perché lo sono! (ride) Scherzi a parte, momentaneamente sono fermo, aspetto una panchina che sia una sfida interessante e stimolante”.

Un messaggio per una tifoseria, quella della Roma, che non ti ha mai dimenticato.
“Non abbattiamoci, amici miei. Non sarà facile, quest’anno, ma il pubblico non deve mai trasformare la rabbia in rassegnazione; ho paura che prima o poi la gente avverta sfiducia e perda la pazienza, solo quella, perché l’amore il pubblico della Roma non potrà perderlo mai e le presenze allo stadio continuano a dimostrarlo. Inoltre, mi fai dire una cosa da appassionato ed esperto di musica quale sono?”.

Ci mancherebbe…
“La Roma è la società che può vantare gli inni più belli del mondo, perché non sono inni ma vere e proprie canzoni d’autore…abbiamo sempre avuto le note del maestro Venditti, di Lando Fiorini, le note storiche di “Campo Testaccio” giustamente riproposte e da qualche tempo quel capolavoro che è “Mai sola mai” di Marco Conidi, che conosco da tempo e che seguivo già dai suoi esordi sanremesi. Chi ce l’ha una colonna sonora così?”.

E allora?
“…E allora soltanto chi ha giocato nella Roma può sapere davvero cosa sia il tifo”.

Paolo Marcacci

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4 commenti

  1. elconde ha detto:

    Questo è un grande, oggi i P-boys hanno come “idoli” Sanches e Ndicka, come è cambiato il tifo

    • Eleonora ha detto:

      forse non ti ricordi che pi..a era Giggi Garzya altrimenti apprezzeresti Sanches e Ndicka.

      • MARCO(1) ha detto:

        D’accordo con te Eleonora …
        forse “elconde” è un ragazzino che ha solo sentito parlare di Garzya …
        con tutto il massimo rispetto per la persona e per il sentimento che ancora porta nei confronti della Roma ( come tantissimi pippe e/ campioni che hanno vestito la ns maglia magica …), come giocatore lo ricordo perfettamente ( ho superato la 50ina da un po’ ) …
        “onestissimo manovale” del pallone …che probabilmente s’impegnava anche molto, ma poi, rimaneva un “onesto” giocatore da Lecce appunto… che se avessero giocato nella stessa epoca, gli lucidava gli scarpini a Ndicka e Renato ( quello che gioca …non quello “rotto” pero’ 😉 )

        P.S. Ora è passato un po’ di tempo e potrei sbagliare e confondere partite … ma ricordo che all’epoca qualche bella caxxata che ci costo’ la sconfitta, in piu’ di un occasione, la ricordo perfettamente.

        Forza MagGGica ROMA

  2. primo ha detto:

    Veramente bello sentire queste parole,verso i tifosi,e verso un grande Allenatore e Maestro di vita Romano e Romanista CARLO MAZZONE.