• Cagliari-Roma, l’analisi tattica: l’ingresso di Felix stravolge un match soporifero

    Redazione RN
    28/10/2021 - 13:21

    Foto Tedeschi
    Cagliari-Roma, l’analisi tattica: l’ingresso di Felix stravolge un match soporifero

    CAGLIARI ROMA ANALISI TATTICA – Un’ora di noia, a ritmi soporiferi, idee annacquate, l’incapacità di vincere l’inerzia e l’inevitabile pasticcio difensivo che tali atteggiamenti sbagliati finiscono per attirare con magnetismo divinatorio. L’immancabile legno colpito nel momento in cui ti scuoti e la sensazione che vada a finire come tante altre volte, soprattutto a Cagliari, un campo sempre poco amico dei colori giallorossi. Il lampo che squarcia le tenebre di un turno infrasettimanale serale con l’ingresso dell’ennesimo prodotto della Cantera, estratto dal cilindro del tecnico lusitano che cambia marcia e ritmo ad una squadra quasi impotente scuotendo un gruppo che fino a pochi mesi fa una gara del genere avrebbe a fatica forse solo impattato. La prima componente del processo evolutivo del nuovo corso mourinhano sembra ormai una piacevole riscoperta di temperamento e determinazione, aspetto clamorosamente latitante nelle stagioni successive alla dipartita sportiva, dallo spogliatoio, di giocatori del calibro di Totti, De Rossi, Strootman e Nainggolan. La capacità di ribaltare il risultato e di sapere mettere al momento giusto la determinazione necessaria, risaltano in maniera evidente sul lavoro fin qui operato dal tecnico di Setubal.

    Moduli e sviluppi di gioco

    Per Mourinho, come da dichiarazioni post Napoli, l’undici istituzionale ormai ricorrente nelle scelte di formazione nel suo 4-2-3-1 conferma Rui Patricio tra i pali con Mancini e Ibanez centrali, Karsdorp e Vina esterni difensivi. Cristante e Veretout agli ennesimi straordinari stagionali unitamente a Pellegrini sotto punta (Abraham)con Zaniolo e Mkhitaryan punte esterne a piede invertito, completano i giocatori avanzati della serata. Mazzarri è in grande emergenza e niente appare meglio che in tali momenti come una sorta di Refugium Pecatorum, affidarsi ad un 4-4-2 scolastico, ordinato e compatto che consenta una copertura adeguata dei 40 metri finali e un ripartire agevole sugli spazi larghi. Davanti a Cragno ci sono pertanto, Ceppitelli e Carboni centrali con Zappa e Lykogiannis esterni. Deiola e Grassi in mediana, Marin e Bellanova esterni di centrocampo con Joao Pedro che giostra intorno a Pavoletti.

    Primo tempo ingessato

    La confusione e approssimazione sbarcano ben presto nella gara dei giallorossi, impacciati nel palleggio, privi di movimento senza palla, con il Cagliari che può compattarsi con due linee (4+4) sotto palla e con Joao Pedro che scala centralmente lasciando Pavoletti come prima opzione di passaggio dopo la riconquista e transizione o sulla corsa di Bellanova. I sardi attendono sulla linea di metà campo, senza portare pressione avanzata e quando recuperano palla corrono tutti in avanti ribaltando l’azione, obbligando al ripiegamento repentino i giallorossi, così come nei rari momenti in cui prendono campo mandano in sofferenza la Roma sui cambi di gioco verso la zona difesa da Vina. La gara della Roma, inevitabilmente sopra per supremazia territoriale e percentuali di possesso palla, latita paurosamente nell’indice di pericolosità, prossimo allo zero, con le catene esterne che non producono sbocchi se non per cross sporadici e una manovra lenta a difesa avversaria schierata che scivola senza problemi in zona palla. Diventa necessario l’uso dei 2 tocchi, alzare ritmi e muovere sempre palla, evitando di isolare Abraham con Pellegrini alla ricerca di cucire un gioco lento e asfittico, con Veretout fuori dai flussi di gioco che non trova spazi praticabili da attaccare e Mkhitaryan assente ingiustificato. Se a ciò si aggiunge Zaniolo in azioni personali reiterate e inconcludenti, la Roma finisce per ottenere solo calci d’angolo, con la gara sempre più somigliante al primo tempo di Salerno di due mesi fa dove diventava necessario usare le catene esterne per allargare l’avversario per poi entrare con palle filtranti, anche forzate, nello schieramento difensivo avversario

    Secondo tempo interlocutorio fino all’ingresso di Felix che spacca la partita

    Si riparte con El Shaarawy al posto del non pervenuto Mkhitaryan e con stesso copione dei primi 45 minuti, con il sotto palla (e ripartenza) del Cagliari nella propria metà campo e con la Roma sterile e velleitaria. Una tediosa esibizione che culmina negativamente nella carambola ed intervento imperfetto di Vina che agevola il tocco sottomisura di Pavoletti per il vantaggio figlio di una tattica speculativa ma fin li vincente degli uomini di Mazzarri. Mourinho corre ai ripari, fuori Vina (con passaggio a 3 dietro) e quando ti aspetti Shomurodov ecco che il tecnico estrae dal cilindro l’asso a sorpresa Felix con Zaniolo ed El Shaarawy a presidiare le corsie esterne in entrambe le fasi. Un’ora di gioco senza mai tirare in porta, l’ennesimo palo in stagione (una costante) e conclusioni a fil di montante con il Cagliari che in ogni ripartenza ha spazi in campo aperto da sfruttare (Karsdorp in costante propulsione). Zaniolo, dopo avere guadagnato il corner del pari si produce in una percussione centrale con la quale si guadagna un calcio di punizione sul quale Pellegrini, dopo anni di calci dalla traiettoria “telefonata”, avversari in barriera colpiti o velleitarie traiettorie sopra il montante, si inventa un tracciante chirurgico che ribalta il risultato. Primo cambio per Mazzarri, con Oliva per Grassi e Keita per Deiola con passaggio al 4-3-3, mentre Mourinho ora deve conservare con Calafiori per Zaniolo (e ritorno a 4 dietro) Felix a sinistra ed El Shaarawy a destra.  Non è finita perché c è spazio per Kumbulla e passare a 3 centrali difensivi, con Pellegrini che va in mediana e 6 minuti di recupero a difendere su seconde palle e palle lunghe per Pavoletti. Tra un sospiro e l’altro, il fischio finale alla contesa si identifica in un uscita a terra perfetta, coraggiosa e puntuale di Rui Patricio che toglie dai piedi di Joao Pedro la chance finale. Un’ora di non gioco e 30 minuti di reazione vincente, sono questi i tratti somatici della vittoria odierna che conferma il quarto posto dei giallorossi di Mourinho, che domenica attendono l’altra capolista che una settimana fa visita all’Olimpico: il Milan di Pioli.

    Maurizio Rafaiani

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    1. Pare che avemo fatto un partitone , e invece abbiamo segnato ad una delle squadre più vulnerabili d’Europa solo su due calci piazzati ,oltretutto pure prevedibili e parlate di reazione ? Lezione di grinta,comportamento e agonismo da un minorenne quando quelli in campo passano le settimane al telefono coi procuratori per batter cassa . Mandate via mhkytarian El Shaarawy Perez mayoral etc etc e mettiamo sti primavera ,tanto quarti non ci arriveremo mai , ma almeno tra 5 anni avremo una squadra fatta di gente cresciuta a pane ,sangue e Roma

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