Eriksen, le prime parole dopo il malore: “Voglio capire cos’è successo”. Domani potrebbe essere dimesso

Teresa Tonazzi
14/06/2021 - 15:48

Eriksen, le prime parole dopo il malore: “Voglio capire cos’è successo”. Domani potrebbe essere dimesso

ERIKSEN CONDIZIONI – “Voglio capire che cosa è accaduto. Grazie a tutti, non mollo”, sarebbero state queste le prime parole di Christian Eriksen dopo il malore in campo durante Danimarca-Finlandia. Dopo il terrore di sabato, il giocatore dell’Inter è ora in condizioni stabili, e sotto osservazione. Le parole proferite dal centrocampista sono state riferite dal suo agente, Martin Schoots, in un’intervista a La Gazzetta dello Sport. Stando a quanto riportato da Sky, inoltre, domani potrebbe essere dimesso dal Rigshospitalet di Copenaghen. Sull’accaduto è intervenuto a Radio Punto Nuovo anche Lucio Mos, presidente della Società Italiana di Cardiologia dello Sport. Queste le sue parole:

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“Il caso di Eriksen? Risulta che è stato defibrillato, quindi bisogna andare a capire le cause hanno provocato l’arresto cardiaco. Il mio punto di vista? Ha avuto un’aritmia, ma non posso sapere le motivazioni che l’hanno provocata. Può esserci stata una miocardite, ma si tratta solo di congetture. L’intervento di Kjær? È stato prontissimo nel mettere Eriksen in posizione laterale, in modo da tirargli fuori la lingua. Già 15 anni fa la nostra Società ha iniziato dei corsi di formazione, che, a mio avviso, andrebbero resi obbligatori a partire dalle scuole superiori. Eriksen tornerà a giocare? Con la legislazione italiana dubito che potrà scendere in campo in futuro in Italia. I protocolli attuali sono rigidi, quindi non proporremo alla FIGC alcuna modifica a quello attuale. Andrebbero cambiati quelli europei, che sono più larghi rispetto ai nostri”, ha aggiunto. “Com’è possibile che un calciatore sottoposto a innumerevoli controlli venga colpito da un arresto cardiaco? Ci sono cose che possono sfuggire persino ai controlli più accurati, anche perché le visite avvengono periodicamente, quindi un problema di questo tipo può insorgere tra un controllo e un altro. La regolamentazione italiana è la più severa del mondo ed è questo il motivo per cui il numero di morti improvvise durante l’attività fisica è più basso rispetto agli altri Stati”.

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