• ESCLUSIVA. D’Agostino: “Per vincere serve programmazione” (FOTO e VIDEO)

    Redazione RN
    11/05/2017 - 13:04

    ESCLUSIVA. D’Agostino: “Per vincere serve programmazione” (FOTO e VIDEO)

    ESCLUSIVA ROMANEWS WEB RADIO D’AGOSTINO – L’ex giocatore giallorosso Gaetano D’Agostino ora allenatore dell’Anzio è stato ospite questa mattina della Web Radio di Romanews. Ecco le sue dichiarazioni:

    “La Roma ha bisogno di altri 2/3 anni per poter arrivare a vincere. In questo momento la società deve cercare di programmare insieme alla città mettendo in risalto i problemi ma anche quello che sarà il progetto. Non si può cambiare tutto ogni anno o ogni due. Questo non può succedere perchè la Roma è una grande società. Programmare è fondamentale. Basta vedere quello che ha fatto la Juventus. La società dovrebbe ammettere i propri errori che non hanno portato a vincere qualcosa in 5 anni dicendo di aver sbagliato programmazione. Percentuali di errore tra società, allenatore e squadra? È difficile dirlo dall’esterno. Sicuramente hanno contribuito tutti. Il caso Totti-Spalletti, il problema sullo stadio, i mancati rinforzi di gennaio. Quindi direi 33% per ognuno. La comunicazione è fondamentale perché ormai tutti sanno tutto e gli errori sono sotto gli occhi di tutti. La goccia che ha fatto traboccare il vaso della pazienza del tifoso giallorosso è stata l’eliminazione dell’Europa League. Se la Roma dovesse vendere giocatori come Dzeko, Nainggolan, Salah, Manolas, etc… si indebolirebbe e per andarli a sostituire dovrebbe spendere il doppio, cosa che al momento non sembra potersi permettere”.

    Alleneresti la Roma?
    Ad allenare la Roma andrei anche a piedi.

    Quali sono gli allenatori che vedresti bene alla Roma?
    Simeone, perché mi ricorda Capello. Sa affrontare lo spogliatoio, sa attaccare al muro i giocatori, ha grande personalità. Lui e Conte sono i migliori da questo punto di vista. Anche se ha avuto un passato laziale, gli allenatori non tengono in considerazione queste cose. Quando scegli di fare questo mestiere devi essere pronto ad allenare qualsiasi squadra.

    La Juve mise gli occhi su di te. Com’è andata?
    Sono stato vicino alla Juve quando ero in comproprietà al Bari. La società bianconera voleva riscattare la metà del Bari ma alla fine tornai alla Roma.

    Per quale ragione sei andato via da Roma? Volontà tua o della società?
    Io non sarei mai voluto andare via ma Del Neri mi faceva giocare quinto di centrocampo e non potendo fare quel ruolo per caratteristiche fisiche e tecniche, sono andato via. Ho preso questa decisione per non pregiudicarmi la carriera.

    Cosa pensi della Roma Primavera?
    La Roma ha alcuni giocatori interessanti in primavera. Tumminello e Soleri li avrei portati in alcune partite come vice Dzeko. Non si possono però dare troppe responsabilità ai ragazzi della primavera a causa della scarsa liquidità della società perché devono avere il tempo di inserirsi. Roma è una piazza esigente e i ragazzi vanno tutelati. Tumminello e Marchizza li vedo già pronti per la prima squadra.

    Un tuo giudizio su Dzeko?
    Per me è un grandissimo giocatore che a Milano ha fatto vedere di poter essere anche un bomber di razza, cosa che gli è mancata in alcune partite importanti. Fare questo con continuità è quello che gli chiedono i tifosi.

    Mancini?
    È più un allenatore manager che chiede giocatori importanti per vincere. Simeone, invece, ha costruito quasi dal nulla qualcosa di insperato e sarebbe fatto su misura per la Roma che, al momento, non ha bisogno di un manager.

    Che formazioni schiereresti, viste le assenze, contro la Juve?
    Contro la Juventus stavo pensando a come poter giocare… 4-1-4-1 con Totti unica punta. Szczesny, Fazio, Manolas, Rüdiger, Paredes, Salah, Grenier, De Rossi, Perotti, Totti. Aspettando la Juve si potrebbe ripartire con i lanci di Totti per gli esterni. Io farei giocare il capitano dal primo minuto per farlo entrare subito in partita perché in pochi minuti, a 40 anni, non riesce più ad entrare subito nella sfida. La roma è costruita per giocare in contropiede, aspettando e ripartendo. Tutti gli attaccanti sono fatti apposta per le ripartenze. Le cose migliori le fa vedere anche Dzeko quando ha campo a disposizione perché, quando prende velocità, riesce a far vedere tutta la sua potenza. Gli stessi difensori vanno in difficoltà quando la Roma va a giocare tutta nella metà campo avversario perché non velocissimi.

    Infortunio Nainggolan?
    Se è stato un infortunio dovuto ad un trauma potrebbe giocare mentre nel caso in cui avesse invece un versamento dovuto a un piccolo problema muscolare al polpaccio sarebbe molto difficile vederlo in campo contro la Juventus.

    Cosa pensi di Kessiè?
    Adesso i giocatori fanno un anno e costano 25/30 milioni. Il giocatore ha un grande potenziale ma è un’incontrista, il gol per lui è una ciliegina sulla torta. Non venderei mai Nainggolan per sostituirlo con Kessiè; lo prenderei, se avessi molti soldi, come alternativa al belga per farlo rifiatare. Anche perché se dopo una stagione buona in Serie A uno costa 30 milioni, Nainggolan ne dovrebbe valere 4 volte tanti.
    Quando ero alla Roma c’erano, per i giocatori, poche figure di riferimento ma ben definite. Ora gli allenatori hanno 40 collaboratori ma questi, anche se ne fanno le veci, non riescono a trasmettere le stesse cose dei tecnici.

    Cosa ricorda dei suoi inizi in maglia giallorossa?
    Il primo contratto. Lo firmai a casa di Franco Sensi che, dopo la firma, mi abbracciò e mi disse. “Benvenuto nella famiglia”.

    La gestione dell’ultimo anno di Totti?
    Non è stato gestito benissimo. Senza dare colpe al mister, a Totti o alla stampa. Ci vuole il giusto rispetto. L’anno scorso il capitano nel finale di stagione si era ancora dimostrato decisivo. Poi quest’anno ci sono stati screzi, ripicche… Anche in questo caso però rientra la questione società. Questa doveva intervenire prima. Anche Totti e Spalletti dovevano gestirla meglio senza permettere a tutti di parlarne e dando possibilità di crearsi alibi agli altri componenti della rosa.

    Federico Prosperi

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