• Fornero contro Mancini: “Meglio chiudere il calcio che le scuole, si gioca con il futuro dell’Italia”

    Alessandro Tagliaboschi
    15/10/2020 - 21:19

    Fornero contro Mancini: “Meglio chiudere il calcio che le scuole, si gioca con il futuro dell’Italia”

    FORNERO MANCINI CALCIO COVID – Elsa Fornero senza mezzi termini contro il commissario tecnico della Nazionale, Roberto Mancini. In un intervento su La7, l’ex Ministro del Welfare ha commentato la situazione del calcio in Italia con la pandemia in corso: “Il ct della Nazionale Mancini ha detto che il calcio è un diritto, come la scuola. No! Un paese che pensa questo sbaglia e un allenatore che pensa questo sbaglia e dà un messaggio sbagliato. Avrei cominciato chiudendo il calcio. Meglio chiudere il calcio che le scuole. Si gioca con il futuro del paese”.

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    1. Quando hanno detto che bisogna aprire almeno un terzo della capienza degli stadi , non hanno sbagliato perché il calcio dà da mangiare a tante famiglie , un ingranaggio che parte lavorano quelli dei trasporti, i ristoranti , gli alberghi , i tassisti e così via ma questi pseudo intellettuali sono come i politici vivono in un loro mondo.

    2. Ha parlato la tizia che ha creato in 6 giorni migliaia di esodati lasciati senza stipendio ne pensione adesso vuole che altre famiglie di lavoratori che lavorano nell indotto del calcio restino senza stipendio nella Francia giacobina della rivoluzione una come la Fornero sarebbe stata portata subito alla ghigliottina in Italia rilascia interviste….

    3. In senso assoluto mi pare evidente che il diritto allo studio debba essere tutelato prima rispetto a quello “al calcio”. Mancini a suo tempo ha fatto un po’ il furbetto mischiando le carte ed equiparando “il calcio” (inteso come “il calcio professionistico, campionati maggiori e nazionale) al diritto all’attività sportiva, che è tutt’altra cosa. È evidente, dicevo, perché dopo la salute l’istruzione è il bene più prezioso che un paese possa avere. Non è questione di opinioni, è un dato di fatto.

      Detto ciò… un discorso “o il calcio o le scuole” non ha alcun senso, e quindi mettere in contrapposizione le parole di Mancini con quelle della Fornero come se si trattasse dell’unico dualismo possibile, è quantomeno tendenzioso. Salute e istruzione devono essere tutelate, sempre. Fanno categoria a sé, non è che qualche altra cosa -come il calcio ma non solo- abbia titolo ad essere messa nel calderone con loro in un discorso di “o questo o quello”. In quel calderone ci sono solo quelle due.

      Il calcio semmai può essere messo in un altro calderone, insieme a tante altre cose, e allora sì che probabilmente diventa una delle cose da tenere in cima alla lista in quanto a necessità, per l’indotto e tutto quanto si porta dietro. Personalmente, per dire, chiuderei le discoteche (dove non solo è un controsenso ma è anche fisicamente impossibile mantenere le distanze interpersonali) prima dei cinema o dei teatri.
      Qui sì che diventa una questione più vicina alle opinioni che alla realtà dei fatti, e se ne può parlare.

      Ma non si mischino i discorsi “qualsiasi altra cosa” vs “salute e istruzione” perché non hanno e non devono avere davvero nulla in comune a livello di scelta.

    4. A parte il giudizio sulla persona (Fornero), sulla quale in questa sede non è il caso di discutere, sono d’accordo sui contenuti. Ma insomma la vita di un Paese si riduce alla sola economia, al PIL, alla Borsa? La scuola rappresenta il futuro per tutti noi e dovrebbe essere al primo posto tra le preoccupazioni se non va bene. Il calcio non è indispensabile, è un divertimento che fa arricchire prima di tutto gli addetti ai lavori. Certo, tra i benefici mettiamoci i guadagni dei tassisti, dei ristoranti (quanti ?) e di poche altre categorie dell’indotto; ma mettiamo tra i costi per la comunità anche quelli per pagare gli straordinari delle forze dell’ordine, dei trasporti pubblici, ecc.
      Sono anche io un amante del calcio (giocato personalmente per 35 anni in categorie minori) e tifoso della Roma ma non riesco a pensare che sia da mettere sullo stesso piano, anzi sopra, alla scuola e all’università.

    5. In una scala di priorità prima viene la salute pubblica, poi la scuola e buon ultimo il calcio, ma tutto dipenderà dalla situazione che avremo da un mese a questa parte.
      Per molti politici che si atteggiano a scienziati è facile pontificare e sbraitare quando ci si muove con l’auto blu e non ci si infila nei gironi infernali, da roulette russa, dei mezzi pubblici.
      Se si vuole allentare la diffusione dei contagi bisogna diminuire la circolazione delle persone, purtroppo l’equazione la conosciamo bene.
      Speriamo non ce ne sia bisogno.

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