• Bonfrisco a RN: “La strategia della Roma con gli arbitri non ha funzionato. L’AIA deve fare chiarezza”

    Marco Guerriero
    24/03/2023 - 17:07

    Angelo Bonfrisco, intervistato da Romanews ed ex arbitro di Serie A, ha commentato il complicato rapporto tra la Roma e la terna arbitrale soffermandosi anche sulle possibili soluzioni per risolvere la questione

    Bonfrisco a RN: “La strategia della Roma con gli arbitri non ha funzionato. L’AIA deve fare chiarezza”

    INTERVISTA BONFRISCO ROMA ARBITRI – Il complicato rapporto tra Roma e arbitri è sicuramente uno degli argomenti più discussi di questa stagione giallorossa. L’atteggiamento manifestato da Mourinho e il suo staff, che ha portato fin qui ad un totale di undici espulsioni, ha contribuito ad alimentare tensioni e nervosismo, sia in campo che fuori. In un’intervista esclusiva a Romanews.eu, abbiamo approfondito l’argomento con Angelo Bonfrisco, ex arbitro che in carriera ha diretto più di 130 partite tra Serie A e B, soffermandoci anche sulle possibili soluzioni da adottare per risolvere questo problema.

    Da spettatore esterno, cosa ne pensa dell’atteggiamento che giocatori e staff della Roma hanno assunto nei confronti della terna arbitrale?

    “Secondo me, a livello di strategia, non mi pare che si sia instaurato un buon rapporto per quanto riguarda il rispetto del regolamento da un parte. Basti vedere quanti espulsi, sia giocatori che anche componenti della panchina, ha avuto la Roma. Evidentemente qualcosa non ha funzionato o l’approccio che impostano i dirigenti, a partire da Mourinho, ha qualcosa che non va.”

    “Io devo anche dire che Mourinho l’ho sempre visto, non solo alla Roma, sempre con determinati atteggiamenti, che sicuramente non pagano dal punto di vista regolamentare. Perché poi gli arbitri cosa fanno? Applicano il regolamento. Se devo fare una critica a loro, probabilmente abbiamo lasciato troppo terreno, abbiamo voluto concedere qualcosa di troppo attraverso il dialogo. E ciò lo si vede in alcune partite dove poi si fa fatica a gestire il tutto.”

    “Di recente ho letto che un arbitro ha dichiarato che la Roma è diventata “inarbitrabile”: questa è una cosa bruttissima. Denota che c’è una carenza da parte di chi dovrebbe rispettare le regole, ma anche di chi deve farle rispettare. Io non vedo un’unica responsabilità: tutte le componenti hanno da migliorare per quello che gli compete.”

    “Il ruolo del capitano, per esempio, è sparito. È possibile che ogni volta che succede qualcosa arrivano tre o quattro giocatori dall’arbitro? Poi non sa con chi parlare perché è collegato anche con altri colleghi al monitor. È una difficoltà oggettiva. Questi atteggiamenti non aiutano nessuno, l’evento diventa confusione e nervosismo. Tutto questo porta solo negatività.”

    “Non bisogna pensare che uno è responsabile e l’altro è la vittima, ma invece è necessario fare della riunioni, gli allenatori dovrebbero trovarsi con gli arbitri, c’è un responsabile che settimanalmente può spiegare le decisioni tecniche. Anche il capitano in campo dovrebbe essere l’unico referente poiché se si parla in due, magari ci si riesce a spiegare meglio.
    In questo senso, l’arbitro è anche contento di parlare perché ha di fronte una persona che si presenta a modo e deputata a fare delle domande. E invece accade tutt’altro, basta guardare quello che succede in tutte le partite. La Roma non è l’unica ma si trova purtroppo in cima a questa lista. Io mi chiederei il motivo.”

    “Mi sono chiesto una cosa parlando con colleghi e altri arbitri: ci sono alcuni colleghi che collaborano con altre società, come la Juventus, il Milan o l’Inter che hanno preso alcuni assistenti. Quasi tutti hanno un arbitro all’interno dello staff. Perché? Evidentemente si è sentita questa esigenza. Ma poi insieme all’arbitro queste partite si rivedono? Si vanno valutare i singoli comportamenti?”

    “Questa cosa bisogna farla seriamente. Mi ricordavo che la Roma avesse un rapporto con Calvarese, ma ora non so se è ancora lì. Lui lo vedo che commenta le partite, però non capisco se la società ha un consulente che possa dare una mano allo staff. In sostanza, deve migliorare la collaborazione da parte di tutti perché la Serie A non può trasformarsi in una baraonda.”

    La situazione tra le parti sembra essere sfuggita di mano dopo lo scoppio della lite Mourinho-Serra: lei che idea si è fatto a tal proposito?

    “Anche lì, da tutte e due le parti si poteva fare meglio. Da un lato Mourinho non ha rispettato il regolamento, tant’è vero che è stato squalificato due giornate e rimediato 10mila euro di multa, ma allo stesso tempo l’atteggiamento di Serra non è stato consono con quello che è il compito dell’arbitro. Noi dobbiamo sempre precisioni in maniera professionale ed elegante, anche perché, e qui lo dico da ex arbitro e calciatore, non è proprio felice l’arbitro quando butta fuori qualcuno.”

