Del Piero: “Scioccato dalla situazione Juve, ma non è come il 2006”

Teresa Tonazzi
30/11/2022 - 12:27

Alex Del Piero parla del caos in cui naviga la Juve dopo le dimissioni di Agnelli e Cda e spiega perchè la situazione è diversa da quanto accaduto nel 2006

Del Piero: “Scioccato dalla situazione Juve, ma non è come il 2006”

Alex Del Piero ha rilasciato alcune dichiarazioni al Corriere della Sera, e tra gli argomenti trattati inevitabilmente la situazione Juve, che è stata la sua casa a lungo tempo. Un commento poi anche sulla mancata qualificazione dell’Italia al Mondiale.

L’intervista

Del Piero, la sua prima reazione qual è stata alla notizia delle dimissioni di tutto il Cda bianconero?
«Sono scioccato. Dovrei conoscere meglio la situazione, ma è una cosa triste perché sono tutti amici, da Agnelli a Nedved. Abbiamo condiviso tante cose belle, li ho visti anche di recente».

Per gli juventini sembra di essere tornati al 2006, l’estate di Calciopoli.
«No, non è come nel 2006. Non credo che tutto questo avrà effetti sulla squadra, ma riguarda i dirigenti. È incredibile che una società storica come la Juventus debba vivere questi alti e bassi così drammatici. Sono iniziati con la Serie B, il momento peggiore della storia bianconera, ma poi ci sono stati 9 scudetti di fila».

È molto colpito…
«Ho passato vent’anni alla Juventus, sono stato in serie B e il legame con i tifosi è molto profondo, abbiamo attraversato qualsiasi tipo situazione, dalle più belle a quelle più difficili. È stato un grande viaggio e qualsiasi notizia sul club mi coinvolge molto. Sono triste».

I tifosi sognano il suo ingresso in società. Possibile?
«È molto presto per dirlo. Nessuno mi ha chiamato, non conosco il piano ma conosco bene il club. E a Torino ho ancora casa».

Da una tristezza all’altra. Cosa si prova senza Italia al Mondiale?
«Leggerezza, perché sei qui per vedere la squadra migliore e non c’è coinvolgimento emozionale. Ma mancano tensione ed energia. Non esserci per due edizioni di fila è assurdo».

L’Italia se la sarebbe giocata?
«L’Italia non è qui perché non ha meritato di vincere le partite importanti, a differenza dell’Europeo. E poi non è questo il punto».

Qual è?
«Il calcio è cambiato e ci sono nazioni che pensavamo fossero piccole e invece arrivano a certi livelli tecnici, tattici e fisici: a volte vinci, altre perdi. Bisogna cercare di alzare l’asticella per tornare ad essere quelli che eravamo».

C’è molto più equilibrio?
«Se non sei attento e preparato anche a livello psicologico, rischi. Alla Germania è andata di lusso che il Giappone non ha battuto la Costa Rica: hanno venti stelle e ha fatto gol quello più inaspettato. È la bellezza del calcio. E anche la sua tragicità».

Cosa pensa di gesti come quello dei tedeschi che si sono tappati la bocca per protesta?
«Sono gesti forti e credo che ognuno sia in condizione di esprimere se stesso nel modo migliore. Questa è una piattaforma di grande visibilità, che diventa una opportunità per andare ovunque».

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