• Er gò de Turone, ancora più bono

    Redazione RN
    27/03/2023 - 8:57

    Getty Images
    Er gò de Turone, ancora più bono

    ER GOL DE TURONE – Iera sera Rai Uno ha trasmesso il docufilm “Er gol de Turone era bono”, il racconto di una delle vicende sportive che hanno cambiato per sempre la storia della Roma e di un’annata, quella del 1981, che avrebbe potuto regalare lo Scudetto ai giallorossi, se solo quella famosa rete fosse stata convalidata. Di questo ci parla Paolo Marcacci nella rubrica “Occhio alla Penna”.

    Innanzitutto la nostalgia: per l’Italia che si avviava a vivere gli anni Ottanta. Per come ancora eravamo, senza sospettare quello che il Paese sarebbe diventato. 

    Una grandezza meritata prima ancora di raggiungerla, non episodica perche supportata da un cambio di mentalità impensabile qualche anno prima: era la Roma di Dino Viola. Un presidente tutt’altro che visionario, anzi: pragmatico, programmatore, anche cinico all’occorrenza. Innamorato della Roma al punto tale da donarle un destino che la sua gente pensava di non meritare. Proprio per quello, come ama ripetere il Presidente: – Avevamo smesso di essere simpatici a tutti -.

    Sono le premesse dello stato d’animo con il quale abbiamo visto ieri sera “Er gol de Turone era bono”, il docufilm di Rai Uno. Una dantesca commedia laica animata dai molteplici pareri: romanisti, juventini, più o meno neutrali. Abbiamo rivisto tanti volto che hanno animato la nostra infanzia e la nostra adolescenza, tra i commentatori televisivi dell’epoca. Abbiamo poi rivisto le “figurine” della nostra infanzia: da Falcão che commenta l’episodio in modo analitico, a Pruzzo che ancora s’incazza, rivedendolo, a più di quarant’anni di distanza. Soprattutto, abbiamo finalmente rivisto Maurizio “Ramon” Turone, l’uomo che c’è dietro al cognome divenuto paradigma di ingiustizia nell’ottica di una rivalità che si è cementata proprio attorno a quel suo gol che era “bono”, perché era partito da dietro. Era bono al punto tale che Turone ancora dice “Ma li mortacci sua…” con l’accento di Varazze, nel rivedere quei fotogrammi. All’indirizzo di chi? Ma del mitico guardalinee Sancini, anche lui intervistato, che aveva segnalato a Paolo Bergamo la posizione di Turone. 

    Come si viveva una trasferta, il modo che i media avevano di trattare il calcio, la moviola e il Telebeam…lo sfondo di un episodio che più passa il tempo e più si arricchisce di sfumature, aneddoti, significati storici. Perché anche dalla visione del programma di ieri sera una cosa l’abbiamo capita ancora meglio: quando la Roma fu pronta per l’assalto al vertice del calcio italiano, il calcio italiano non era pronto per l’arrivo della Roma. E, rivedendolo, ci siamo rivisti. 

    Paolo Marcacci

    Vedi tutti i commenti (4)

    Scrivi un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


    *

      Tutti i commenti

    1. Ma se c’è stata contezza della validità di quel gol con cui la Roma avrebbe vinto lo scudetto perché com’è successo ad altre squadre italiane in passato, non le viene assegnato d’ufficio?

      1. d’ufficio c’é sicuramente quello del 2006 con juve milan e inter coinvolte nello scandalo delle intercettazioni …

    2. La cosa più rivoltante è il negare l’evidenza da parte del guardalinee. L’arbitro che fa il Pilato della situazione… Sarebbe stato interessante vedere con la tecnologia odierna le varie posizioni, nonostante che qualcuno abbia a dire che le immagini sono manipolate.

    3. Carlo Sassi, la ciliegina sulla torta….bianconera.
      Diranno di lui che avrebbe dichiarato di aver visto anche atterrare i marziani sulla terra, ma a suo dire, la Rai avrebbe manipolato le immagini dell’atterraggio.

    Seguici in diretta su Twitch!

  • Leggi anche...