Brescia, Cellino furioso: “La stagione è andata. Lotito vuole lo scudetto? Se lo prenda”
PARMA, ITALY - DECEMBER 22: Pietro Pizzarotti president of Parma Calcio talks with Massimo Cellino President of Brescia Calcio during the Serie A match between Parma Calcio and Brescia Calcio at Stadio Ennio Tardini on December 22, 2019 in Parma, Italy. (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

CELLINO INTERVISTA SERIE A – Massimo Cellino, presidente del Brescia, è stato intervistato dal Corriere dello Sport. Il patron dei biancazzurri ha parlato del futuro della Serie A e dell’emergenza Coronavirus senza utilizzare troppi giri di parole e con una certa ostilità nei confronti di chi vorrebbe subito riprendere ad allenarsi e a giocare. Queste alcune delle sue dichiarazioni:
Sull’emergenza Coronavirus
“Il comunicato dei tifosi della Lombardia? Non vogliono che si riparta. Lo vietano loro, non la federazione. Prima la vita. La vita, ca**o. Ci sono ultrà che portano l’ossigeno agli ospedali, altri che piangono i loro morti, altri ancora intubati. Non si può più giocare quest’anno. Si pensi al prossimo. Qualcuno non si rende ancora conto di quello che sta accadendo, e quel qualcuno è peggio del virus. Io non credo ai miracoli, ho smesso di farlo tanto tempo fa. Resettiamo. Quante partite si sono giocate?”.
Sulla Serie A
“Ma quale ripresa, ma quale stagione da concludere, io penso all’anno prossimo, solo a quello. La coppa, lo scudetto… Lotito lo vuole, se lo prenda. È convinto di avere una squadra imbattibile, lasciamogli questa idea. Ventisei partite giocate… È un terzo del campionato. La stagione è andata, se qualcuno vuole questo scudetto maledetto se lo prenda pure. Chiuso. Finito. E non parlo così perché il Brescia è ultimo in classifica. Siamo ultimi perché ce lo meritiamo. Io per primo lo merito. Facciano quello che vogliono. Penso a quelli che perderanno il posto di lavoro, a quelli che stanno morendo… Il calcio è un’azienda che occupa tante persone ma è anche in grado di superare la crisi. Semplicissimo: si è bruciato un terzo del campionato, e allora si taglino un terzo dello stipendio ai calciatori, un terzo dei diritti televisivi e un terzo delle tasse. È il modo più facile per aggiustare le cose. La testa delle istituzioni, federazione e lega, deve proiettarsi a settembre, a ottobre, a quando sarà”.