DELFINO IN RETE. Scudetto? Quattordici vittorie su 17. Dura, ma non impossibile

25/01/2011 - 7:54

DELFINO IN RETE – Seconda stagione alla guida della Roma e seconda stagione in corsa per lo scudetto, seriamente, non per scherzo. La Roma di Ranieri va, nonostante la partenza disastrosa, figlia della terribile delusione del finale di campionato scorso. Se l’Inter infatti sta facendo i conti con la fine di un ciclo e con l’appagamento da abbuffata di titoli, la Roma ha invece pagato a caro prezzo la beffa del maledetto mese di Maggio, in cui ha perso Coppa Italia e Scudetto nel giro di poche settimane. Un finale drammatico che e’ risalito, come in tutte le cattive digestioni, all’improvviso, senza preavviso. Ko nella finale di Supercoppa (terzo titolo perso), 2 pareggi in casa con Cesena e Bologna e 2 sconfitte in trasferta contro Cagliari e Brescia, piu’ l’avvio disastroso in Champions. Isterismi vari, persecuzioni arbitrali, gelosie interne, una vera e propria polveriera insomma quella di Trigoria. Ranieri ha dimostrato di avere una grande capacita’, quella di non perdere mai la testa e di non farsi condizionare dall’ambiente esterno, riuscendo ad isolare la squadra dal tam tam mediatico, arrivato persino, nei giorni piu’ neri, a parlare di Mazzone o Zeman al suo posto. Roba da matti. Sono stato tra quelli che ha criticato Ranieri, non lo nego, ma mi ero permesso di farlo solo per alcune sue scelte tecniche quantomeno discutibili a Napoli e Parma (fuori Menez Borriello Vucinic e Totti, dentro Adriano Baptista e Okaka) e per la gestione di Totti, parso spesso quasi un raccomandato. Oggicome oggi prevalgono stima e riconoscenza, ma le critiche costruttive mosse a Ranieri restano valide perche’ una Roma cosi forte nel suo organico da potersi permettere una panchina con Pizarro Juan Vucinic e Menez, non puo’ avere un solo punto di vantaggio sulla Lazio e trovarsi alle spalle del Napoli. Cosi come non puo’ avere 6 punti di distacco da un Milan che avra’ anche un Ibra stratosferico ma che se e’ ridotto a giocare con Yepes e Papastatopulos centrali di difesa e Tiago Silva a centrocampo, evidentemente qualche problema serio ce l’ha eccome. Troppe le partite non vinte dalla Roma nel girone d’andata, ben 10 su 19. Ci possono stare le sconfitte di Napoli e Palermo, ci puo’ stare il pari a Torino con la Juve, ma tutte le altre partite che la Roma non e’ riuscita a vincere (7) sono stati autentici peccati mortali. Parte di questi regali la Roma se li e’ ripresi vincendo in modo inatteso e strepitoso gli scontri diretti contro Inter, Lazio e Milan. Idem in Champions con la rimonta al Bayern. Ma la rincorsa deve continuare senza fare calcoli ma solo vincendo. La Roma dovra’ assolutamente battere Bologna e Brescia perche’ subito dopo ci saranno in successione Inter e Napoli. Ora c’e’ entusiasmo, ci sono i derby vinti, c’e il sorpasso a Juve, Inter e Lazio, c’e’ il terzo posto in classifica, impensabile 2 mesi fa. Ma ci sono anche i numeri, impietosi, che ci dicono una sola cosa: se la Roma vorra’ vincere lo scudetto, dovra’ chiudere il campionato con 80 punti (dovrebbero bastare perche’ la media si e’ abbassata), per cui all’appello ne mancano ancora 42. Se la matematica non e’ un opinione per totalizzare 42 punti su 51 a disposizione, la Roma potra’ permettersi il lusso di lasciare per strada non piu’ di 9 punti. Quattro pareggi oppure tre sconfitte. Tutte le altre (almeno 13 su 17) sono da vincere. Il resto sono chiacchiere.

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