Più gol e meno “fioretto”, adesso Mourinho deve reinventare l’attacco della Roma

Si salva solo il risultato, perché va detto: questa Roma non morde più e per disfarsi del neopromosso Lecce ha bisogno di un calcio di rigore trasformato da Dybala nella ripresa. E già perché dopo il gol di Smalling arrivato a 6 minuti dal fischio d’inizio, dopo 22 giri d’orologio l’espulsione di Hjulmand ha regalato ai giallorossi capitolini anche il vantaggio della superiorità numerica. Si salva il risultato dicevamo, perché la Roma era obbligata a tornare a vincere in casa in campionato. I tre punti all’Olimpico mancavano dal 3-0 al Monza, il 30 agosto.

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Roma stanca fisicamente e mentalmente

Mourinho spiega che a farla da padrona in casa Roma è la stanchezza, sia fisica che mentale. Non può far ruotare i giocatori come fanno altre squadre che ne cambiano 7-8 a partita. I giallorossi perdono poi un calciatore a ogni gara, contro il Lecce finisce ko Dybala che si infortuna calciando il rigore del decisivo 2-1. Il settimo gol, il quinto di fila, il secondo consecutivo dagli 11 metri e si rischia di rivederlo in campo non prima del nuovo anno, complice ovviamente la lunghissima pausa per il mondiale. Un lungo stop probabilmente che costringerà la Roma a ridisegnare il pacchetto offensivo.

La Roma deve ritrovare mordente

Tutto qui? Può bastare la motivazione data in pasto alla stampa dallo Special One? Se il campionato è benevolo, con le squadre di testa che sembrano voler aspettare la Roma, fatta eccezione per il Napoli dell’ex Spalletti, è la Roma che deve ritrovare il mordente per capire che può starci lassù. Questa squadra pecca di presunzione. Convinta di poterla sfangare sempre e in qualche modo. E invece le partite non riesce più a chiuderle, la porta sembra stregata. Abraham entra, si procura il rigore ma poi sbaglia tutto quello che c’è da sbagliare davanti alla porta. E’ il fantasma del Tammy della passata annata. Così come la Roma è irriconoscibile rispetto a quattro mesi fa. Non ha più quella forza propulsiva che anche quando le cose si mettevano male, facevano pensare che in qualche modo ne sarebbe uscita.

Attacco spuntato

L’attacco è un problema certificato. Lo ha detto anche Josè, si segna poco e questo innervosisce la squadra. Eppure il potenziale offensivo è enorme: adesso Dybala rimarrà ai box chissà per quanto, ma ci sono Abraham (salvate il soldato Tammy), Zaniolo (che dopo l’infortunio alla spalla ha perso la brillantezza e gli spunti degli inizi), Belotti tutto volontà e sacrificio, El Shaarawy in cerca d’autore e lo stesso Shomurodov, che da uomo con la valigia, è rimasto e può giocarsi le su chance. A questi, vanno aggiunti anche i gol di Pellegrini (che deve usare più la spada che il fioretto) e di Smalling, con la Roma che ha segnato di testa quasi la metà delle reti in questo campionato. Materiale ce n’è, a Mou l’onere di reiventare l’attacco giallorosso dei prossimi mesi.

Gspin