Il commento di Zazzaroni sulla Roma: “A che gioco giocate?”
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ROMA MOURINHO ZAZZARONI – La finale di Europa League è il grande appuntamento che attende la Roma in questa stagione. José Mourinho, dopo aver scritto la storia portando i giallorossi a giocarsi due finali europee consecutive, prepara la sfida al Siviglia. Dopo Budapest, però, il futuro è ancora tutto da scrivere. A tal proposito, il direttore del Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni, ne ha parlato nel suo editoriale.
“A che gioco giocate?”
“Come si possono sporcare i giorni che precedono una finale prestigiosa e importantissima per la storia della Roma, ovvero un momento che dovrebbe essere entusiasmante, di totale condivisione? – esordisce Zazzaroni – Proprio come sta facendo la società: con il silenzio infinito, l’assenza, una presa di distanza a questo punto voluta.”
“Come si può tradire un allenatore, mancando di rispetto al suo passato e al suo presente, al suo lavoro? E come si possono ignorare i sacrifici e l’impegno di una squadra povera di tecnica ma seria, molto presente a sé stessa, quasi devota e di cuore?”
“[…] Il calcio, non solo quello italiano, ha delle dinamiche, un linguaggio e degli equilibri che non possono essere trascurati o soltanto sottovalutati. Dopo qualche anno, poi, certe cose si apprendono. Non alla Roma però. Quando Dan volò a Londra per convincere Mourinho ad accettare la Roma e gli promise il primo anno di sacrifici, il secondo di crescita e il terzo di successi, sapeva perfettamente di inseguire il top: da allora cos’è cambiato?”
“Per quasi ventiquattro mesi Mou è stato azienda, rispettoso ancorché sofferente: si è limitato a tre, quattro punture che erano chiari inviti al confronto e alla chiarezza. Nelle ultime settimane non ce l’ha più fatta. S’è reso conto che le commoventi risposte vincenti del gruppo meritavano segnali e comportamenti differenti […]”
“E Tiago Pinto? Che ruolo sta interpretando? Ha mai provato a fare da tramite, da collante tra l’allenatore amico e la proprietà? Mi sa di no: continua a far finta di niente, non capendo che a Mou e a questa squadra deve i successi che in qualche modo sta firmando. Ecco allora la domanda delle mille pistole: non pensa, la proprietà, che il pubblico sempre presente all’Olimpico possa sentirsi poco considerato?”
“[…] Tra meno di un mese si concluderà anticipatamente l’avventura romanista dello Special, un romanzo (troppo) breve ma indimenticabile. Al momento non vedo come possa andare diversamente, visto che nessun texano si è mai fatto vivo. Un finale del genere non lo meritano l’allenatore, i collaboratori, i giocatori e soprattutto i romanisti. Se c’è un mistero, va svelato ora. Al tecnico. Ai tifosi. A noi che abbiamo giocato con Mourinho una delle più emozionanti e gratificanti partite giallorosse. Dan e Ryan Friedkin, a che gioco giocate?”