5 Novembre 2018

Chi è Kretinsky, il miliardario ceco con la passione per il pallone. Stramaccioni il suo primo tecnico italiano

KRETINSKY ROMA – Fino a qualche ora fa a Roma nessuno sapeva chi fosse Daniel Kretinsky. Da questa mattina, invece, il suo nome sta facendo il giro dei bar, delle radio, dei siti e dei social network. Secondo quanto affermato da alcune indiscrezioni di stampa, il magnate ceco Kretinsky sarebbe pronto ad allungare le mani su uno dei club del calcio italiano. Dopo aver incassato il no del Milan, Roma e la Roma sarebbero state individuate dal ricco uomo d’affari dell’Europa dell’est come prossima terra di conquista.

L’IDENTIKIT – Ma chi è Daniel Kretinsky?  Avvocato, 43 anni – uno in più di Totti –  e già miliardario, quinto uomo più ricco della Repubblica Ceca, si è fatto un nome nel settore energetico, elettricità e gas, con la sua Energetic and Industrial Holding (EPH). Gestisce i suoi affari dal quartier generale di Praga. Nel calcio ha già messo più di un piede perché è comproprietario dello Sparta Praga. Ha patrimonio di oltre 2,5 miliardi di euro, una sorella, un figlio, ma non è sposato: secondo la rivista Forbes, avrebbe una relazione con Anna Kellner, figlia di Petr, l’uomo più ricco della Repubblica ceca. Si vocifera sia liberale ed europeista, appassionato di marketing, è affascinato dai media tanto da aver acquistato nel 2014 il giornale svizzero “Ringier”, è proprietario del primo gruppo media ceco che comprende tre quotidiani, portali di informazione e 29 magazine. In queste settimane ha definito l’acquisizione del 49% della famosa testata francese “Le Monde” dopo aver già acquistato il settimanale Marianne e alcune testate del gruppo Lagardere, come Elle, il sito web Elle en France, Version Femina, Art and Decoration, Télé 7 Jours, France Dimanche, Ici Paris e Public.

L’ABRAMOVICH CECO – C’è già chi ha azzardato il paragone tra Kretinsky e Roman Abramovich, per il connubio di interessi in energia e pallone. Kretinsky dal 2004 è presidente dello Sparta Praga, la squadra che ha lanciato Pavel Nedved prima di approdare in Serie A. L’imprenditore-manager sta progettando una ristrutturazione dello stadio del club, lo Stadion Letna meglio conosciuto come “Generali Arena”. Il calcio italiano lo stuzzica, lo segue tanto da aver deciso di affidare lo Sparta a un tecnico tricolore nella prima 2017, una vecchia conoscenza della Roma, Andrea Stramaccioni. In lui Kretinsky aveva riposto non poche ambizioni, tra qui quella di far crescere la squadra in ambito internazionale e farla diventare protagonista in Champions League dove tutt’ora la Repubblica ceca è rappresentata dal Viktoria Plzen avversaria nel girone della Roma 2018/19. All’allenatore romano, il tycoon aveva affidato pieni poteri, ma i risultati non sono arrivati e il rapporto si è concluso lo scorso marzo con l’esonero di Stramaccioni e del suo vice, Roberto Muzzi.

Giulia Spiniello

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24 commenti

  1. STEFANO ha detto:

    Giá il cognome incastra alla grande CRETINO…ma..spero in meglio

  2. TedescoVola ha detto:

    Vieni avanti, Kretinsky.

  3. baiden ha detto:

    Solo il nome e’ un programma 🙂

  4. Luca ha detto:

    Sembra uno che i soldi ce l’ha veramente non come il fasullo che abbiamo adesso.
    Ci sarebbe veramente bisogno di un cambiamento, di un presidente appassionato di calcio, che magari non sarà lo sceicco del Kuwait, ma almeno uno che riesce a tenere i più forti e a costruire così una squadra in grado anche di poter dire la sua.
    Pallotta in questi anni ha avuto tanta clack a sua disposizione, dai giornali, alle varie radio compiacenti, ma la Roma l’ha sbranata vendendo tutto il possibile,che si poteva vendere.
    Magari venisse questo cecoslovacco ma quando lo molla l’ossa Pallotta.
    Mai secondo me.
    Mai.

    • desdemona ha detto:

      Magari venisse questo cecoslovacco che fino a ieri non sapevi nemmeno chi fosse.

      Se c’è una cosa che Pallotta non ha mai avuto sono state proprio le radio compiacenti. Infatti come IlarioIlario non smette mai di ripetere : “loro da trigoria sono stati fatti fuori”.

      Nessuno investe grandi capitali nel calcio . Tutte le società sono in regime di autogestione.

      Esiste il FPF …. non si fanno grandi acquisti senza grandi cessioni.

      • embè ha detto:

        E’ vero. Si vendono salah e nainggolan per comprare schick e cristante. Grandi cessioni per grandi pipponi. I guadagni di maria cazzetta.

      • Luca ha detto:

        E lo so per te sarebbe una brutta botta niente più tribune omaggio.

