Il fuorigioco semi-automatico spiegato bene dall’ex arbitro Bonfrisco: “Darà più precisione”

Manuela Fais
03/12/2022 - 18:22

In un’intervista esclusiva a Romanews.eu, l’ex arbitro Angelo Bonfrisco ha parlato delle funzioni e delle conseguenze della "Semi-Automated Offside Technhology"

Il fuorigioco semi-automatico spiegato bene dall’ex arbitro Bonfrisco: “Darà più precisione”

La Serie A è pronta ad accogliere la SAOT (Semi-Automated Offside Technhology), una novità tecnologica che aiuterà l’arbitro a decretare con più facilità la posizione di fuorigioco. Protagonista ai mondiali in Qatar, da gennaio (in attesa di ufficialità) dovrebbe debuttare nel massimo campionato italiano.  In un’intervista esclusiva a Romanews.eu, l’ex arbitro Angelo Bonfrisco, ha spiegato quali sono le sue funzioni e le conseguenze.

A partire da gennaio il fuorigioco semi-automatico entrerà probabilmente in funzione in Serie A. Ci può spiegare come funziona?

“E’ un nuovo metodo, è finita la parte sperimentale, ufficialmente dovrebbe partire da gennaio con la seconda parte di campionato. Lo stiamo vedendo al Mondiale: si tratta di una nuova tecnologia che dà l’opportunità, attraverso altre telecamere dedicate al fuorigioco, di verificare con più precisione la partenza del pallone e controllare la posizione del corpo dei giocatori (evitando la parte superiore).

Quali saranno le conseguenze?

 “Ci sarà la rilevazione automatica geografica (si stabilisce che geograficamente il giocatore è in fuorigioco) e una grafica tridimensionale più precisa che verrà proiettata all’interno dello stadio per far sì che anche le persone che guardano la partita possano verificare la decisione. Il problema del fuorigioco è che essere in posizione geografica di fuorigioco non è di per sé punibile: va giudicata la partecipazione al gioco piuttosto che l’impatto con l’avversario o la copertura della linea di visione del portiere. Questi sono elementi che resteranno di valutazione dell’arbitro e della squadra arbitrale. Di conseguenza, una volta che viene rilevato un fuorigioco che oggettivamente è valutabile dal VAR, sarà fatto un controllo dove verrà comunicato all’arbitro se c’è o non c’è punibilità. Diversamente, quando la valutazione sarà soggettiva, dovrà essere l’arbitro attraverso una review a verificare che c’è l’impatto o c’è la partecipazione. Questo sarà un po’ l’iter, non cambierà tantissimo, dovremmo avere più certezze e precisione nella rilevazione del fuorigioco.”

Quali saranno gli effetti sui tempi di gioco?

“I tempi di recupero, che Collina sta facendo attuare al Mondiale, sono esattamente quello che è già previsto dal regolamento, con una differenza sostanziale. Collina ai Mondiali ha chiesto di rilevare con precisione le perdite di tempo per alcuni argomenti importanti. Faccio un esempio: per convenzione noi recuperiamo 30 secondi per le sostituzioni e un minuto ogni volta che entra la barella. Collina ha chiesto di recuperare tutto il tempo perduto: questo comporta che se nella sostituzione si perdono 45 secondi, si recuperano 45 secondi e non più 30. Lo stesso vale per gli infortuni, si recupera tutto. Tra l’altro, si sono aggiunti i minuti dell’esultanza a una rete. Per regolamento si devono recuperare quando il tempo è gravemente perso. Questo ha fatto la differenza, noi l’avevamo bypassato e questa perdita di tempo non si calcolava. Ora l’arbitro in maniera globale deve fare un conteggio sommando l’oggettività alla soggettività del recupero. E’ chiaro che il recupero sia aumentato, ma il regolamento non è cambiato. La disposizione tecnica di Collina è stata molto più precisa, mentre quella del nostro campionato è stata un po’ ridotta. Vediamo cosa succederà.”

Qual è la sua opinione sui “maxi-recuperi”?

“Io penso che da gennaio sarebbe intelligente mantenere quello che è stato fatto a inizio campionato, per una sorta di uniformità, ma la tendenza sarà quella di recuperare di più e di aumentare il tempo effettivo. L’obiettivo è quello di arrivare intorno ai 60/70 minuti, ora ci sono partite che terminano anche sotto i 50, un tempo molto basso. Ecco perché Collina ha deciso di precisare e recuperare tutte quelle situazioni dove si perdono tempo. In maniera più precisa sarà importante comunicare a tutti, non solo agli attori principali (società e allenatori) ma anche chi è allo stadio, il pubblico, quale sia la metodologia corretta. Quindi io spiegherei esattamente chi si occupa della tempistica del recupero e in che maniera lo fa. Va messo nero su bianco in modo tale che diamo la certezza di quanto può durare il recupero. Aggiungerei una cosa interessante: il recupero nel recupero. Molte volte, ad esempio, si danno 8 minuti di recupero e poi la partita dura 10 minuti. L’importante sarà comunicare, a partire dagli otto minuti, anche quanto extra-recupero viene concesso e segnalare gli altri due minuti perché è giusto che sia i calciatori, sia chi è allo stadio, possa avere un’idea più precisa di quando finisce la partita.”

L’episodio del gol del Giappone ai Mondiali è stato oggetto di molte discussioni…

“Quando succedono questi casi, difficili da interpretare, viene fuori quella che io chiamo “l’ignoranza regolamentare”. Non tutti sanno che il pallone deve uscire totalmente e ciò che fa prendere la decisione non è il punto di appoggio del pallone ma l’ingombro totale. Essendo una sfera, il pallone in totale ha un ingombro di 22 centimetri, ma l’appoggio è di circa un terzo. Ci sono quindi 7/8 centimetri che non si vedono ma che la tecnologia dà la possibilità di valutare. Nel caso del Giappone, il pallone era di uno/due cm sulla linea: era in gioco e il gol era assolutamente regolare. È chiaro che a livello visivo il pallone sembra fuori, ma quella è l’immagine che porta l’errore. Questo caso spiega intanto qual è la regola, ma spiega anche la difficoltà che incontra l’arbitro quando dirige la gara da solo, ad esempio nelle categorie minori. Il concetto deve essere chiaro: davanti alla televisione, con il fermo immagine, si deve capire se il pallone è in gioco o no. Ha fatto bene la FIFA a produrre la documentazione e oltretutto con il VAR sono arrivati alla verità, cosa che sarebbe stata impossibile valutare dal campo.”

Manuela Fais

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