• FACCIA A FACCIA. Ménéz-Zarate

    06/11/2010 - 0:00

     
    Lazio-Roma è anche il confronto fra due ‘folletti’. Non stiamo parlando di favole, né di incantesimi, ma della storia di due ragazzi dai piedi fatati, intenti a trovare il loro posto nel mondo.
    MENEZ – Il 23enne di Longjumeau – periferia parigina – ha iniziato a far parlare di sé da giovanissimo. Dopo essersi guadagnato la fama di enfant prodige del settore giovanile del Sochaux, a nemmeno 16 anni apponeva l’autografo sul suo primo contratto, passando alla storia della Ligue 1 come il più giovane giocatore a firmare da professionista. La tripletta del 22 gennaio 2005, rifilata al Bordeaux, poi, gli fece portare a casa il pallone del match, ma anche i titoloni dei giornali. L’esplosione di questo fantasista dal dribbling sopraffino, arrivò con la maglia del Monaco: due stagioni da protagonista e 14 reti. Nel frattempo, aveva vestito le maglie di tutte le nazionali giovanili aggiudicandosi l’Europeo dedicato alla categoria Under 17 del 2004. E’, infatti, uno dei virgulti della talentuosa nidiata dell’87 francese, quella, per intenderci, dei vari Nasri, Benzema e Ben Arfa. Nel 2008, quindi, la chiamata giallorossa e l’esordio con la maglia numero 24 il 31 agosto dello stesso anno nella prima di Campionato contro il Napoli, terminata 1-1. I suoi due anni di Roma sono stati caratterizzati dalla discontinuità, ma anche da picchi altissimi. Il suo primo gol romanista, ad esempio, in una fredda trasferta a Verona contro il Chievo, è stato da spellarsi le mani: tiro a volo di destro da posizione defilata, palla in rete e tre punti alla Roma. Nel 2009 vari cambiamenti per il francesino. Prima il 94 sulla maglia ad omaggiare la banlieue di provenienza (nelle qualificazioni di Europa League aveva avuto il 93 per sbaglio), poi il passaggio da Spalletti a Ranieri. Il punto più basso del suo rapporto con il tecnico di San Saba venne toccato in occasione di Cagliari-Roma del 6 gennaio di quest’anno, gara terminata 2-2. Ménéz deluse le aspettative dell’allenatore e quelle dell’intera piazza giallorossa. Da lì, però, iniziò una nuova storia. Mister e giocatore ebbero un chiarimento ed il rapportò si trasformò. Quest’estate proprio Ranieri ha ‘reso pubblico’ il nomignolo ‘Jerry’ (da Jérémy) con il quale è oggi popolare tra compagni e tifosi ed è pronto a puntare su questo ragazzo dell’Île-de-France. La prestazione in Champions con tanto di gol contro il Basilea sono il biglietto da visita migliore per il derby, ma anche per riguadagnarsi un posto nella Nazionale di Blanc.
    ZARATE – Mauro Matias Zarate è nato a Buenos Aires il 18 marzo del 1987. Nipote, figlio e fratello d’arte, ha cominciato la sua carriera nel Velez Sarsfield, prima nel settore giovanile e poi, dal 2004, in prima squadra, la stessa in cui vinse il torneo di Clausura nel 2005. In quattro stagioni tra le fila della squadra della capitale argentina ha totalizzato 73 presenze e messo a segno 22 reti in Campionato. Nel 2007, quindi, un cambiamento radicale nella sua vita: il trasferimento dall’altra parte del globo, all’Al-Sadd. Tanti soldi, ma poche partite disputate, pochi gol e pochi amici. Rispose ‘presente’, perciò, alla chiamata in prestito che arrivava dall’Inghilterra, precisamente dal Birmingham, a gennaio del 2008. In estate, poi, – mentre di lui si parlava anche in chiave giallorossa – se lo aggiudicò la Lazio, strappandolo al Portsmouth e credendoci fermamente. La prima stagione biancoceleste fu particolarmente intensa con una doppietta all’esordio contro il Cagliari, il gol al derby e nella finale di Coppa Italia vinta contro la Sampdoria. Dal secondo anno in poi ecco gli alti e bassi, la mancanza di continuità, la difficoltà nel mettersi a disposizione della squadra ed un ‘saluto romano’ che gli costò un deferimento alla Commissione Disciplinare Nazionale. Con la Lazio ha messo insieme, nelle varie competizioni, 90 presenze e 25 reti e vinto una Coppa Italia ed una Supercoppa Italiana. Tra i suoi obiettivi anche la Nazionale maggiore dopo aver vinto il Mondiale Under 20. Ha sperato a lungo nella chiamata di Maradona, ora si appella a Sergio Batista. Celebri sono divenuti anche i battibecchi a distanza con il Capitano della Roma, Francesco Totti, definito in un’occasione dall’argentino ‘giocatore finito’. Un personaggio particolare, Mauro Zarate, alla ricerca di un equilibrio, soprattutto all’interno del rettangolo verde.
    Claudia Fraschetti

    Scrivi il primo commento

    Scrivi un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


    *

    Seguici in diretta su Twitch!

  • Leggi anche...