Classe, forza, esperienza e velocità: ecco il Manchester di Ferguson

02/10/2007 - 0:00

Se la Roma è un esempio lampante di bel gioco e spettacolarità , ciò si può dire tranquillamente anche per il Manchester United. Sir Alex Ferguson ha avuto il coraggio di cambiare gioco e uomini ad una squadra che era arrivata alla fine di un ciclo straordinario, ma oramai concluso. Il suo coraggio nel cambiare la squadra ha reso questo gruppo un riuscitissimo mix di esperti e veterani come Scholes, Giggs , Ferdinand e giovani ed esuberanti stelle come Rooney, Cristiano Ronaldo e gli ultimi arrivati Tevez e Nani. La squadra tatticamente è cambiata molto in questi ultimi due anni: è passata da un gioco che prediligeva i cross per attaccanti come Van Nistelrooy (ora al Real Madrid) e Saha, ad un modulo con una sola punta: Rooney o Tevez. forse l’unico giocatore al mondo che assomiglia al talento di Liverpool come caratteristiche e grinta e che lo United non si è lasciato sfuggire quest’estate. Lo schema adottato quest’anno da Ferguson ha visto l’esclusione di Saha dai titolari, ed assomiglia sinistramente a quello della Roma, con Rooney punta di movimento che svaria moltissimo. A differenza di Totti, l’attaccante dei Devils ha meno visione del gioco, ma al tempo stesso ha un dribbling e una forza fisica davvero devastanti. Rispetto al gioco spallettiano, però, c’è molto meno movimento senza palla: i due centrocampisti Scholes e Carrick restano molto bassi a protezione della difesa, il gioco viene portato avanti sempre da Ronaldo o dal nuovo arrivato Nani. Entrambi, infatti, hanno la capacità di fare 40 metri di campo palla al piede, per poi scaricare alla punta o andare alla conclusione personale. La forza dello United è sugli esterni grazie ad una rosa di giocatori di livello mondiale (non dimentichiamoci Giggs, che però con il passare degli anni si trasformato da cavallo da tiro ad abilissimo suggeritore). Sarà qui, insomma, che la Roma dovrà fare una prestazione superba. Ma i diavoli hanno anche dei punti deboli: i terzini Evrà e Brown sono molto molto offensivi e coprono poco, i centrali Vidic e Ferdinand, invece, rappresentano un pericolo costante sulle situazioni da palla inattiva, ma soffrono se chiamati all’uno contro uno, essendo marcatori di posizione. Inoltre Ronaldo che, seppur straordinario, ha dimostrato (vedi la semifinale con il Milan) di essere un giocatore che soffre le marcature strette e aggressive. Se non riesce ad entrare subito in partita, il portoghese ne risente per tutto il match. Quest’anno i devils si sono rinforzati ancora di più, realizzando il progetto a cui Ferguson mirava da tempo: cioè quello di avere una formazione nella quale praticamente tutti i membri dal centrocampo in su sono in grado di saltare l’uomo ed essere pericolosi palla al piede. Per la Roma sarà durissima, ci vorrà una partita perfetta da parte di tutti, con attenzione maniacale alle palle inattive, freddezza sotto porta, e soprattutto, forza mentale nel rimanere uniti e corti.

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