Coronavirus, Marino (Udinese): “Credo che la Serie A non ripartirà, la Cina insegna”

Teresa Tonazzi
10/04/2020 - 9:45

Foto Getty
Coronavirus, Marino (Udinese): “Credo che la Serie A non ripartirà, la Cina insegna”

CORONAVIRUS MARINO UDINESE SERIE A – Pierpaolo Marino, capo dell’area tecnica dell’Udinese, ha rilasciato un’intervista a La Repubblica nella quale spiega le sue previsioni sulla prossima stagione ma soprattutto esprime il suo punto di vista sulla ripresa del campionato e sulla situazione Coronavirus. Queste alcune delle sue parole: 

Le dichiarazioni di Marino

Il suo auspicio è che a giugno si ricominci a giocare?
“Io sono molto preoccupato, e faccio una valutazione che va oltre questa stagione e si proietta già sulla prossima, la cui integrità vedo in pericolo. La situazione è un poco migliorata, ma stiamo combattendo contro un nemico che sta vincendo: non si può pensare che basti l’abrogazione di un decreto per riprendere come niente fosse”.


Pessimista?
“Realista. Ho sempre fatto riferimento a quello che accadeva in Cina, già a fine febbraio mi ero reso conto di ciò che sarebbe successo: a quell’epoca, i cinesi stavano uscendo dal contagio eppure nessuna squadra era in ritiro e non c’era nessuna data per l’inizio del campionato. Quando da noi si discuteva se giocare a porte aperte o chiuse, io dicevo che stavamo per entrare in un film apocalittico, e nessuno se ne rendeva conto. La Cina è due mesi e mezzo avanti a noi come esperienza di coronavirus, ma non mi risulta che abbia ancora deciso come e quando tornare a giocare”.
L’Uefa però la decisione l’ha presa: la stagione va finita.
“L’Uefa è anche quella che fino a poche settimane fa non voleva rinviare l’Europeo o la Champions. E che ha fatto giocare Atalanta-Valencia, con gli effetti che sappiamo. Chi pensa di programmare il futuro fa un esercizio in cui io non mi voglio cimentare».
(…)


Cosa le impedisce di immaginare una ripresa?
“L’esperienza cinese, ma non solo. Chi si assumerà la responsabilità se nelle squadre troveremo un positivo? Noi dell’Udinese abbiamo fatto 14 giorni di quarantena dopo aver giocato contro la Fiorentina una partita che il governatore del Friuli non voleva che si giocasse, e aveva ragione lui: dovremmo accendere candele votive a chi ha evitato che anche noi ci contagiassimo”.


Le società contrarie alla ripresa sono quelle in lotta per la salvezza: non state difendendo un interesse di parte, prima di tutto?
“Io ho una posizione personale che non è quella dell’Udinese. Non sono nemmeno il dirigente che rappresenta il club in Lega. Per me questa stagione ormai non vale più, è un anno di lutto e basta. Nessuno si ricorderà di chi ha vinto o perso questo che resterà nella memoria come il campionato del coronavirus. Non riesco a pensare al calcio che riprende dentro stadi spettrali”.


Neanche se la ripresa fosse a settembre?
“Non sono né il presidente del consiglio né un virologo, non ho idea di come si svilupperà il virus né di come ci conviveremo. Non si riesce a programmare l’attività scolastica, come si può pensare a quella calcistica? Riparliamone quando ci sarà la possibilità di riprendere gli allenamenti a pieno regime. Al calendario mi dedicherò quel giorno lì. Oggi non dobbiamo pensare a ricominciare il prima possibile, ma a ricominciare. Che è ben diverso”.
(…)

Vedi tutti i commenti (1)

Scrivi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


*

    Tutti i commenti

  1. Finalmente qualche considerazione sensata e non superficiale dal mondo del calcio. Condivido anche le virgole

Seguici in diretta su Twitch!

Leggi anche...