Coronavirus, Tommasi controcorrente: “Rischio è rimettere in moto una macchina che potrebbe fermarsi subito”

Alessandro Tagliaboschi
08/05/2020 - 17:24

Foto Getty
Coronavirus, Tommasi controcorrente: “Rischio è rimettere in moto una macchina che potrebbe fermarsi subito”

TOMMASI SERIE A CORONAVIRUS – Dopo l’apertura della sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa, la ripresa del calcio non sembra essere così impossibile. Il presidente dell’Aic Damiano Tommasi, però, conferma di avere seri dubbi circa la possibilità di avere un finale di stagione dove tutto fili liscio. Queste le sue parole a fanpage.it: “Sappiamo che il comitato tecnico-scientifico trasmetterà una nota al ministro della salute e al ministro dello sport. Ma non abbiamo ulteriori elementi. Come AIC vogliamo un protocollo sicuro, validato, semplice, efficace. Qualcosa che ci dia certezze, che presenti la sicurezza di un rischio calcolato. E poi il tempo, sempre più stretto ogni giorno che passa. Il pensiero di tante partire da affrontare in pochi mesi. Costringerà a far funzionare tutto perfettamente per non avere intoppi e finire la stagione 2019/20. Si corre il rischio di rimettere in moto una macchina che potrebbe fermarsi subito”.

C’è un aspetto del protocollo che non convince i medici: in caso di nuovo contagio, va isolato solo il soggetto positivo.
“È uno degli aspetti da chiarire, anche perché è l’uniformità dei comportamenti che garantisce la sicurezza. La gestione della positività di un calciatore non può essere diversa da quella che riguarda altri ambiti del paese. Ci saranno dei protocolli, in questo senso, che dovranno essere confermati da chi ci autorizzerà a tornare a fare l’attività. Questo però ce lo dovranno dire i medici”.

Intanto come state vivendo i nuovi casi di positività in Serie A?
“È stato fatto uno screening pre-allenamento, come giusto che sia in questo momento, e i positivi verranno isolati. Sappiamo che non tutte le squadre hanno fatto già i test, per problemi logistici. Era da mettere in preventivo qualche caso di positività, vista la diffusione del virus soprattutto in alcune regioni d’Italia. Al di là dei nuovi casi positivi, è la prolungata positività di alcuni calciatori, andati oltre le tre settimane di positività, ad aumentare il livello di preoccupazione”.

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