    “Tu vorresti arbitrare le partite senza prendere provvedimenti, ma è chiaro che dal punto di vista notarile ci sono delle decisioni da prendere. Tutto ciò però sempre con professionalità, non si può uscire con certe frasi. Non solo la panchina, ma anche la parte arbitrale deve guardarsi e fare autocritica. Il nostro obiettivo è quello di far rispettare il regolamento, ma bisogna farlo con signorilità.”

    Qualche giorno fa è uscita la notizia, poi smentita, secondo cui l’AIA stava preparando una dichiarazione pubblica proprio contro l’atteggiamento dei giallorossi: crede sia una mossa giusta quella del confronto anche in privato?

    “Assolutamente sì, siamo tutti a gestire lo stesso evento e ognuno con il proprio compito, però bisogna lavorare anche su questo. Mi pare che l’AIA abbia tanto esaltato il prodotto attraverso la comunicazione, ma questa cosa non c’è se appunto non ci si parla. Comunicare vuol dire trovarsi, riunirsi. Ad oggi l’AIA ha un addetto stampa che dovrebbe gestire proprio questi momenti e un arbitro che durante la settimana va all’interno delle società per spiegare l’episodio da campo (come quello ad esempio di Inter-Juventus, ndr).”

    “Ma di tutto questo si parla troppo poco se non dal punto di vista politico e per farsi pubblicità. Io credo che far capire, non solo agli addetti ai lavori ma anche a tutti gli sportivi che vanno allo stadio, sia fondamentale. Ora l’IFAB sta discutendo di far dire pubblicamente quali sono stati i motivi legati ad una particolare decisione: perché è stato dato un gol oppure no, per esempio. Poi magari uno può anche non essere d’accordo, ma intanto hai una spiegazione che rende credibile quello che è successo in campo.”

    “Il silenzio, invece, è sempre un qualcosa che lascia tanti dubbi alle persone. Se c’è un confronto positivo tra persone di sport e di calcio, ben venga. Le condizioni che vediamo oggi sul terreno di gioco non sono assolutamente belle, qualcosa bisogna cambiare. Tutti possiamo fare di meglio.”

    Ogni giornata di Serie A si chiude quasi sempre tra le polemiche, pensa sia arrivato il momento che gli arbitri comincino a spiegare davanti ai microfoni le decisioni prese durante la partita?

    “Le dichiarazioni dell’AIA di qualche campionato fa, ovvero il fatto di mandare gli arbitri in TV a spiegare le decisioni, non hanno trovato corrispondenza nei fatti perché tutto questo non succede. Probabilmente non si sentono pronti o non è pronto l’ambiente. Anche questo andrebbe spiegato.”

    “Sul caso particolare, dove man mano che passa la serata emergono immagini da angolazioni diverse, sarebbe utile avere il giorno dopo un responso ufficiale dell’AIA in cui si chiarisce tutto. Poi verifichiamolo. Se le dichiarazioni non meritano di essere fatte perché magari qualcuno le strumentalizza o le usa in maniera diversa, allora non si fanno più. Un tentativo lo farei, ma non l’ho ancora visto. È stata l’AIA che ha detto di voler percorrere questa strada. Noi stiamo solo aspettando che la macchina si metta in moto.”

    Quindi è l’AIA che deve fare chiarezza?

    “Certo, deve fare chiarezza. È vero che ci sono i designatori, ma all’interno dell’associazione c’è anche un settore tecnico che si occupa esclusivamente dei fatti regolamentari. Siccome esiste, facciamoli parlare. C’è tutto, bisogna solo partire.”

    Marco Guerriero

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    1. Ma l’anima de li mejo mortacci vostra, sembrate come quando tutti parlavano del virus a senso unico. Ecco, ora voi tutti come sempre contro la Roma e Mourinho. Schifosi. Ma vi rendete conto quanto siete ridicoli?

    2. E gli arbitri sospesi dopo errati provvedimenti contro la Roma???? Ci sono stati purtroppo molti casi . A posteriori avere un arbitro sospeso ma aver perso dei punti fondamentali in campionato inasprisce gli animi.

    3. Non esiste la via di mezzo ed è gravissimo che un ex arbitro non la citi : o subiamo torti evidenti e , a consuntivo, gli arbitri vengono puniti (escludendoli par un po’ dall’arbitraggio) oppure dobbiamo essere aggressivi in via preliminare e , comunque, subire sempre sanzioni o squalifiche esagerate . Come mai in Europa siamo trattati , in genere, con equilibrio ? La differenza è clamorosa. E’ l’AIA che dovrebbe darci delle risposte non noi a doverci giustificare.

    4. Affermazioni capziose e fortemente di parte. E’ evidente che la cosa sta dando fastidio…poi affermare che con la Roma si applica il regolamento che significa? Che con gli altri chiudi tutti e due gli occhi??? Intervento che avvalora ancor di più le tesi giallorosse. Ora costoro stanno tentando di rovesciare la frittata, e tra poco s’arriva che la colpa èpure della Raggi… sta a vedere!

    5. Io credo che la domanda vada posta al contrario come mai quaterne arbitrali e var compiano scientificamente ogni domenica scempi contro la Roma e faccia innervosire oltre i tifosi anche la panchina? Perche tutte le domeniche ci sono arbitraggi così doppio pesisti nelle partite della Roma? Ingestibile la Roma e i var Inzaghi, Allegri ecc ecc quando non gli va l’acqua per l’orto non mi sembrano tanto gestibili. Gli arbitri arbitrassero e non facessero i protagonisti ogni partita. Questa è la classe arbitrale più scarsa della storia del calcio italiano

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