Garcia: “A cosa serve la tessera del tifoso se non si trovano i colpevoli?” (FOTO e VIDEO)

16/04/2015 - 16:00

NOTIZIE AS ROMA Garcia e Pioli, uno di fronte all’altro: i due tecnici sono ospiti del convegno “Vivere lo stadio: una passione a rischio?” dedicato alla prevenzione della violenza negli stadi. L’incontro, promosso dall’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive del Ministero dell’Interno, si tiene presso l’Aula Magna del Rettorato alla Sapienza.

LA CRONACA DELL’EVENTO

Ore 10.00 – L’allenatore Pioli e il presidente della Lazio Lotito sono presenti in Aula Magna: si attende l’arrivo del tecnico della Roma, Garcia.

Ore 10.10 – E’ presente il Capo della Polizia Alessandro Pansa, ecco le sue dichiarazioni:
“Le parole di Pallotta? Finalmente, è un segnale molto positivo che i presidenti prendano una posizione netta e distinta, perché tutto il mondo del calcio deve capire da che parte stare: se stare dalla parte della legalità o meno. Dalla parte della legalità gli ultras non ci sono. Pallotta ha preso la posizione corretta di un imprenditore, di uno sportivo, di un presidente di un società, perché credo che la legalità non debba temere niente, neanche le reazioni negative”.

Ore 10.15 – Prende parola Marisa Grasso, vedova dell’ispettore Raciti e in merito alla posizione del presidente della Roma Pallotta e del presidente della Figc Tavecchio, sugli striscioni esposti dai tifosi giallorossi contro Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito, dice: “Io sarei più dura. Chiuderei le porte dello stadio. Chi vuole vedere la partita la vede a casa. Ma siamo un paese democratico, le persone che subiscono e le persone buone sono espressione di civiltà e lasciano agli altri la libertà di scegliere come comportarsi. Mi ha fatto male, conosco il dolore, preferirei il rispetto nei confronti dei familiari. Mi è dispiaciuto molto. È rimasto tutto come prima? Qualcosa è cambiato, soprattutto nelle misure di prevenzione c’è più severità. Mentre prima non si accorgevano della gravità della situazione adesso sono state prese delle misure più severe. A livello culturale è cambiato poco e la cosa è preoccupante. Mi terrorizza il pensiero che possano essere ripetuti fatti che ho conosciuto e visto e che ci possano essere altre perdite”.

Ore 11.00 – Arriva il tecnico giallorosso Garcia.

Ore 11.15 – Prende parola il patron biancoceleste: “Grazie dell’accoglienza, perché nel momento in cui uno voglia asseverare comportamenti democratici è giusto che ci siano anche dissensi. Il problema è la connotazione, la stragrande maggioranza sono persone per bene, che vanno allo stadio con le loro famiglie. Poi c’è una sparuta minoranza di gente che viene additata come tifosi, ma che invece sono delinquenti abituali, che usano lo stadio per coinvolgere persone e avere mediaticità. Il dovere di un cittadino è comportarsi nel rispetto delle regole, noi abbiamo tollerato comportamenti che scadono in situazioni immorali in nome del tifo, ma non è tifo e dobbiamo avere il coraggio di fare una separazione netta. Le persone per bene nella migliore delle ipotesi disertano lo stadio, per prendere le distanze. Questo non è un sistema democratico, quindi serve un fronte comune per individuare questi ambienti, conosciuti e limitati, sempre presenti in qualsiasi manifestazione carattere violento. Pallotta ha ragione? Lotito ha ragione da dieci anni e Pallotta lo segue. È il calcio che ha ragione”.


Ore 11.25 -Va in scena il botta e risposta fra i tecnici di Roma e Lazio sul tema della violemnza negli stadi, ecco le loro risposte alla domanda: “Quali sensazioni provate davanti ai comportamenti non corretti?”

