Cicinho a Romanews.eu: ´Maledetta sfortuna, non potevo fare altrimenti…´

09/11/2008 - 0:00

Sono quasi le due di notte quando l’aereo che riporta a casa la Roma, atterra sulla pista di Fiumicino. A bordo l’amarezza si mescola alla delusione: la rabbia è figlia dell’ennesima beffa del destino. Cicinho, dopo aver pensato a lungo all’autogol del Dall’Ara, una volta sceso sul suolo romano si regala il primo, timido sorriso. A strapparglielo sono i compagni di squadra, che gli hanno appena fatto un piccolo, innocuo scherzo, attaccandogli sul retro della giacca della tuta un’etichetta di quelle che si usano per identificare i bagagli all’aeroporto. Qualcuno gli fa notare l’accaduto e il brasiliano inizia la caccia al responsabile: “Artur, sei stato tu?”, domanda. Il portiere spalanca le braccia e le attenzioni di Cicinho si spostano su Riise. Il norvegese inizia a sorridere non appena il compagno lo chiama in causa. “Allora sei stato tu, John…”, dice il terzino prima di incamminarsi verso il pullman e scambiare due battute con il cronista di Romanews.eu. Come dire: meglio sdramatizzare. E poi un sorriso non guasta mai, anche in una nottata amara come quella giallorossa. “Sì, è vero, è una grande amarezza – confessa Cicinho al nostro inviato – ma mi sento sereno perché non avrei potuto fare altrimenti. In realtà, in occasione dell’autogol, non ho fatto altro che buttarmi sul pallone con l’intento di deviarlo in angolo e spedirlo alla destra della porta di Artur. Ho visto un’ombra alla mia sinistra – prosegue il brasiliano – e ho percepito che se mi fossi abbassato o spostato, avrei commesso un grave errore: il giocatore del Bologna (Bernacci ndr) era a pochi passi da me e avrebbe ricevuto un pallone invitante che avrebbe potuto facilmente spingere nella nostra rete. Insomma, anche in quel caso, si sarebbe detto, che non avevo fatto le cose al meglio. Purtroppo ho dovuto ragionare in una frazione di secondo e mi è andata male: è uscito fuori un colpo di testa da attaccante che ha superato il nostro portiere. Ma lo ripeto, non avrei potuto fare in altro modo”.
La dea bendata al Dall’Ara non ha di certo assistito la Roma. In quel minuto, il primo di recupero, lo scenario è stato capovolto: il nuovo modulo, con il quale i giallorossi avevano schiantato il Chelsea nella notte di Champions, non ha regalato la prima vittoria in trasferta del Campionato. “Quando le cose girano male e la fortuna non ti assiste, tutto è più difficile – afferma il terzino -. Lo scorso anno, una cosa del genere, non sarebbe mai avvenuta perché tutto andava a meraviglia: la sorte era con noi, la fortuna ci sorrideva. Ora no, è tutto diverso, non ci assiste più. Per confermare che in questa stagione la fortuna non ci è vicina – conclude Cicinho –  basta pensare al fatto che il mio autogol è arrivato proprio allo scadere della partita e non certo in avvio o nel corso della stessa: così non abbiamo avuto modo di recuperare il risultato”. Già, maledetta sfortuna. All’aeroporto è ormai notte fonda. Anche se le tenebre, su Cicinho e sulla Roma, erano già calate dal primo minuto di recupero del match del Dall’Ara…

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