      • gino ha detto:

        Forse ti sfugge che la Roma, oltre un emittenta televisiva, ha una radio ufficiale tutta sua. Più compiacente di così…

  5. Giovanni ha detto:

    Concordo con Luca.
    Sono stato per anni favorevole alla proprietà americana e inizialmente vedevo in Sparlotta personalità e caratteristiche di leadership. Accade di sbagliarsi.
    Ora mi sembra piuttosto chiaro che un cambio di proprietà sarà quantomai benefico.
    Abbiamo bisogno di persone che abbiano a cuore anche la gestione sportiva e che facciano sentire una presenza costante.
    Piuttosto che continuare così meglio anche le incognite di un cambio.
    Ma finchè c’è in ballo l’affare stadio difficilmente Sparlotta mollerà l’osso.

    • desdemona ha detto:

      “Facciano sentire la presenza costante”

      Sissi stai certo che il magnate Ceco prenderà la residenza a Roma per seguire da vicino la magggica di cui lui è sempre stato tifosissimo.

      Per dire piuttosto che continuare così meglio le incognite mi chiedo ma siete davvero tifosi della roma ?

      Che l’affare stadio sia centrale per la crescita economica della Roma sia cruciale lo hanno capito anche i bambini.

      Per me provocatori lazziesi a gogò

  6. SPQR-FI ha detto:

    Luca incrociamo le dita anzi le mani….tanto non abbiamo nulla da perdere vista l’attuale proprietà

  7. serpico ha detto:

    stanotte ho sognato che il chievo ci acquistava pallotta baldissoni e monchi. ma alcuni tifosi annunciavano contestazione.al grido che i pilastri non si cedono

  8. Zibo ha detto:

    No ve prego! se sto Kretinsky venisse davero e, nun sia mai, se presentasse coi primi acquisti N’Kulu, Rincòn e (il figlio di) Strunz, ce piano per il c… perfino su Marte per altri 100 anni e ce tocca cambià città pe nn sentì gli sfottò dei sbiaditi… No dai, a sto punto ce manca che ce vole comprà lo sceicco Lekh-Lu-Salam e stamo a posto!

  9. TedescoVola ha detto:

    La mission d’impresa attuale di Pallotta è, ovviamente, la costruzione dello stadio e del park business.
    Dato che tutto questo rappresenta ancora una chimera, è chiaro che un piano d’uscita dalla ASRoma potrebbe (dovrebbe) essere stato previsto dai bostoniani, sorpresi e preoccupati dalla potenza di una burocrazia sorniona e purciàra.
    La mission inevitabilmente cambierebbe e sarebbe la ricerca e l’individuazione di un nuovo socio (che diventerebbe azionista di maggioranza) o, nell’eventualità più estrema, di una nuova proprietà.
    D’accordo con desdemona: Pallotta o non Pallotta lo stadio rappresenta la prima pietra, se vuoi fare un percorso di crescita complessiva, inutile ritornare sull’argomento.
    Prima di tutto il bene della ASRoma.

    • Leone ha detto:

      Questo vale solo se lo stadio è di proprietà! I biglietti, gli eventi e ciò che gira intorno allo stadio non potranno mai far incassare così tanti soldi in più rispetto ad adesso. Potrai arrivare ad una trentina di milioni in più che di certo non bastano per fare un salto di qualità! Ma se, dopo essere stato costruito, viene ceduto a titolo gratuito alla Roma, allora si che le cose cambierebbero. Avremmo a bilancio un bene immobile da 300 milioni di euro (e quindi l’equivalente da spendere!!). Ma non mi sembra che l’aria sia questa…
      Io sono convinto (poi magari sbaglio) che fatto lo stadio Pallotta venda tutto. E spero che questa volta arrivi qualcuno veramente ricco!! Una persona che sia almeno tra i mille uomini più ricchi nella classifica di forbes!!

  10. Paolo ha detto:

    Infatti il PSG, Barcellona, City, ecc… non fanno acquisti importanti senza cedere…ahahah
    Il FPF è un limite solo per chi non ha i soldi. Altrimenti è facile “aggirarlo” rimanendo nella legalità (aumento di capitali, sponsorizzazioni, ecc…)
    Bisogna essere realisti. Pallotta, che non è di certo povero rispetto alla gente comune, non ha così tanti soldi da poter portare una squadra ad essere “regina d’Europa”. Nel calcio servono i magnati per poter crescere! E con lo stadio le cose non cambieranno! Si avrà un supporto in più ma non basta per fare un salto vero di qualità!!

  11. Andrea ha detto:

    Lo stadio si avvicina…che fate finta de niente!!

  12. roly ha detto:

    Laziali che bello vedervi qui. A noi della vostra squadra nun ce frega propio niente pero fa picere vedere che ce tenete cosi tanto alla nostra.
    Farsi

  13. Vittorio ha detto:

    Magari fosse..

  14. Enok ha detto:

    amerikano venditi anche la roma e togliti dai coxxxni