Corriere dello Sport, il commento su Real Sociedad-Roma: “Legittima difesa”
Chiamata a difendere la vittoria 2-0 ottenuta contro la Real Sociedad una settimana fa all'Olimpico, la Roma passa il turno in Spagna con un secco 0-0 e stacca il pass per i quarti di finale di Europa League: a risultare decisiva è stata la compattezza difensiva dei giallorossi
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REAL SOCIEDAD ROMA EUROPA LEAGUE – Chiamata a difendere la vittoria 2-0 ottenuta Real Sociedad una settimana fa all’Olimpico, la Roma passa il turno in Spagna con un secco 0-0 e stacca il pass per i quarti di finale di Europa League. La compattezza degli uomini di Mourinho è risultata decisiva ai fini del passaggio del turno. Una prestazione di questo tipo che è stata sottolineata anche dal direttore del Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni.
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“Al di là del muro, anzi del Murinho – nell’occasione ha perso la prima o e soltanto quella – alzato per evitare l’annunciata tempesta perfetta, ci sono l’applicazione e l’organizzazione di una squadra che fi no all’ultimo istante ci ha messo cuore, polmoni, gambe, fasciature supplementari, testa e cicatrici” – scrive Zazzaroni sul quotidiano.
“Voleva i quarti di Europa League, la Roma, e li ha ottenuti giocando a una porta sola, quella di Rui Patricio, ma rischiando pochissimo. Come avrebbe potuto serenamente ammettere Roberto Mancini con una delle sue più classiche battute, «li abbiamo chiusi nella nostra metacampo».”
“Il preziosissimo capitale di due gol segnati all’andata – continua – Mou l’ha protetto con intelligenza e la solita lucidità, anticipando tutte le mosse di Alguacil e permettendosi una raffi nata mourinhata: non potendo seguire dalla panchina il derby di domenica, poiché squalificato, ha lasciato che fosse
il suo secondo, Salvatore Foti – ieri Fotinho – a dirigere dal campo, in piedi.
“José si è limitato a pochi interventi, più che altro richieste di maggiore attenzione sui falli rivolte al quarto uomo. Che stavolta non l’ha invitato ad andare a casa. L’indisponibilità all’ultimo di Matic ha certamente privato la manovra degli intervalli di palleggio necessari alla squadra per rifiatare: Wijnaldum non è stato purtroppo in grado di sostituirlo degnamente.
“Anche l’impiego di Belotti al posto di Abraham – conclude – è stato nella direzione della lotta e del sacrificio su tutte le palle. Le prime, le seconde e anche le terze e le quarte. I migliori, i soliti: Smalling il respingente massimo, Ibañez e Mancini che, as usual, non se l’è proprio sentita di rinunciare a un giallo
dopo pochi minuti: il cartellino è per lui un fedelissimo compagno di viaggio. La Joya è rimasta nello scrigno. E alla fi ne hanno pianto i baschi”.