• Franci a gamba tesa

    Redazione RN
    21/04/2008 - 0:00

     
     
    Addio scudetto. Arrivederci capitano. Il gelo è calato sulla Roma giallorossa, travolta dal gol della vita di Diamanti e dal grave infortunio di Totti. Forse è alle condizioni climatico-emotive che si riferiva Phil di ferro Mexes, quando ai microfoni di Sky dichiarava: “Domenica sera potremmo essere a -2”. E già, più freddo di cosi’. Insomma scudetto andato, capitano incerottato e una gran voglia di Roma che rimbalza dall’America agli Emirati Arabi. La Sorosmania impazza per la città, al punto che, si dice, stia per nascere un Roma club “Born in the Usa”, con Bruce Springsteen presidente, Tom Cruise responsabile degli striscioni e Will Smith novello Venditti, autore del nuovo inno giallorosso. Sui titoli, non di Borsa per carità, ma del prossimo inno giallorosso-americano, circolano parecchie indiscrezioni. I più gettonati, sono tre: “Rome head” (Roma Capoccia), “Thank’s Rome” (Grazie Roma), “Society of Eating” (Società dei magnaccioni). Per non farci mancare nulla, c’è anche l’emiromania. Niente male, davvero, una petrolRoma.
     
    Senza alcun interesse – figuriamoci a lui cosa importa se la Roma si dovesse ritrovare con un Paperone alla guida pronto a spendere e spandere per portare a Trigoria mandrie di fuoriclasse – s’è espresso Claudione Lotito, appassionato presidente-moralizzatore biancoceleste: “Ritengo che il calcio italiano debba appartenere agli italiani”. Quando si dice una voce fuo ri dal coro.
     
    Mentre la città (giallorossa of course) sogna Benzema, Drogba, Fabregas e Rooney, i “compro la Roma” paiono destinati a moltiplicarsi. C’è anche il presidente della Wind in corsa, scrivono i ben informati, il magnate egiziano Naguib Onsi Sawiris. Filtrano indiscrezioni sul possibile assetto societario di Trigoria, con il triumvirato presidenziale composto da Aldo, Giovanni e Giacomo, ovviamente senza travestimento da avvoltoi. Di volatili sul filo elettrico di fronte a Trigoria ce ne sono già abbastanza, come ha ricordato il capitano (“Me l’hanno gufata…”).
    Tra sogni, dollari e petroldollari, se qualcuno se ne fosse dimenticato ci sono ancora un secondo posto e una Coppa Italia di difendere. Due delle protagoniste in semifinale, Catania e Lazio, si sono affrontate domenica pomeriggio. Hanno vinto i Zengaboys, 1 a 0 con la Lazio in nove. Aveva detto, Delio “cheving gum” Rossi, sulla trasferta al Cibali: “Negli occhi della gente non resta quello che hai fatto, ma quello che fai. Si ricordano sempre le ultime partite”. Affari d’oro per gli oculisti lunedì mattina.
     
    Il clou, non vi è dubbio, ce lo hanno regalato i coraggiosi ragazzi della Reggina. Sentite qua, il mister Orlandi: “Sarà una Reggina propositiva, che non farà barricate ma cercherà di sfruttare gli spazi. Una Reggina che ha fame di punti e che vuole in queste ultime cinque partite, domenica per domenica, portarsi in zona salvezza”: Della sua previsione, soltanto la parola “cinque” era al posto giusto. Chi ha la vista lunga (niente oculista per lui) è Bruno Cirillo, che di disastri se ne intende, visto che viene dal Levante praticamente retrocesso e quasi fallito in Spagna: “Dalle mie parti ci sarà Inzaghi (gol) e so che mi attende un compito difficile. Ma non sarà solo lui da tenere d’occhio, anche Kakà (tre gol)…”. Pare che Pato, autore del quinto gol, non abbia preso bene la dimenticanza dell’ex interista. Finalino con Gigi Cagni e il suo Empoli: “Fortunatamente penso che abbiamo due risultati a disposizione..”. Il terzo, glielo hanno ricordato Acquafresca e Fini.
     
    Paolo Franci

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