Coronavirus, anche Cellino positivo: “Ora fermiamo il calcio”
CORONAVIRUS CELLINO – Il Coronavirus continua a diffondersi nel mondo del calcio. Come riportato da La Repubblica, Massimo Cellino, presidente del Brescia, ha contratto il Covid-19. Ne ha dato notizia lui stesso. Ecco dunque uno stralcio delle sue parole.
Le parole di Cellino
“Dopo due settimane di quarantena a Cagliari sono stato in ospedale a fare dei controlli. È uscito fuori che mia figlia ha avuto il virus, mio figlio non ce l’ha avuto. E che io ce l’ho in atto. Sintomi? Stanchezza eccessiva e forti dolori alle ossa. Ora fermiamo il calcio”.
Lei fa del non giocare una questione quasi sociale.
“In questo periodo ho vissuto a Brescia, nelle altre regioni quasi non si sa di cosa si parla. A Roma hanno messo 1200 respiratori in 15 giorni per evitare che fosse un carnaio. A Brescia sono passati da 200 a 600, ma sono morte delle persone perché non avevano il respiratore. L’hanno pagato caro i lombardi questo virus. Non c’è il minimo rispetto nel chiedermi di ricominciare il campionato fuori dalla Lombardia”.
La gente a Brescia cosa chiede?
“Mi difende, mi dice che vuole onorare i propri morti, si offende se riporto la squadra in campo. Io devo rispettare queste persone. Non ho paura di retrocedere, in Serie B magari vado lo stesso ma tornerò in A, ho giocatori giovani e i conti a posto. Non accetto di non portare rispetto alla città di Brescia però. E se si gioca non lo decidono i club”.
Lo deciderà il governo, no?
“Ma qui abbiamo Lotito che fa il medico, il virologo, lo scienziato nucleare, lo psicologo, l’astronauta. Come fa il presidente di una Federazione a non sottoporsi all’autorità del Presidente del CONI o del Ministro dello Sport? Se hanno spostato l’Europeo e i Giochi olimpici di un anno, cosa pensiamo che siamo, degli imbecilli? Noi invece vogliamo finire il campionato in 15 giorni. E ho scoperto perché”.
Ecco: perché secondo lei?
“In Lega ci sono circa 180 milioni di euro destinati alla classifica finale della Serie A e che vanno alle prime 10 in classifica. E questi premi sono stati già fatturati dalle società. Ora, se non si finisce il campionato e Sky non paga, cosa succede a chi ha già speso quei soldi?”.
Ce l’ha con la Lega di Serie A?
“Con l’Amministratore Delegato De Siervo. Stiamo navigando a vista, nascondendo a tutti cosa stia succedendo veramente. Non si può gestire una Lega col clientelismo alla democristiana. La Lazio è seconda, quanto ha avuto di ripartizione in base alla posizione? Se Lotito chiede di giocare difende i suoi interessi, fa bene. Chi deve difendere gli interessi del sistema è il presidente della federazione. Con tutte le pressioni che sta subendo lo capisco, ma se è in difficoltà si faccia sostenere dal CONI e difenda il sistema calcio”.
Lei parla ovviamente di Gravina. Cosa si aspetta in questa fase dal presidente della Figc?
“Credo Gravina stia chiedendo aiuto in silenzio. Ha la Serie C che spinge, la B che piange. La FIGC è a Roma, chi è che va tutti i giorni a fare pressione, secondo voi? Gravina è mio amico, spero che non lo mettano in difficoltà. Tiri su la testa e si affidi a chi può aiutarlo, il CONI e il Ministro dello Sport”.
Il Brescia si allenerà il 4 maggio?
“Ma chi ha convocato le squadre per il 4 maggio? Glielo dico io: nessuno. Non ci sono lettere, non hanno richiamato i giocatori. Vanno fatti i test e devono risultare tutti negativi, prima di ripartire. Se nella Fase 2 non riaprono le chiese, come fa a ricominciare la Serie A? Anche a porte chiuse in uno stadio entrano novecento, mille persone: oltre a tutti i tesserati ci sono addetti alle luci, cameramen, idraulici, addetti all’antidoping, arbitri, delegati, ispettori FIGC e della Lega, medici, steward”.
Secondo Gravina si potrebbe ricominciare anche a settembre.
“I campionati non possono andare oltre il 30 giugno, quando scadono i contratti e i bilanci. Tecnicamente è impossibile. Ma i contratti tv scadono il 31 dicembre, sono gli standard contrattuali. Allora ho iniziato a cercare di capire perché insistessero e ho notato queste fatture anticipate alle tv. Siete sicuri che chi è decimo sia in grado di restituire quello che riceve se non si torna a giocare?”.
Anche lei però ha degli interessi in ballo: rischia la Serie B.
“Se le mie suppliche sono malintese non me ne sbatte nulla. Se vedo rischi la squadra non la faccio giocare. Chiedo ai Presidenti di FIGC e CONI di prendersi le responsabilità, l’anno prossimo rischiamo di avere 10 società fallite in Serie A”.
Cosa pensano i giocatori di questa situazione?
“Sono spaventati. Ho lasciato a disposizione il centro sportivo per allenamenti individuali, ho sei campi meravigliosi. Sono venuti solo 4-5, gli altri per paura mai, e li capisco. E due, Joronen e Bjarnason, si sono stirati dopo 3 minuti di corsetta. Magari è una casualità, ma come facciamo a giocare così? Se non ho certezze, non ci penso assolutamente a metterli a rischio”.
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