Fermo Immagine, Roma-Spezia: Mourinho, Vox Populi Vox Dei

Redazione RN
04/06/2023 - 23:16

Continua l’appuntamento con la rubrica di Paolo Marcacci al termine delle partite della Roma. Ogni post-gara un commento su quanto mostrato dagli uomini di Josè Mourinho.

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Fermo Immagine, Roma-Spezia: Mourinho, Vox Populi Vox Dei

ROMA SPEZIA MARCACCI – Continua l’appuntamento con la rubrica di Paolo Marcacci al termine delle partite della Roma. Ogni post-gara un commento su quanto mostrato dagli uomini di Josè Mourinho.

Mourinho, Vox Populi Vox Dei

Accada quel che deve accadere, l’Olimpico si è pronunciato, a scanso di equivoci e di questioni di classifica. Quando nel cuore della ripresa spunta nella parte bassa della Tevere il grande striscione che invoca Mourinho a vita sulla panchina della Roma (“per mille anni”, nel dettaglio), dopo che altri con contenuto simile ne aveva esposti la Sud, ogni altra gradinata fa capire di essere d’accordo. Voce di popolo, voce di Dio, ci insegnarono i nostri padri. 

Nel frattempo scorre la caotica realtà di una Roma stanca, stanca per i postumi di Budapest, per il morale e per l’ennesimo episodio discutibile giudicato in modo sorprendente da un fischietto indisponente. Da varie latitudini arrivano notizie avvilenti; ma la gente dell’Olimpico, attraversando la gazzarra delle panchine, con Semplici polemista a domicilio nell’area tecnica romanista, sembra sublimare la realtà contingente con un proclama d’amore incondizionato. 

Qualcuno potrà osservare, anche a ragion veduta, che il pubblico dello stadio non rappresenta in toto due milioni di romanisti: vero, ma le radio, i siti, le prese di posizione con ogni piattaforma possibile e immaginabile, dicono qualcosa di simile. A prescindere dalla classifica, dall’Europa che la Roma frequenterà, dall’ennesima partita da “vorrei ma non posso”. 

Accada quel che deve accadere, l’Olimpico si è pronunciato, a scanso di equivoci e di questioni di classifica. Quando nel cuore della ripresa spunta nella parte bassa della Tevere il grande striscione che invoca Mourinho a vita sulla panchina della Roma (“per mille anni”, nel dettaglio), dopo che altri con contenuto simile ne aveva esposti la Sud, ogni altra gradinata fa capire di essere d’accordo. Voce di popolo, voce di Dio, ci insegnarono i nostri padri. 

Nel frattempo scorre la caotica realtà di una Roma stanca, stanca per i postumi di Budapest, per il morale e per l’ennesimo episodio discutibile giudicato in modo sorprendente da un fischietto indisponente. Da varie latitudini arrivano notizie avvilenti; ma la gente dell’Olimpico, attraversando la gazzarra delle panchine, con Semplici polemista a domicilio nell’area tecnica romanista, sembra sublimare la realtà contingente con un proclama d’amore incondizionato. 

Qualcuno potrà osservare, anche a ragion veduta, che il pubblico dello stadio non rappresenta in toto due milioni di romanisti: vero, ma le radio, i siti, le prese di posizione con ogni piattaforma possibile e immaginabile, dicono qualcosa di simile. A prescindere dalla classifica, dall’Europa che la Roma frequenterà, dall’ennesima partita da “vorrei ma non posso” quasi fino alla fine, poi addolcita dal rigore che stacca il biglietto per l’Europa League con un fremito di rete. Pur nell’amarezza, tutto il resto è Joya. 

Paolo Marcacci

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  1. Nella foga di invocare Mou, nessuno ha tempo di riflettere su questo ennesimo campionato di m., campionato che sul campo terminiamo dietro qualsiasi squadra decente, da Napoli ad Atalanta. Emblematico il tentativo fatto anche oggi di perdere in casa contro il fortissimo Spezia…D’altronde veniamo da 4 pareggi e 3 sconfitte nelle ultime 7 partite…

    1. Sei solo, fattene una ragione.Cerchi invano proseliti, stai diventando noioso.
      Sei arrivato in Champions, goditela.

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