PIOLI: Grande tristezza. Lo sport è entusiasmo, emozioni. A volte vincenti, sensazioni negative, ma comunque grandi emozioni e passioni. Quando si verificano incidenti e comportamenti non consoni non va bene. Due cose mi hanno colpito, c’è un limite che non si può superare, quello della legalità e chi lo supera non merita di stare qua. Noi genitori siamo i primi che dobbiamo fare la nostra parte facendo capire che lo sport è solo gioia. Onestamente andare allo stadio e vedere genitori andare allo stadio e vedere minacciare è una cosa triste. Anche noi addetti ai lavori dobbiamo essere esempi. Le società, le istituzioni devono cercare di far rispettare le regole“.

GARCIA: “In partita si è talmente concentrati che spesso non ci accorgiamo delle cose che succedono. Tante volte dopo la partita quando ci dicono cosa è successo, lo scopriamo in quel momento. Sono straniero, è una scoperta il vostro calcio e non devo dare lezioni a nessuno. Nel futuro le cose fatte oggi spero servano perché i genitori non devono farsi domande per portare i bambini allo stadio. Il calcio è una formidabile scuola di vita, nello spogliatoio non c’è colore della pelle o religione, conta solo sapere se un giocatore è bravo o meno. C’è qualcosa da prendere nello sport, non ho le soluzioni, voi sì. Avete riunito personaggi importanti, sono contento di passare tempo con voi, solo per essere dietro la vostra iniziatitva. Noi allenatori dobbiamo essere esempi per i giovani”.


Cosa possono fare i tifosi per aiutarvi?

GARCIA: “Il rispetto per me è molto importante. Una persona sola può essere buonissima ma in un gruppo può cambiare e seguire cose cattive. Se amo una squadra la supporto in tutti i momenti, soprattutto in quelli complicati. E’ sempre facile salire sul carro, ma una squadra ha bisogno dei tifosi soprattutto nei momenti di difficoltà. Sono stato sorpreso di vedere che i biglietti devono essere registrati con nome, cognome e data di nascita: a cosa serve se poi non riusciamo a bloccarlo e non fargli più mettere piede allo stadio?”.

PIOLI: “Essere tifoso significa avere una passione, sostenere la squadra e i giocatori in tutti i momenti della stagione. Stiamo vivendo un periodo bello, era bellissimo vedere domenica tante famiglie sostenerci. Fare questo però sia nel bene che nel male, il calcio è fatto di momenti. L’equilibrio fa sicuramente bene”.


Come affrontate il discorso del dare l’esempio?

PIOLI: “Lo affrontiamo tutto il giorno. Rispetto per tutti, il nostro obiettivo è dare sempre il massimo. L’importante è prepararsi nel miglior modo possibile e di aver fatto tutto nel miglior modo possibile uscendo dallo stadio a testa alta”.

GARCIA: “La difficoltà non è farlo ogni giorno parlando, è gestire quando succedono dei momenti dove i giocatori provano sentimenti di ingiustizia. C’è tanta tensione prima e durante una gara, sul piano psicologico facciamo in modo che i giocatori che sentono di più il sentimento di giustizia lavorino di più su questa cosa. Gli arbitri in allenamento sono quasi sempre gli allenatori e spingiamo quelli che faticano in partita”.

Gli sfottò potranno mai esserci in maniera civile in Italia?

PIOLI: “Fanno parte del gioco e devono essere vissuti con grande leggerezza se non vanno oltre. Potrà succedere anche in Italia. I teppisti vanno isolati e in Italia devono essere presenti solo i tifosi buoni. Oggi abbiamo preso fischi e applausi sia io che Rudi e va bene così”.

GARCIA:Penso che dobbiamo fare di tutto per lottare per questi atteggiamenti fuori e dentro lo stadio, prima e dopo una partita. Mi auguro che nel futuro possiamo avere due tifoserie andare a vedere una partita in totale pace e rispetto del calcio. Una partita di calcio è uno spettacolo e i tifosi vengono per divertirsi. La vita in Francia ma anche in Italia è già abbastanza dura, la vita deve sognare e vedere un grande spettacolo”.

Ore 11.30 – Al convegno è presente anche il direttore generale della Roma, Mauro Baldissoni.

Ore 12.50 – Il convegno si conclude e i partecipanti lasciano l’Aula Magna del Rettorato de La Sapienza.

(Fine)

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Emanuele Zotti

 

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